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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Corpi idrici a rischio

Panorama
La Direttiva 2000/60/CE prevede che per ciascun “distretto idrografico” sia effettuata un’analisi volta ad individuare i corpi idrici più significativi suddividendoli in tipologie e si identifichino le pressioni e gli impatti che incidono sul rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. Sulla base delle informazioni acquisite ai sensi della normativa pregressa, compresi i dati esistenti sul monitoraggio ambientale e sulle pressioni, le Regioni, sentite le Autorità di bacino competenti, definiscono i corpi idrici nelle modalità seguenti:
- a rischio;
- non a rischio;
- probabilmente a rischio

L’attribuzione della classe di rischio per i singoli corpi idrici ha lo scopo di individuare un criterio di priorità attraverso il quale orientare i programmi di monitoraggio. Per quanto riguarda i corsi d’acqua, la prima verifica ha identificato come corpi idrici a rischio quelli ricadenti nelle seguenti categorie:
- ricadenti in Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN di Arborea);
- che in base ai monitoraggi pregressi ricadono nelle classi 4 e 5 dello stato ecologico, secondo i criteri adottati nel PTA;
- che in base ai monitoraggi pregressi hanno manifestato uno stato chimico scadente ai sensi del D.Lgs. 152/06 tab. 1/A;

Sono stati classificati, inoltre, come “probabilmente a rischio” i corpi idrici che in base ai monitoraggi pregressi ricadono in classe 3 dello stato ecologico, secondo i criteri adottati nel PTA. Infine, sono stati classificati come corpi idrici “non a rischio” quelli che in base ai monitoraggi pregressi ricadono in “classe 2” o in “classe 1” dello stato ecologico. Va segnalato che nessuno dei corpi idrici fluviali monitorati ricade nella “classe 1” per lo stato ecologico.

Per quanto riguarda i laghi, la prima identificazione dei corpi idrici a rischio conduce a definire “a rischio” tutti gli invasi tipizzati, in quanto designati come Aree Sensibili ai sensi della Direttiva 91/271/CEE. Tuttavia, si è tenuto conto dei dati derivanti dai monitoraggi pregressi in modo da poter identificare quegli invasi che, per i parametri di qualità, sono a rischio di non raggiungere gli obiettivi al 2015.

Sempre nella fase di prima identificazione del rischio, anche la maggior parte delle acque di transizione è stata identificata come corpo idrico “a rischio” in quanto ricompresa nelle Aree Sensibili ai sensi della Direttiva 91/271/CEE.

Per le acque marino costiere, la prima identificazione dei corpi idrici a rischio è stata effettuata, per gli anni dal 2002 al 2006, sia sulla base dei dati di monitoraggio della qualità acque effettuato ai sensi del D. Lgs 152/99, sia sulla base dei dati di monitoraggio effettuato ai sensi del DPR 470/82 e della Direttiva 2006/7/CE inerente l’idoneità e la qualità dei corpi idrici destinati alla balneazione, sia perché identificate come aree sensibili o contenute in aree designate come zone vulnerabili.
Su un totale di 217 corpi idrici:
- Otto sono stati identificati a rischio
- Due sono stati identificati a rischio in quanto aree sensibili:
- Uno è stato identificato a rischio in quanto ricadente nella ZVN di Arborea:

Relativamente ai corpi idrici sotterranei, le attività necessarie per la prima individuazione dei corpi “a rischio” sono le seguenti:
- Predisposizione di un elenco georeferenziato delle sorgenti e dei pozzi utilizzati per l’estrazione di acque destinate alla produzione di acque potabili, con relativi dati di qualità dai quali si evinca la eventuale non conformità al D.Lgs. 31/2001, limitatamente alle sostanze chimiche.
- Individuazione dei corpi idrici sotterranei correlati alla Zona Vulnerabile da nitrati di Arborea designata con D.G.R. n. 1/12 del18 gennaio 2005.
- Individuazione dei corpi idrici sotterranei ricadenti in zone designate come siti di bonifica di interesse nazionale ai sensi della (Legge 426/1998, Decreto Ministeriale 468/2001, Decreto 12 marzo 2003).
- Individuazione dei corpi idrici sotterranei che, sulla base dei dati di monitoraggio pregressi derivanti dalle attività svolte nel PTA, presentano criticità relative alla presenza di nitrati, alla intrusione salina, alla presenza di residui di prodotti fitosanitari e di altre sostanze correlate con le attività antropiche, tali da pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi di qualità al 2015.
- Individuazione dei corpi idrici sotterranei connessi ad acque superficiali dichiarate aree sensibili ai sensi dell’art. 91 del D.Lgs. 152/06.

L’attribuzione definitiva della classe di rischio è stata effettuata, come detto in premessa, incrociando le informazioni derivanti dalla prima identificazione della classe di rischio dei corpo idrici con l’analisi delle pressioni puntuali. Sulla base della classe di rischio assegnata a ciascun corpo idrico verrà definita la nuova rete di monitoraggio della qualità delle acque.