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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Smaltimento dei materiali plastici utilizzati in Agricoltura

rifiuti
Molto spesso nelle campagne della nostra isola, in particolar modo nell'Oristanese, al termine della stagione orticola, grandi quantità di tubicini in PVC per l’irrigazione a goccia di tipo monouso, semenzai in polistirolo, contenitori vuoti di diserbanti e pesticidi e sacchi in plastica per fertilizzante fanno la fine meno auspicabile che si possa immaginare: vengono abbandonati nei campi, vicino ai corsi d’acqua o nella peggiore delle ipotesi bruciati, sprigionando enormi quantità di fumi tossici.
Specialmente a fine estate le colonne di fumo nero sono visibili a decine di chilometri di distanza, eppure generalmente passano nell’indifferenza più totale. Spesso tali illeciti vengono commessi in ore notturne in cui si spera che il controllo degli operatori sia limitato.

E' doveroso per ogni cittadino, operatore agricolo o azienda che smaltisca i propri rifiuti in modo non corretto essere consapevole degli esiti di tale comportamento: oltre alle gravi conseguenze per la salute e per l’ambiente, cui si è fatto cenno, si rischia di incorrere nell’applicazione delle sanzioni previste per l’abbandono di rifiuti stabilite dal Decreto legislativo n°152 del 2006 che configura una violazione penale e prevede fino a un anno di arresto.

Dei falò provocati per smaltire rifiuti speciali in maniera illecita si ha frequentemente la visione nel panorama della campagna sarda e in particolar modo in quella oristanese: sono decine i verbali di contestazione d’illecito di smaltimento rifiuti con l’uso del fuoco che sono stati contestati agli operatori agricoli nel corrente anno dal personale del Corpo Forestale.
La combustione dei resti di coltivazioni agricole o forestali (stoppie, ramaglie provenienti dalle utilizzazioni nei tagli di boschi ecc.), che hanno sicuramente un impatto molto minore sulla qualità dell’aria, rispetto alla distruzione in atmosfera di materiali plastici, rappresenta spesso l’occasione per bruciare, insieme a tali residui rifiuti di altra natura.
Da essi, inoltre, hanno avuto origine incendi anche gravi (come quello del 23 luglio scorso in agro di Pau, causato dalla eliminazione con l’uso del fuoco di rifiuti aziendali, causando 2500 ettari di superficie percorsa da incendio).
Altrettanto gravi sono gli esiti di chi elimina rifiuti liquidi nel suolo o nei corsi d’acqua.

E’ risaputo che in agricoltura si riscontri un’alta incidenza di malattie neoplastiche, comparabile con quelle degli addetti alle industrie chimiche; tra le cause, con molta probabilità vi è l’uso di prodotti chimici (diserbanti, anticrittogamici, concimi, ecc), ma anche la quantità di inquinanti rilasciati in atmosfera nella combustione di materiali plastici.

L’agricoltore che vuole conferire tali rifiuti in discarica in riferimento alla quantità, può scegliere:
1- di rivolgersi al locale servizio comunale di raccolta dei rifiuti solidi;
2- effettuare il conferimento ad appositi centri di raccolta;
3- rivolgersi a gestori privati autorizzati, iscritti all’Albo Gestori Ambientali

Per questo si fa appello al senso civico di tutti i cittadini perché si faccia una riflessione sull’uso, talvolta scarsamente consapevole, di queste prassi così pericolose, adottando invece comportamenti consapevoli che premiano la qualità della vita e dell’ambiente in cui viviamo e nel quale facciamo vivere i nostri figli. Per questo può essere utile anche segnalare agli uffici del proprio Comune o agli operatori di polizia la presenza di eventuali discariche, anche attraverso l’uso del numero gratuito 1515 del Corpo Forestale.