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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Oristano: sventato furto di sabbia nel Sinis

sabbia quarzifera del sinis
Gli agenti della stazione forestale di Oristano, in seguito alla segnalazione di un cittadino, hanno sventato il furto di chicchi di quarzo che caratterizzano alcune delle più belle spiagge del Sinis all’interno nell’omonima area marina protetta.
Il personale della Stazione Forestale di Oristano dopo una rapida indagine ha individuato e fermato una macchina sospetta condotta da P.A., di 64 anni, originario di Villaurbana ma residente nella penisola, rinvenendo all’interno del portabagagli un sacco con circa 35 kg della preziosa sabbia.

La segnalazione che si è rilevata di fondamentale importanza per il buon esito dell’attività investigativa, unita al tempestivo intervento del personale, ha impedito l’ennesimo furto a danno del patrimonio ambientale dell’Isola.
Si è provveduto al sequestro del bene con contestuale deferimento alla Autorità Giudiziaria del turista che ora dovrà rispondere di furto aggravato e violazione dell’art.1162 del codice di navigazione che prevede una sanzione compresa tra i 1.549,00 e i 9.296,00 euro.

Il fenomeno dell’asportazione della sabbia da portarsi a casa al rientro dalle vacanze, come souvenir a buon mercato, sta comportando danni irreparabili al delicato ecosistema marino, dato che la spiaggia di quarzo è unica nel suo aspetto, essendo composta da piccoli granuli tondeggianti che sembrano chicchi di riso, di colore bianco e rosa.
Pur non essendo chiara la sua origine, si ritiene che sabbia di quarzo del Sinis provenga dal basamento di granito posto sul fondale marino, al largo della spiaggia che affiora nell'Isola di Mal di Ventre. Il basamento, per effetto del moto ondoso svolto per milioni di anni (che ne ha provocato il disgregamento) ha liberato il quarzo mentre gli altri minerali che lo componevano sono andati dispersi nell’acqua. Così le spiagge di quarzo del Sinis sono considerate dei fossili e simili ad esse nel mondo ne sono presenti una cinquantina in tutto.
Si vuole sensibilizzare ancora una volta i vacanzieri affinché evitino tali condotte che, oltre a provocare danni irreversibili, sono sanzionate penalmente dalla legge; per questo si invita chiunque veda compiere tali atti a chiamare prontamente il numero verde 1515 del Corpo Forestale o le altre forze di polizia preposte al controllo, in quanto la collaborazione con i cittadini, come accaduto in questo caso, può risultare di fondamentale importanza per la salvaguardia dell’ambiente.
Conclusi gli accertamenti, i chicchi di quarzo saranno quanto prima depositati nel luogo ove la corrente marina li aveva trasportati, sito sicuramente più consono che l’interno di un anonimo appartamento cittadino o giardino di casa a cui erano destinati.