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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Golfo di Olbia: recuperata una tartaruga Caretta caretta in stato di difficoltà

Tartaruga Caretta caretta
06.06.2023

Nella giornata di venerdì 26 maggio 2023, durante l’esecuzione delle attività di monitoraggio previste dal progetto Strategia Marina (Direttiva 2008/56/CE), il personale del Dipartimento di Sassari e Gallura dell’ARPA Sardegna, a bordo della motovedetta CP 2116 della Capitaneria di Porto di Olbia, ha avvistato una tartaruga della specie Caretta caretta (Linnaeus, 1758), in stato di galleggiamento, nelle acque prospicienti il golfo di Olbia, a largo di Capo Figari.
Il rinvenimento è avvenuto casualmente nel corso del Visual census, una delle fasi di monitoraggio indicate dalla Direttiva 2008/56/CE che prevede l’individuazione, lungo un transetto percorso procedendo a ridotta velocità, delle specie appartenenti al macrozooplancton gelatinoso e dei rifiuti galleggianti.

Lo stato di galleggiamento, le evidenti difficoltà ad immergersi anche sottoposto a stimolazione e la scarsa reattività dell’animale, hanno indotto gli operatori ARPAS a soffermarsi sul rinvenimento per una verifica preliminare e macroscopica delle sue condizioni. A tal fine, con il supporto della Capitaneria di Porto di Olbia, si è provveduto al recupero e messa a bordo della tartaruga di soli 30 cm di lunghezza.
Dopo un primo esame, è stata constatata l’assenza di ami e lenze nella cavità buccale e la presenza di un granchio epibionte, appartenente alla specie Planes minutus, nel posteriore dell’animale, tra il carapace e la coda.
Nel frattempo, il personale della Capitaneria di Porto ha provveduto ad allertare la Rete Regionale per la conservazione della fauna marina e, allo sbarco, il rettile è stato consegnato al personale dell’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo per il successivo trasferimento al Centro recupero del Sinis dove verranno effettuati gli accertamenti diagnostici.

La giovane tartaruga è stata battezzata “Morgana” come la fata legata ai miti dei miraggi in mare. Ora non resta che attendere il suo ritorno al mare.
Si ricorda che la Caretta caretta è inserita negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat, nell’allegato II della Convenzione di Berna, nell’allegato II del Protocollo SPA/BIO della Convenzione di Barcellona e negli allegati I e II della Convenzione di Bonn, oltre ad essere inclusa nella Convenzione CITES e nelle liste rosse italiane dello IUCN come “specie in pericolo”

"La popolazione della specie è considerata minacciata ed in pericolo, a causa del disturbo antropico nei siti di nidificazione e dell’elevata interazione con la pesca. Le principali minacce per la caretta sono costituite dalle catture accidentali (F02) con attrezzi da pesca (soprattutto palangari e reti a strascico), dal disturbo antropico nei siti di nidificazione (G05), dal bracconaggio (F05), dal degrado dell’habitat (J03), dall’ingestione di rifiuti (H03) che in alcuni casi provocano il soffocamento e la morte degli individui. Il traffico navale può determinare collisioni (G05) con individui che nuotano in superficie." (Fonte ISPRA)
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La Direttiva quadro 2008/56/CE sulla strategia per l’ambiente marino, recepita in Italia con il D.Lgs. 190/2010, è un importante strumento legislativo europeo che ha tra le sue finalità la tutela della biodiversità marina e che pone come obiettivo agli Stati membri il raggiungimento del buono stato ambientale. In Italia l’Autorità competente per la Strategia Marina è il Ministero dell’Ambiente che riveste funzioni di coordinamento delle attività nazionali. Il supporto scientifico-tecnico è garantito dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA) che, nell’ambito del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente (SNPA), collabora con le ARPA regionali per le attività di monitoraggio. Per l’esecuzione di tali attività l’ARPA Sardegna si avvale anche della collaborazione della Guardia Costiera, che fornisce il supporto logistico\operativo e l’assistenza tecnica.

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