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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Monitoraggio delle macroalghe lungo le coste rocciose della Sardegna

macroalghe
15.05.2015

Nell’ambito del monitoraggio ambientale delle acque marino costiere ai sensi del D.Lgs 152/06 e s.m.i., l’ARPAS conduce lo studio dell’elemento di qualità biologica Macroalghe nelle coste rocciose della Sardegna.
La normativa nazionale che recepisce la Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE), prevede tra gli elementi di qualità biologica per la classificazione dello stato ecologico delle acque marino-costiere la valutazione delle macroalghe.
Le macroalghe sono considerate ottimi indicatori ambientali in quanto rispondono in tempi relativamente brevi ai cambiamenti delle condizioni ambientali, quali i disturbi antropici di diverso genere (es. urbanizzazione della costa ed eutrofizzazione) che provocano cambiamenti nelle comunità delle scogliere superficiali.

Nell’anno 2013 il Dipartimento di Cagliari ha condotto lo studio in 10 stazioni ricadenti nei corpi idrici marino costieri di tipo roccioso, di cui 7 sottoposte a monitoraggio operativo e 3 a monitoraggio di sorveglianza. L’indagine è stata svolta secondo la metodologia CARLIT (cartography of littoral and upper-sublittoral benthic comunities) prevista nei quaderni metodologici ISPRA che si basa sull’osservazione dei popolamenti superficiali dominati da macroalghe che si sviluppano in habitat microtidale e sulle caratteristiche geomorfologiche rilevanti corrispondenti alle comunità osservate.

La campagna di monitoraggio è stata effettuata nel periodo di massimo sviluppo delle specie algali. Le stazioni indagate sono Capo Sant’Elia, Biddiriscottai, Pittulongu, Punta Palau, Alghero, Foce Temo, Cala di Buggerru, Masua, Capo Teulada e Calasetta.

Tra gli elementi delle comunità caratteristiche delle scogliere superficiali, esaminati nel metodo CARLIT, riveste particolare rilievo la presenza di alcune specie del genere Cystoseira, particolarmente sensibili ad un ampio spettro di stress ambientale, alle quali viene assegnato un valore di sensibilità elevato in quanto indicatori di buono stato ambientale.
In tutti le stazioni esaminate sono stati rilevati popolamenti di Cystoseira in particolare Cystoseira amentacea, ad eccezione di Punta Palau caratterizzata da Cystoseira compressa. In due casi, Capo Sant’Elia e Alghero, sono stati riscontrati anche popolamenti di Cystoseira crinita e Cystoseira brachycarpa.

Nei corpi idrici Capo Sant’Elia, Punta Palau, Pittulongu e Calasetta è stata registrata la presenza considerevole di popolamenti di Cystoseira compressa con percentuali superiori al 20%. Questa specie ha un valore di sensibilità più basso rispetto alle altre specie di Cystoseira, tuttavia viene rilevata con priorità qualora formi popolamenti in un settore dominato da specie con sensibilità inferiore.
Durante la fase di raccolta dati sono state rilevate inoltre le caratteristiche relative all’inclinazione della frangia infralitorale, al grado di esposizione all’idrodinamismo, all’orientamento e morfologia della costa.

A conclusione delle indagini è stato calcolato il Rapporto di Qualità Ecologica che consente la classificazione secondo i limiti definiti dal D.M.260/10 nelle classi elevato, buono e sufficiente.
L’elaborazione dei dati ha evidenziato uno stato Elevato per quanto riguarda le stazioni di Biddiriscottai, Alghero, Foce Temo, Capo Teulada, Masua e Calasetta; uno stato Buono relativamente alle stazioni di Capo Sant’Elia, Punta Palau, Pittulongu e Cala di Buggerru.
Dai risultati ottenuti si evince che nelle stazioni sottoposte ad indagine il 60% rientra nella classe Elevato, mentre il 40% nella classe Buono, pertanto la valutazione dello stato ecologico in riferimento all’elemento di qualità biologica Macroalghe mette in evidenza il raggiungimento dello stato di qualità ambientale ai sensi della normativa vigente nei tratti di costa indagati.

Documenti e link correlati:
- Monitoraggio EQB Macroalghe – metodo CARLIT – anno 2013 [file.pdf]