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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

18° Rapporto sulla gestione rifiuti urbani

cassonetti stradali rifiuti
12.03.2018

Il 18° Rapporto sui Rifiuti Urbani, redatto dalla Sezione Regionale del Catasto Rifiuti dell’ARPAS in collaborazione con le Amministrazioni Provinciali e con il supporto dell’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente, descrive la situazione regionale sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani nel 2016. I dati, validati dall’ARPAS, sono stati raccolti sulla base dalle dichiarazioni fornite da Comuni e loro Associazioni, attraverso un apposito modulo realizzato sul SIRA, e dalle dichiarazioni fornite dagli impianti che ricevono e trattano i rifiuti, integrati da dati derivanti dal MUD.
Il Rapporto contiene la stima dei principali indici e indicatori previsti dalla normativa ambientale, quali l’indice di riciclaggio, ai sensi dell’art. 181 del D.Lgs 152/2006, il calcolo dei RUB a discarica, ex art. 5 del D.Lgs 36/2003, e gli indicatori di monitoraggio del Piano regionale dei rifiuti urbani aggiornato nel 2016.
Da questa edizione vengono recepite le novità in materia di calcolo della Raccolta Differenziata stabilite nelle Linee guida nazionali (decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 26 maggio 2016) e recepite a livello regionale (DGR 23/8 del 8.05.2017).
I dati del Rapporto vengono forniti anche all’ISPRA per l’elaborazione del Rapporto nazionale.

Nel 2016 il quantitativo di rifiuti urbani totali prodotti è stato di 735.639,94 tonnellate, con un aumento dei rifiuti prodotti di circa 18.400 tonnellate in più rispetto al 2015, pari ad un aumento di circa il 2,6%. Questo aumento, che trova riscontro anche a livello nazionale, interrompe di fatto il trend decrescente ormai in atto da diversi anni e solo una parte è attribuibile all’adozione del nuovo metodo di calcolo della percentuale di RD.

Le quantità di frazioni differenziate raccolte nel 2016 continuano ad aumentare in modo abbastanza evidente e si attestano sulle 437.870,72 t, proseguendo quindi il trend positivo e portando così la percentuale di raccolta differenziata al 59,52% (+3,6 punti in percentuale rispetto al 2015), con un generale miglioramento di quasi tutte le principali frazioni di rifiuti raccolti, che portano la Sardegna a piazzarsi come la sesta regione a livello nazionale per il risultato raggiunto.

Inoltre migliora ancora l’indice di recupero dei rifiuti, che si assesta fra il 48% e il 53% (a seconda della metologia di calcolo) che rappresenta il parametro su cui porre maggior attenzione poiché su di esso si concentrano gli obblighi comunitari che prevedono il raggiungimento del 50% entro il 2020. Inoltre a livello locale non mancano i casi di eccellenza con ben 49 comuni che superano l’80% di raccolta differenziata che si accompagnano a ben 38 comuni che sono sopra il 75% di RD; nella fascia superiore al 70% ve ne sono altri 80, cui si aggiungono altri 86 la cui percentuale supera il 65% previsto della norma.
In totale quindi vi sono 253 comuni (contro i 206 del 2015) che a livello locale hanno raggiunto e superato l’obbiettivo del 65%, per una popolazione che quasi raggiunge il 50% del totale (nel 2015 era solo il 34%).

Sul fronte impiantistico il 2016 si contraddistingue per la chiusura a metà febbraio delle linee di termovalorizzazione dell’impianto di Macomer, per consentire l’avvio dei lavori di adeguamento dell’impianto. Nel sud dell’isola l’impianto di termovalorizzazione del Tecnocasic ha trattato quantitativi inferiori di rifiuti, con conseguente spostamento del flusso di rifiuti verso l’impianto di Villacidro. Contemporaneamente nel Nord Sardegna l’impianto di Tempio ha ripreso a lavorare a regime e si segnala l’entrata in esercizio, a fine aprile 2016, della piattaforma di valorizzazione delle frazioni secche della raccolta differenziata dell’impianto di Arborea del CIPOR.

La diminuzione della capacità di incenerimento regionale ha avuto le sue conseguenze dal momento in cui sono aumentati i rifiuti andati a discarica e conseguentemente vi è stato un leggero aumento dei rifiuti biodegradabili avviati a discarica (RUB), soprattutto nelle aree dove è alta la produzione dei rifiuti e la raccolta differenziata ancora non ha raggiunto i risultati sperati, anche per i ritardi di alcuni grossi centri nell’attivazione di una raccolta domiciliare. Tenendo conto delle tempistiche previste per la realizzazione dei revamping dei termovalorizzatori esistenti, è necessario in tempi brevi mettere in campo le necessarie azioni di Piano per massimizzare l’intercettamento di rifiuti biodegradabili ed incrementare il loro invio al recupero

Documenti e link correlati:
- 18° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna [file.pdf]
- 17° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna
- 16° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna
- 15° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna
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