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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Di transizione

Stagno di notteri
Sono acque di transizione, come definite dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, le acque delle zone di delta ed estuario e le acque di lagune, laghi salmastri e di stagni costieri. Per ciò che concerne la rete di monitoraggio delle acque di transizione la Regione Sardegna ha individuato 39 aree, tra lagune, laghi salmastri e stagni costieri da sottoporre a monitoraggio. Sono compresi quelli inseriti nella convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971, come zone umide di importanza internazionale già individuati come aree sensibili ai sensi dell’art. 18 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152. Le aree individuate sono particolarmente rilevanti sotto il profilo ambientale per la ricchezza della fauna e della flora. Restano esclusi da questo elenco gli stagni di Molentargius e Saline di Stato di Cagliari in quanto già oggetto di intense attività di monitoraggio e studio.

Il numero di stazioni di prelievo per il monitoraggio delle acque di transizione varia in funzione delle caratteristiche del corpo idrico esaminato. La maggior parte dei corpi idrici ha una sola stazione, altri hanno un reticolo di stazioni per meglio rappresentare il bacino in esame. Per la definizione dello stato ambientale delle acque lagunari e gli stagni costieri si valuta il numero di giorni di anossia/anno che coinvolgono oltre il 30% della superficie del corpo idrico.