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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Tutela delle acque

Tutela delle acque
In una regione come la Sardegna, in cui la quasi totalità della risorsa idrica per tutti gli usi proviene dalle acque superficiali, particolare importanza assume l’aspetto della tutela quali-quantitativa dei corpi idrici. Nel quadro della attuazione della normativa nazionale e comunitaria e nella politica della tutela delle acque, il ruolo della Regione deve essere quello di proporre e gestire in maniera globale i progetti di riqualificazione ambientale e territoriale dei bacini idrografici in forme non frammentarie, ma globali, complementari e di sussidiarietà.
La tutela e il miglioramento della qualità ambientale e l’utilizzazione corretta e razionale delle risorse idriche impone, oltre alla conoscenza dettagliata del corpo idrico e del territorio circostante, l’avvio di un processo di governance per la messa a punto e l’attuazione di processi decisionali condivisi tra i settori interessati e gli Enti sovraordinati. E’ sempre più inevitabile inglobare la centralità delle acque nei processi evolutivi dei territori per favorire uno sviluppo locale sostenibile: le acque sono un patrimonio comune dell’umanità, per la cui gestione debbono valere i principi della solidarietà e cooperazione, principio che deve “attraversare” ogni politica di programmazione e pianificazione territoriale/ambientale. In tale prospettiva, la ricerca di strumenti adeguati e di accordi tra tutte le parti interessate per un coordinamento solidale e durevole della gestione dei bacini idrografici deve condurre ad adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni di governo efficaci.

Il D.Lgs. 152/2006 (Codice dell’ambiente) nella parte terza riprende i principi fondamentali di sostenibilità degli usi dell’acqua già presenti nel D.lgs. 152/1999 sulla tutela delle acque dall’inquinamento, nella L. 36/94 sul ciclo integrato dell’acqua e nella L.183/89 sulla difesa del suolo, ma, al tempo stesso, è volto ad attuare le direttive comunitarie ed in particolare gli orientamenti comunitari in materia di acque (Direttiva Quadro 2000/60/CE) con alcuni importanti elementi quali la tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi della risorsa, la qualità ambientale del corpo idrico come obiettivo da perseguire su scala di bacino idrografico, la disciplina degli scarichi, la diversificazione delle azioni in base alla vulnerabilità del territorio.

All’interno di questo ambito si colloca il Piano di tutela delle acque (PTA), strumento conoscitivo, programmatico, dinamico attraverso azioni di monitoraggio, programmazione, individuazione di interventi, misure, vincoli, finalizzati alla tutela integrata degli aspetti quantitativi e qualitativi della risorsa idrica. Questo nell’idea fondativa secondo la quale solo con interventi integrati che agiscano anche sugli aspetti quantitativi, non limitandosi ai soli aspetti qualitativi, possa essere garantito un uso sostenibile della risorsa idrica, per il perseguimento degli obiettivi di qualità fissati dal Testo Unico (D.Lgs. 152/2006), per il recupero e la salvaguardia delle risorse naturali, per il raggiungimento dell’equilibrio tra fabbisogni idrici e disponibilità, per la lotta alla desertificazione.

Consulta il piano di tutela delle acque
Consulta il decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006
Consulta il decreto legislativo n. 152 dell'11 maggio 1999
Consulta la legge 36/1994
Consulta la legge 183/1989
Consulta la direttiva quadro 2000/60/CE

Documenti correlati:
Monografie [file.zip]
Relazioni [file.zip]
Norme tecniche piano tutela delle acque [file.zip]
Cartografia tav. 1 - tav. 4e [file.zip]
Cartografia tav. 5/1a - tav. 5/15 [file.zip]
Cartografia tav. 5/16 - tav. 10 [file.zip]
Cartografia tav. 11 - tav. 16 [file.zip]