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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Superficiale

prova
La rete di monitoraggio delle acque superficiali, realizzata in attuazione del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, è finalizzata alla valutazione dello stato di qualità delle acque in relazione ad obiettivi prefissati e riconducibili ad "obiettivi di qualità ambientale", conformemente a quanto previsto dalla normativa.
L’obiettivo di qualità ambientale è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.
Il monitoraggio della acque superficiali interne è articolato in:
-una rete per la definizione dello stato ambientale dei corsi d’acqua e laghi;
-una rete di controllo quantitativa dei corsi d’acqua superficiali.

Per i corsi d’acqua le stazioni di monitoraggio sono ubicate nei 22 corsi d’acqua individuati come significativi e su ulteriori 17 corsi d’acqua, monitorati in quanto di rilevante interesse ambientale o che, per il carico inquinante da essi convogliato, possono avere una influenza negativa rilevante sui corpi idrici significativi. La rete è costituita da 51 stazioni localizzate su aste fluviali del I° ordine, il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore di 200 km2, e 18 stazioni su aste fluviali del II° ordine, il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore di 400 km2.
I principali parametri indagati sono: Ossigeno disciolto, BOD5, COD, Escherichia coli, NH4, NO3, composizione qualitativa e quantitativa delle comunità di macroinvertebrati acquatici, presenza di inquinanti chimici organici e inorganici.

Per i laghi la rete di monitoraggio è costituita da 32 stazioni, in corrispondenza di altrettanti invasi, e una stazione sull’unico lago naturale in Sardegna, il lago Baratz. Le stazioni sono posizionate nel punto di massima profondità, poiché, secondo i criteri fissati dal decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, tutti gli invasi presenti in Sardegna sono di superficie inferiore a 80 km2. I principali parametri indagati sono: trasparenza, ossigeno ipolimnico, clorofilla, fosforo totale.
L’elaborazione dei dati rende possibile la classificazione dei corpi idrici per stato ambientale: la scala adottata comprende cinque classi di qualità che variano da uno stato di qualità “elevato” a uno stato di qualità “scadente”.

Attraverso una fase conoscitiva iniziale, della durata di 2 anni, si è giunti alla prima classificazione dello stato di qualità ambientale dei corpi idrici. La fase successiva, a regime, è finalizzata alla verifica del raggiungimento ovvero il mantenimento dell’obiettivo di qualità come definito dalla normativa.
La Direttiva n. 2000/60/CE recepita a livello nazionale dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ha imposto l’obbligo dell’istituzione della nuova rete di monitoraggio della qualità delle acque. Il Servizio tutela delle acque dell’Assessorato della Difesa dell’ambiente ha individuato la nuova rete di monitoraggio delle acque superficiali della Sardegna partendo dai dati storici ottenuti dalle precedenti campagne di indagine (effettuate in attuazione del D.Lgs 152/99) e dalla valutazione sulla presenza di pressioni puntuali, diffuse ed idromorfologiche sul corpo idrico.
Le attività di monitoraggio delle acque sono affidate ai dipartimenti dell’Arpas.