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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Servizio Ispettorato di Sassari: rapporto in materia di inquinamento e rifiuti

lancio di rifiuti lungo le strade
Il Servizio Ispettorato ripartimentale di Sassari, che coordina l’attività di quindici Stazioni Forestali, di una base Operativa Navale e di un Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, già da diversi anni, ha rafforzato l’attività di monitoraggio e controllo del territorio per contrastare le diverse forme di inquinamento, in special modo l’abbandono e lo smaltimento illecito dei rifiuti.

Dall’analisi dei dati statistici, dal 2007 ad oggi, emerge che nella giurisdizione di Sassari, sono stati censiti oltre un migliaio i siti inquinati. Da tali rilievi sono scaturite le comunicazioni di legge, agli enti o ai proprietari delle aree, finalizzate alla bonifica dei luoghi, le denunce all’Autorità giudiziaria e le contestazioni delle sanzioni amministrative.

In particolare nel periodo Gennaio - Luglio 2010 sono stati individuati 180 siti interessati da rifiuti. Si è accertato che nel 19% delle discariche illegali sono stati abbandonati autoveicoli fuori uso, nel 35% dei casi è stata riscontrata la presenza di pneumatici e che comunque nel 35% dei siti erano presenti rifiuti speciali e/o pericolosi.
Nell’11% dei siti si è rilevata in particolare la presenza di cemento amianto “Eternit”, le cui sottilissime polveri rappresentano un pericolo per la salute, poiché se inalate, possono provocare serie malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare).

Per quanto riguarda la dislocazione dei siti inquinati, una percentuale del 76% è risultata insistere sui bordi stradali, mentre nel 36% dei casi i siti ricadevano in aree vincolate e/o sottoposte a tutela ambientale.
Ad oggi, la percentuale dei terreni bonificati a seguito della comunicazioni ai Sindaci o agli enti proprietari delle aree, è prossima al 19%.

Sempre nel periodo Gennaio - Luglio 2010 sono state trasmesse, alle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Sassari, Tempio Pausania e Nuoro, 27 Comunicazioni di Notizia di Reato con 28 persone deferite all’Autorità Giudiziaria.
Varie le tipologie di reato: abbandono di rifiuti speciali, scarico di acque industriali senza autorizzazione, smaltimento abusivo di rifiuti.

Sono state inoltre contestate 34 violazioni amministrative a carico di 37 trasgressori. Di tali sanzioni, 27 verbali sono stati elevati per abbandono sul suolo di rifiuti non pericolosi, mentre 7 verbali sono stati contestati per abbandono di veicoli fuori uso.

Sono significative alcune indagini condotte, nell’anno in corso, a carico di diversi titolari di impresa, responsabili o amministratori di attività industriali, per violazioni di natura penale al Testo Unico Ambientale tra le quali:
• smaltimento di acque reflue industriali, in assenza di autorizzazione, in uno stabilimento per il compostaggio della frazione umida dei rifiuti solidi urbani, con sversamento, sul suolo e in un corso d’acqua, di percolato prodotto dallo stesso ciclo di compostaggio;
• smaltimento di rifiuti speciali derivanti da attività di demolizione edilizia;
• deposito incontrollato sul suolo di oltre 200 metri cubi di rifiuti speciali;
• abbandono di rifiuti pericolosi sul suolo (nella fattispecie un notevole quantitativo di Eternit in aggiunta ad altri materiali);
• smaltimento abusivo di rifiuti liquidi provenienti da uno stabilimento caseario, in un corso d’acqua.
• scarico non autorizzato di acque reflue in una zona industriale comunale, con smaltimento di rifiuti liquidi mediante sversamento sul suolo e nel sottosuolo.

Ad incremento delle normali attività di monitoraggio, il Corpo Forestale sta sottoponendo a controllo, mediante apparecchiature di videosorveglianza, diverse località, tra cui alcune di rilevante importanza paesaggistico - forestale, storicamente interessate da episodi di inquinamento. L’utilizzo di queste tecnologie ha già portato all’individuazione di diversi responsabili di abbandono di rifiuti.

Oltre all’attività repressiva, è in corso una intensa attività preventiva e di informazione, diretta ad evitare quei comportamenti antigiuridici che nel corso degli anni hanno creato seri danni di natura ambientale, talvolta irreversibili. Spesso ne sono derivati ingenti costi per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino dei siti danneggiati che, per quanto tempestivi, non compensano mai la perdita di fruibilità delle risorse naturali.