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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Eradicazione della peste suina: operazione di depopolamento

cinghiali
Si è conclusa nel primo pomeriggio, nelle campagne di Arzana, Desulo e Orgosolo, una vasta operazione di contrasto della peste suina africana (Psa) che ha portato all’abbattimento di 210 maiali.
Il depopolamento, previsto dalle norme nazionali di tutela della salute umana e di prevenzione della Psa in Sardegna, è avvenuto a carico di capi adulti, trovati al pascolo brado illegale, privi di contrassegno identificativo attestante la storia sanitaria dei singoli esemplari e una regolare proprietà.
Il pascolo brado non confinato è, infatti, rigorosamente vietato dalla legge per evitare il continuo scambio del virus fra maiali domestici e cinghiali, vittime e potenziali diffusori della peste nel territorio.
Sul campo: uomini di Corpo forestale e di vigilanza ambientale, veterinari e personale dell’Azienda per la tutela della salute, dell’Agenzia Forestas, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale e delle diverse Forze dell’ordine dello Stato, coordinate dalla Questura di Nuoro.

Il ravvedimento operoso
Sono molteplici i provvedimenti promossi in questi ultimi tre anni dall’Amministrazione regionale per favorire le buone pratiche nell’allevamento dei suini. Uno di questi è il cosiddetto “ravvedimento operoso” un procedimento che accompagna il percorso di regolarizzazione volontaria e di emersione dei soggetti che detengono suini illegalmente. Chi si ravvede, facendo proprie le buone pratiche di corretto e legale allevamento, ha la possibilità di evitare il pagamento di una sanzione di circa 10mila euro e di dare avvio a una nuova attività. Attività legale che potrà godere dei numerosi finanziamenti messi a disposizione dal Programma di sviluppo rurale (Psr) della Regione Sardegna. Il comparto suinicolo, oltre ad avere a disposizione più di 50 milioni di euro per il benessere animale dei capi allevati (primo caso in tutta l’Unione Europea) potrà beneficiare di sostegni economici che possono raggiungere l’80% a fondo perduto.

Gli allevamenti in semi brado confinati
Per venire incontro alle diverse esigenze espresse dagli allevatori, soprattutto in determinati territori del Nuorese, della Barbagia e dell’Ogliastra, l’Unità di progetto di eradicazione della peste suina ha creato le condizioni per favorire l’avvio degli allevamenti in semi brado confinati.
Sono previste due modalità per questo tipo di allevamento: una per le Zone rosse, infette da Psa, e l’altra per le Zone bianche, immuni dal virus. Nel primo caso la detenzione di suini all’aperto in spazi confinati non deve superare la superficie massima di dieci ettari. Nelle Zone bianche invece le estensioni degli allevamenti possono arrivare ai quaranta ettari. La separazione fra gli allevamenti e l’esterno deve essere garantita attraverso recinti (muri a secco in pietra o doppie delimitazioni in rete metallica) o altri manufatti alti almeno un metro e cinquanta centimetri. Il carico sostenibile consentito è di quindici quintali di animali per ettaro.

8 dicembre 2017