E’ di due arresti e una denuncia a piede libero, il bilancio delle operazioni antibracconaggio portate a termine dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale nell’Oasi faunistica dei Sette Fratelli e nel Parco regionale di Gutturu Mannu. Fra il materiale sequestrato anche beni archeologici.
Oasi dei Sette Fratelli
Dopo una lunga attività di appostamento, nella notte tra il 23 ed il 24 marzo, nell’Oasi di protezione faunistica dei Sette Fratelli, il personale della Stazione forestale di Campuomu ha sorpreso in flagranza di reato due uomini appostati con un fucile calibro dodici vicino a un cumulo di mandorle, la cosiddetta
pappadroxia: un’esca di cibo utilizzata per attrarre cinghiali e cervi.
Dopo un breve tentativo di fuga i due sono stati bloccati e identificati e dai controlli emergeva che l’arma aveva la matricola abrasa. I Forestali hanno quindi proceduto all’arresto dei due, già con precedenti penali in materia venatoria, per detenzione di arma clandestina.
Nel corso della conseguente perquisizione è stata rinvenuta anche una carabina sottoposta a sequestro insieme al fucile. L’arresto, su richiesta del Pubblico Ministero, è stato convalidato dal GIP del Tribunale di Cagliari. Attualmente gli indagati si trovano agli arresti domiciliari. La pena prevista per il reato di detenzione di arma clandestina è quella della reclusione sino ai sei anni.
Parco di Gutturu Mannu
Nel Parco regionale di Gutturu Mannu il personale della Stazione forestale di Capoterra ha sorpreso un uomo in flagranza di reato di uccellagione. Si tratta di un altro pregiudicato. Nel corso della perquisizione, oltre alla selvaggina catturata illegalmente, 75 uccelli e diverse porzioni di cinghiale, gli agenti del Corpo forestale hanno recuperato dei reperti archeologici. Si tratta di due vasi che sono stati consegnati alla Soprintendenza archeologica per determinarne l’autenticità e la datazione. All’uomo, che dovrà rispondere del reato di uccellagione, potrebbe quindi essere contestato anche l’impossessamento di reperti archeologici, reato punito con la reclusione sino a tre anni.
Le operazioni portate a termine sono indirizzate alla tutela della biodiversità e del patrimonio culturale della Sardegna.
26 marzo 2019
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