Logo Regione Autonoma della Sardegna
IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Asinara. Cosa di nuovo nostra. Installazione fino al 30 settembre

Asinara, dal bunker che ha ospitato Riina - foto di Silvia Cuccu
Presso il bunker che fu la super prigione di Totò Riina a Cala D’Oliva la Conservatoria delle Coste ha inaugurato l'installazione permanente “Asinara. Cosa di nuovo nostra”, promossa in collaborazione con Libera Associazioni nomi e numeri contro le mafie, col CSV Sardegna Solidale e il Parco Nazionale dell’Asinara.

Nel 1998, con la partenza degli ultimi detenuti, l’Asinara chiude definitivamente il capitolo di isola penitenziaria con le varie esperienze di colonia penale, prigione, super carcere per terroristi e mafiosi, per quelli del 41 bis, e ritorna ad essere “dei sardi”. La Conservatoria delle Coste per la Sardegna e l’Ente Parco sono costantemente impegnati nel ripensare lo sviluppo dell’Asinara, in particolare di Cala d’Oliva; attraverso un laboratorio, in collaborazione tra la Conservatoria delle Coste e l’Università Architectural Association di Londra, è stato realizzato un centro dinamico di documentazione permanente, legato alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino, che vi hanno soggiornato nell’agosto del 1985.

“Abbiamo pensato questa installazione multimediale nel bunker di massima sicurezza, nelle prossimità del borgo di Cala d’Oliva, come presidio permanente della cultura della legalità – ha affermato Alessio Satta, direttore esecutivo della Conservatoria delle Coste – e abbiamo voluto coinvolgere Libera Associazioni nomi e numeri contro le mafie che rappresenta per il paese la lotta e la resistenza della società civile al fenomeno mafioso”.

“Il progetto su cui abbiamo lavorato – illustra Lara Porcella, che ha lavorato alla sua realizzazione – ha come obiettivo raccontare con un video la storia dell’Asinara, per frammenti; abbiamo considerato quello di Totò Riina un frammento importante, che ci ha permesso di allargare l’orizzonte delle vittime di mafia fino a fine Ottocento. Attraverso un percorso guidato, il visitatore potrà trovare nel bunker delle sagome, che rappresentano le vittime che la mafia ha sempre cercato di nascondere e di far dimenticare. All’interno del corridoio dell’ora d’aria, le immagini fisse rappresentano i punti di vista delle sei guardie tenute a sorvegliare costantemente Riina, e considerate le vere prigioniere senza colpa. Il percorso si conclude in due stanze: quella del boss e un’altra, limitrofa. Nella prima c’è il video, realizzato nella scorsa primavera, e nell’altra una serie di pannelli e registrazioni audio che riguardano le attività di Libera, come reazione contemporanea al fenomeno mafioso”.

Giampiero Farru, referente regionale di Libera Sardegna, ha messo in evidenza come l’iniziativa della Conservatoria delle Coste sia in continuità col lavoro di Libera ed avrà un suo percorso nelle iniziative di Libera Sardegna già nei prossimi mesi. “È la ribellione alle mafie – sostiene Farru - che dà l’antimafia sociale. Il tema della memoria è specifico di Libera, considerando che sono oltre 900 le vittime di mafia documentate. Le 20 sagome presenti all’Asinara – ha sottolineato Farru – vogliono rappresentare tutte le vittime di mafia”.

Visita all'installazione "Asinara. Cosa di nuovo nostra"
L'installazione “Asinara. Cosa di nuovo nostra” sarà visitabile gratuitamente presso il bunker sopra Cala d'Oliva fino al 30 settembre grazie alla collaborazione dei volontari di Libera che per tutta l'estate si alterneranno sull'isola dell'Asinara per dare continuità al presidio che fa parte integrante dell'installazione.