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SISTEMA DELLA PROTEZIONE CIVILE REGIONALE

Rischio idrogeologico

Il rischio idrogeologico si può suddividere in rischio idraulico e rischio frana. Il rischio idraulico è connesso ad un evento di piena di un corso d'acqua seguito di avverse condizioni meteorologiche.
Si intende per esondazione il fenomeno di invasione ed espansione delle acque su vaste aree prodotto da una rottura o un sormonto dell'argine naturale o artificiale, connesso ad un evento di piena di un corso d'acqua. I territori coperti dalle acque sono inondati, mentre il corso d'acqua che esce dal suo letto esonda.

Il termine più generale "alluvione" viene utilizzato per indicare tutti i danni prodotti da un evento di piena di un corso d'acqua, sia quelli legati all'inondazione di territori sia quelli più propriamente connessi con l'instabilità delle sue sponde, l'erosione accelerata alla testata del bacino e l'instabilità dei versanti.

Il rischio frana è invece connesso al movimento di una massa di roccia, terra o detrito lungo un versante. Anche il rischio frana ha tra le principali cause scatenanti precipitazioni persistenti di elevata intensità.
Fondamentale, diventa quindi, al fine di prevenire e ridurre l'entità di tale tipologia di rischio, l'attività di monitoraggio meteoidropluviometrico. Il monitoraggio permette infatti di costruire e gestire un idoneo sistema di allertamento.

Il sistema di allertamento nazionale per il rischio idrogeologico ed idraulico si basa sulla definizione di tre differenti livelli di criticità, criticità ordinaria, criticità moderata e criticità elevata, individuati sulla base di fissati parametri pluviometrici ed idrometrici, corrispondenti a definiti scenari che si prevede possano verificarsi sul territorio, nonché sulla base di predeterminati valori soglia complessi, per gli eventi meteorologici previsti ed attesi per aree territoriali omogenee, Zone di Allerta.

Per il rischio idrogeologico, i livelli di moderata ed elevata criticità dovranno essere stabiliti, speditivamente, almeno in base al superamento da parte delle precipitazioni, previste e/o strumentalmente osservate, delle corrispondenti soglie pluviometriche, differenziate nelle diverse zone di allerta sulla base di criteri che tengono conto, tra l'altro, del numero di aree a rischio elevato o molto elevato per unità di superficie presenti in ciascuna zona di allerta e dell'estensione di territorio da queste coinvolto, relativamente all'estensione della zona d'allerta stessa.

Per quanto riguarda il rischio idraulico, i livelli di moderata e di elevata criticità dovranno essere stabiliti, speditivamente, almeno in base al superamento delle soglie idrometriche relative, rispettivamente, alla piena ordinaria ed alla piena straordinaria da parte dal livello idrico del corso d'acqua, previsto e/o osservato. La definizione dei valori delle soglie idrometriche e pluviometriche dovranno è affidata, in mancanza del centro Funzionale Regionale, al Centro Funzionale Nazionale. La seguente tabella mostra in modo semplificativo quanto sopra esposto.

Tuttavia la definizione dei livelli di moderata ed elevata criticità per le aree esposte a rischio elevato e molto elevato, è stabilita sulla base degli scenari d'evento che nel tempo reale potrebbero manifestarsi, a scala locale, anche a seguito di cause diverse.

In generale, le soglie di solito utilizzate per la verifica ed il monitoraggio e la sorveglianza in caso di condizioni meteorologiche avverse da tenere costantemente monitorati, anche a livello locale, sono le seguenti:

• Soglie pluviometriche: puntuali per l'identificazione dei dissesti puntuali come frane o smottamenti e processi torrentizi, ed areali per l'identificazione dei fenomeni sui principali Bacini (onde di piena);

• Soglie idrometriche: da utilizzare anche per la definizione delle condizioni ordinarie, misura del livello del pelo libero dell'acqua nelle aste fluviali, in particolare se il pelo libero è a circa un franco dagli argini allora la criticità sarà definita moderata, in caso di riduzione ulteriore del franco e raggiungimento quindi dell'altezza delle arginature, il livello di criticità è, necessariamente, elevato.