Incontri ATOO

Ambiti Territoriali Organizzativi Ottimali: conclusi gli incontri con i 377 Comuni dell'isola

21/12/2022

Si è concluso oggi a Sassari il ciclo di 36 incontri organizzati dai Servizi Territoriali della Direzione Generale della Protezione Civile regionale per la definizione geografica degli Ambiti Territoriali Organizzativi Ottimali ai fini della pianificazione strategica di protezione civile. Nello specifico, a partire da metà novembre, sono stati organizzati 12 incontri nell’area afferente al Servizio Territoriale di Cagliari, 11 in quella del ST di Sassari, 7 in quella del ST di Nuoro e 6 in quella del ST di Oristano, coinvolgendo tutti i 377 Comuni della Sardegna.

Gli ambiti, o contesti territoriali, possono essere definiti come un insieme di Comuni limitrofi in cui le attività di riduzione del rischio ai fini di protezione civile, in particolare la pianificazione e conseguente gestione dell’emergenza, sono esercitate in modo unitario.
Dato che le Amministrazioni locali rappresentano la componente del Servizio nazionale della protezione civile più strettamente connessa al territorio, è stato fondamentale promuovere questi tavoli di lavoro partecipati, ai quali sono state invitate anche tutte le componenti e le strutture operative del Servizio nazionale della Protezione Civile in Sardegna

Strutture operative SNPC Sardegna

Per l’individuazione dei vari ambiti, le Regioni hanno potuto scegliere se utilizzare la metodologia sviluppata dal Dipartimento della Protezione Civile all’interno del progetto PON Governance 2014-2020 o proporne una alternativa. Quella del Dipartimento consiste nell’individuazione di un insieme di Comuni limitrofi che cooperano sul tema della riduzione del rischio e nei quali le attività possono essere esercitate in modo unitario tra più municipalità. Questa metodologia analizza le relazioni esistenti dal punto di vista socio-economico e demografico a partire dai dati e metodologie ISTAT, ed effettua verifiche in termini di raggiungibilità della popolazione, con il sistema dei limiti amministrativi delle Province e delle Città metropolitane, con le zone di allerta, con i bacini idrografici e con alcune mappe di pericolosità.

La Direzione Generale della Protezione Civile della Regione Sardegna seguendo la linea di lavoro già intrapresa con il tavolo tecnico istituito con DGR 67/20 del 31.12.2020, ha proposto una metodologia alternativa che si è sviluppata su 4 fasi, considerando come unità geografica di base l’Unione dei Comuni, alla quale sono stati aggregati altri Comuni contigui con i quali condividono:
- identità culturali, ambientali ed economiche;
- risorse di protezione civile;
- zone di allerta;
- modelli d'intervento condivisi;
- rischi e pericolosità collegati alla situazione idraulica e geomorfologica del territorio considerato;
- altre condizioni fortemente determinanti ai fini di protezione civile.

Nella fase A si sono analizzati quelli che l’ISTAT ha definito come Sistemi Locali del Lavoro, “i luoghi in cui la popolazione risiede e lavora e dove quindi indirettamente tende ad esercitare la maggior parte delle proprie relazioni sociali ed economiche”, in base ai confini regionali e alla popolazione residente, provvedendo alle dovute modifiche dei 39 SLL ISTAT in considerazione dei confini regionali e della dimensione demografica di ognuno.

Nella fase B si è invece passati all’individuazione dei Contesti Territoriali, partendo da un confronto delle forme Associative tra Comuni, come Unioni dei Comuni e Sistemi Territoriali di Protezione Civile, per poi individuare per ciascuno, nella successiva fase C, i Comuni di Riferimento, realtà urbane rilevanti per il Contesto di appartenenza ai fini della programmazione delle attività di protezione civile.

Nell’ultima fase, è stata fatta una serie di verifiche sulla raggiungibilità della popolazione in assenza di eventi critici, calcolando quindi i tempi di percorrenza tra i Comuni di Riferimento e le singole località abitate all’interno del Contesto Territoriale, e a un confronto con gli altri sistemi territoriali (province e aree metropolitane), zone di allerta, mappe di pericolosità e bacini idrografici di primo livello.

I 36 incontri sono stati molto partecipati e ricchi di confronti puntuali e costruttivi e porteranno alla pianificazione di protezione civile d’ambito, che non sostituisce quella comunale ma è parte integrante della pianificazione di livello provinciale o comunque coordinata, e garantirà l’ottimizzazione delle risorse disponibili, supportando i comuni nella gestione delle risorse in emergenza, così come il necessario raccordo informativo tra il livello comunale e quello provinciale/regionale.

AMBITI TERRITORIALI ORGANIZZATIVI OTTIMALI - RIFERIMENTI NORMATIVI

Gli Ambiti Territoriali Organizzativi Ottimali sono un elemento introdotto dal Codice della Protezione Civile (D.Lgs 1/2018, art. 11, co. 3) e possono essere definiti come un insieme di Comuni limitrofi in cui le attività di riduzione del rischio ai fini di protezione civile vengono esercitate in modo unitario, in particolare per quanto riguarda la pianificazione e la conseguente gestione dell’emergenza.

Lo stesso articolo del D.Lgs 1/2018, al comma 1, lettera a), ha previsto che siano le Regioni, attraverso il piano regionale di protezione civile, a individuare i confini geografici degli ambiti territoriali organizzativi ottimali, tenendo in considerazione i criteri geografici e organizzativi indicati nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 aprile 2021 (GURI n.160 del 6 luglio 2021) e lavorando insieme ad ANCI, Province, Città metropolitane e Comuni, con il supporto del Dipartimento della Protezione Civile e in raccordo con le Prefetture.


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