Attività di contrasto al bracconaggio
L'attività di lotta al bracconaggio, uno dei compiti istituzionalmente assegnati al Corpo Forestale e di vigilanza ambientale (Cfva), consiste nella pianificazione ed esecuzione di interventi operativi che presuppongono una profonda conoscenza del territorio e un impegno costante da parte del personale: appostamenti e attività di indagine le mansioni principali. L'impegno si mantiene costante anche durante la stagione antincendio, durante la quale il Cfva si dedica alle attività di coordinamento e di intervento nelle attività di antincendio boschivo.
È noto che alcune delle tecniche utilizzate dai bracconieri, oltre alla violazione della normativa sulla caccia e sulle armi, comportano gravissimi rischi per la sicurezza di escursionisti, cercatori di funghi e quanti vogliano usufruire della bellezza del patrimonio boschivo. Ci si riferisce in particolare ai così detti tubi-fucile, vere e proprie armi di fabbricazione artigianale, impostate a scatto e abbandonate nei boschi.
I cittadini che dovessero imbattersi in questi micidiali ordigni o anche in trappole e reti non vi si devono assolutamente avvicinare, ma devono segnalarne alle forze di polizia ed in particolare al numero 1515 del Cfva il rinvenimento, fornendo tutti gli elementi utili alla loro localizzazione.
Più in generale, il gran numero di mezzi di cattura illegali messi sotto sequestro dal personale del Corpo Forestale conferma l'esistenza di un mercato illegale della selvaggina.
È importante che i cittadini non si rendano complici neppure inconsapevolmente di tale attività.
Ad esempio, l'acquisto delle "tradizionali grive" nel periodo natalizio deve essere oggetto di particolari cautele: occorre accertarsi che si tratti di volatili provenienti da allevamenti, verificando che non siano oggetto di attività di caccia (i cui prodotti non possono essere venduti) e neppure di bracconaggio, sia con riguardo alle modalità di cattura che alle specie cacciate.
È noto che alcune delle tecniche utilizzate dai bracconieri, oltre alla violazione della normativa sulla caccia e sulle armi, comportano gravissimi rischi per la sicurezza di escursionisti, cercatori di funghi e quanti vogliano usufruire della bellezza del patrimonio boschivo. Ci si riferisce in particolare ai così detti tubi-fucile, vere e proprie armi di fabbricazione artigianale, impostate a scatto e abbandonate nei boschi.
I cittadini che dovessero imbattersi in questi micidiali ordigni o anche in trappole e reti non vi si devono assolutamente avvicinare, ma devono segnalarne alle forze di polizia ed in particolare al numero 1515 del Cfva il rinvenimento, fornendo tutti gli elementi utili alla loro localizzazione.
Più in generale, il gran numero di mezzi di cattura illegali messi sotto sequestro dal personale del Corpo Forestale conferma l'esistenza di un mercato illegale della selvaggina.
È importante che i cittadini non si rendano complici neppure inconsapevolmente di tale attività.
Ad esempio, l'acquisto delle "tradizionali grive" nel periodo natalizio deve essere oggetto di particolari cautele: occorre accertarsi che si tratti di volatili provenienti da allevamenti, verificando che non siano oggetto di attività di caccia (i cui prodotti non possono essere venduti) e neppure di bracconaggio, sia con riguardo alle modalità di cattura che alle specie cacciate.