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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

SardegnaFari, verso il programma di valorizzazione del patrimonio marittimo-costiero della Sardegna

Punta Filetto - Isola di Santa Maria [La Maddalena]
Tra i beni demaniali e patrimoniali dello Stato, in parte già trasferiti alla Regione Sardegna, vi sono numerose torri costiere, fortificazioni ed infrastrutture di segnalazione alla navigazione ad indicare come le coste della Sardegna abbiano conosciuto a partire dall’antichità una lunga storia marittima. La presenza di queste testimonianze costiere, nonostante la loro grande diversità, ha permesso di caratterizzare le nostre aree costiere nella loro dimensione marittima contribuendo alla costruzione di paesaggi costieri appartenenti al patrimonio condiviso tra residenti e visitatori.

Le attività umane legate al mare che si sono susseguite sulle coste della Sardegna hanno fatto nascere nel corso di epoche differenti diverse tipologie costruttive che possono essere raggruppate in due categorie principali:
- la segnalazione marittima (fari, fanali e semafori) ;
- la sorveglianza e la difesa militare delle coste (torri costiere, castelli, fortificazioni, ecc.).

Alcuni di questi immobili sono stati distrutti mentre altri hanno cambiato il loro uso nel corso della storia. La maggior parte di essi si trova oggi in una condizione di degrado pur mantenendo completamente integro il suo valore storico-architettonico e culturale.

Particolare rilievo riveste per la Regione Sardegna l’obiettivo di valorizzare il patrimonio dei fari, dei fanali e dei semafori che rappresentano nell’imaginario collettivo luoghi romantici e remoti, simboli della forza naturale del mare. Queste strutture sono particolari elementi caratteristici dei territori marittimi e insulari, componenti specifici degli scenari costieri, immersi in eccezionali contesti naturali la cui vocazione turistica fa prevedere interessanti soluzioni di utilizzo come spazi museali ed espositivi, centri di ricerca e strutture ricettive accessibili a tutti. Il recupero e la valorizzazione di questo patrimonio a lungo sottratto ad un uso pubblico generale rende imperativa la scelta di funzioni di utilizzo che ne permettano l’accesso libero e gratuito.

Saranno 15 i siti dove sono presenti fari, semafori, torri costiere, immobili e infrastrutture di proprietà regionale, che sono stati affidati alla Conservatoria delle Coste al fine di provvedere all’elaborazione di un programma dettagliato per la loro valorizzazione, oltre che per assicurare la loro gestione curando anche eventuali procedimenti pubblici per l’affidamento in concessione degli immobili. A stabilirlo è stata delibera della Giunta Regionale n. 52/36, varata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore degli Enti locali, finanze e Urbanistica, Nicola Rassu, d’intesa con l’assessore dell’Ambiente, Giorgio Oppi.

Il recupero e la messa in valore di questo patrimonio a lungo sottratto ad un uso pubblico generale rende imperativa la scelta di funzioni di utilizzo che permettano l’accesso libero e gratuito salvo l’acquisto dei servizi che verranno offerti.

L’approccio metodologico della Conservatoria delle Coste è basato sul concetto “valorizzazione” intesa come “messa in valore” delle qualità proprie del bene (interpretazione che mette l’accento sulla necessità di scoprire, di tutelare e di evidenziare il valore intrinsecamente già presente nel bene, prioritariamente rispetto a qualsiasi obiettivo economico). Mentre nell’uso corrente di questo termine prevale la prima accezione, l’approccio metodologico adottato dalla Conservatoria delle Coste è quello della “messa in valore” dei beni a essa affidati dove l’esigenza di conservare il valore intrinseco del bene è prioritaria rispetto a qualsiasi obiettivo economico.

Con l’obiettivo di condividere le scelte progettuali la Conservatoria delle Coste ha attivato il blog SardegnaFari: per presentare le attività di studio e recupero conservativo e per ragionare sui possibili usi che possono essere immaginati per il recupero dei fari e delle stazioni semaforiche. Per ogni faro è stata infatti predisposta una breve scheda con un sondaggio sui possibili riutilizzi del bene a cui tutti sono invitati a rispondere e commentare.

Tra gli immobili concessi in gestione alla Conservatoria delle Coste spiccano i fari e le ex stazioni segnali e semaforiche di:
[b]- Capo Ferro (Arzachena)
- Capo Figari (Golfo Aranci)
- Puntiglione (La Maddalena)
- Testiccioli (La Maddalena)
- Santa Maria (La Maddalena)
- Razzoli (La Maddalena)
- Marginetto (La Maddalena)
- Capo Ceraso (Olbia)
- Capo d’Orso (Palau)
- Punta Falcone (Santa Teresa di Gallura)
- Capo Mannu (San Vero Milis)
- Punta Scorno (Isola dell’Asinara)
- Capo Sperone (Sant’Antioco)
- Torre dei Segnali (Cagliari)
- Torre di Torregrande (Oristano)
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Nello specifico la delibera della Giunta Regionale n. 52/36 prevede che la Conservatoria delle Coste, in collaborazione con gli uffici dei servizi territoriali demanio e patrimonio dell’Assessorato degli Enti locali, dovrà individuare destinazioni d’uso per attività scientifico-culturali e turistico-ricettive aperte ai residenti e ai turisti che richiedono forti interventi di recupero, restauro e ristrutturazione degli immobili che si prospettano estremamente onerosi per l’amministrazione regionale. Per la gestione, finalizzata allo sviluppo di attività culturali ed economiche, è prevista la possibilità di utilizzare lo strumento di concessione d’uso a soggetti privati per la riconversione e riqualificazione dei beni immobili.

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