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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Il riutilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura

Utilizzo dei fanghi in agricoltura
L’utilizzo nei terreni agricoli dei fanghi derivanti da trattamenti di depurazione delle acque reflue, domestiche o industriali, è disciplinato dal D. Lgs. 27 gennaio 1992, n. 99, in attuazione della direttiva 86/278/CEE concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura. Gli aspetti gestionali generali (raccolta, trasporto, deposito preliminare, trattamento, etc.), sono regolati dal D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, nella sua parte IV, relativa alla gestione dei rifiuti.
La Regione Sardegna è tenuta a redigere annualmente la relazione riassuntiva, ai sensi del D. Lgs. 99/92, sui quantitativi di fanghi prodotti e riutilizzati in agricoltura sul territorio regionale, e a trasmetterla al Ministero dell’Ambiente.
Nel corso del 2011 il competente Servizio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, ha pertanto avviato una raccolta dati presso i produttori di fanghi di depurazione e i soggetti autorizzati al loro riutilizzo in agricoltura, nonché tra gli impianti autorizzati allo smaltimento della quota che non è stato possibile recuperare.
I risultati sono raccolti nel documento “Utilizzo dei fanghi nella regione Sardegna - Anno 2010”.
Dai dati delle precedenti relazioni annuali, consultabili nella pagina dedicata ai rifiuti speciali, si riscontra che nel triennio 2007÷2009 vi è stato un progressivo aumento della produzione dei fanghi: questa tendenza si inverte, seppur in misura minore rispetto agli anni precedenti, nel 2010.
Parallelamente alla produzione di fanghi potenzialmente riutilizzabili è diminuita anche la quantità effettivamente destinata all’agricoltura, passata dalle 14.638 tonnellate in sostanza secca del 2009 alle 12.199 dell’anno successivo (-16,66%).
I fanghi avviati allo spandimento presso le aziende agricole autorizzate provengono prevalentemente dagli impianti di depurazione delle acque reflue (84%), mentre quote minori spettano a quelli provenienti da allevamenti suinicoli (12%), dall’industria lattiero-casearia (2,5%), dalla produzione di bevande alcoliche e analcoliche e dalla preparazione e trattamento di carne, pesce e altri alimenti di origine animale (meno dello 0,5% e dello 0,05% rispettivamente).
La relazione include anche i dati riguardanti i trattamenti subiti dai fanghi prima di essere avviati al riutilizzo agricolo, la composizione dei fanghi come media generale e in funzione della provenienza, le caratteristiche delle colture e dei terreni interessati e la loro distribuzione a livello provinciale.

Consulta i documenti
Relazione 2010 [file .pdf]