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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Operazione Fogu Malu

incendio S Isidoro
Il Nucleo Investigativo di polizia ambientale e forestale (NIPAF) del Servizio ispettorato di Cagliari, il 5 gennaio scorso, è intervenuto a Quartucciu per arrestare C.L., un uomo indagato per i reati di discarica abusiva, combustione di rifiuti e incendio.
L’intervento, che ha portato ad applicare la misura degli arresti domiciliari su ordine del Giudice per le indagini preliminari, si inserisce nelle attività di repressione dei reati di incendio e combustione illegale dei rifiuti effettuate dal Corpo forestale della Regione Sardegna nella cintura dell’Area Metropolitana di Cagliari con l’operazione intitolata “Fogu Malu”.

Gli incendi estivi.
Da diversi anni l’area di Sant’Isidoro e quelle circostanti sono interessate da incendi estivi che presentano le stesse caratteristiche in quanto originati dalla combustione di cumuli di rifiuti abbandonati nelle campagne.
Il Corpo Forestale ha documentato dal 2017 al 2018, 21 incendi, tra cui alcuni gravi, il cui spegnimento ha richiesto l’impiego anche dei mezzi aerei.
Dalle indagini è emerso che nell'area qualcuno esercitava da tempo una lucrosa attività illegale di gestione di rifiuti, anche pericolosi, attraverso la loro raccolta indifferenziata, il trasporto e il successivo abbandono nelle campagne, fino allo “smaltimento” ottenuto dando fuoco all’immondezzaio, senza usare neppure alcuna cautela per evitare la propagazione delle fiamme.

L’autore dei reati agiva in totale dispregio del patrimonio ambientale, dell’incolumità pubblica e della salute delle persone residenti nelle aree interessate dagli incendi.

Le indagini
La scorsa primavera, gli uomini del Corpo forestale erano riusciti a risalire al luogo di provenienza di alcuni rifiuti di una discarica. Qualche cittadino aveva incautamente affidato i propri rifiuti, ai fini del regolare smaltimento, a un soggetto terzo, sul quale si sono concentrate le indagini.
Con l’obiettivo di individuare il responsabile, gli inquirenti si sono serviti di telecamere accertando che lo scorso settembre, la discarica era stata data alle fiamme e un incendio si era propagato alla vicina macchia mediterranea espandendosi fino a minacciare alcune abitazioni.
Con le telecamere è stato registrato anche l’autocarro intestato a C.L., sia durante il trasporto dei rifiuti nella discarica abusiva che a seguito dell’incendio.

I reati
– La discarica illegale: l’uomo nell’ambito di una attività di impresa trasportava, smaltiva e realizzava una discarica di rifiuti di vario genere provenienti da abitazioni civili e derivanti dalla sua attività imprenditoriale. Fra i rifiuti sono state rinvenute persino numerose tesi di laurea, onduline in eternit, elettrodomestici e parte di essi, contenitori con residui di vernici e solventi , pneumatici, materiale plastico e in vetroresina.
– La combustione dei rifiuti: nell’ambito della sua attività di impresa, C.L. appiccava fuoco a un notevole cumulo di rifiuti di vario genere, generando fumi tossici.
– L’incendio: appiccando fuoco ai rifiuti, l’indagato provocava un incendio che percorreva la vicina macchia mediterranea e che veniva domato solo dopo l’intervento (protrattosi per circa due ore) di tre persone e un mezzo dei Volontari N.O.S. di Quartu Sant Elena.

La misura cautelare.
Nell’estate del 2017, i Forestali avevano accertato a carico di C.L., sempre in località Sant'Isidoro, un’attività di sversamento di rifiuti in una discarica abusiva da cui si sviluppavano numerosi incendi. In quell’occasione, C.L. più volte ha chiamato il 1515 segnalando gli incendi che lui stesso aveva appiccato.
Il GIP ha quindi ravvisato la ricorrenza di un pericolo serio e immanente di commissione di ulteriori analoghi reati da parte di C.L. disponendone l’arresto.

L’appello del Corpo Forestale
L’operazione “FOGU MALU” si aggiunge a numerose altre del Corpo forestale per la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente e in particolare al recente intervento effettuato a Sestu, nella zona del Policlinico.
Il fuoco “cattivo” nelle campagne non ha alcun nesso col fuoco “buono”, utilizzato in agricoltura e selvicoltura in modo lecito, responsabile, esperto e controllato, anche per ridurre il carico di combustibile vegetale e prevenire gli incendi. I fuoco infatti può facilmente trasformarsi in fonte di disastri e di pregiudizi per la salute, se utilizzato da soggetti non abilitati e autorizzati, ovvero con imprudenza e specialmente in violazione delle norme vigenti: la combustione dei rifiuti è un grave reato punito con la reclusione fino a cinque anni (art. 256 bis TU Ambiente).