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Rinvenimenti archeologici nella provincia di Oristano

Rinvenimenti archeologici nella provincia di Oristano
Nel giro di un paio di settimane il Corpo forestale regionale ha rilevato due importanti rinvenimenti archeologici, uno venuto alla luce con dei lavori di edificazione e un altro a seguito di segnalazione di scavi abusivi.

Il primo, segnalato alla Stazione Forestale di Cuglieri, è relativo ad un contenitore di terracotta di grosse dimensioni denominato “Dolium” risalente all’epoca romana affiorato nella esecuzione di lavori di sbancamento autorizzati per la realizzazione di una abitazione nel comune di Scano di Montiferro, per il quale è stata immediatamente interessata la Soprintendenza dei Beni Archeologici, con la quale è stato pianificato un sopralluogo congiunto volto a verificare lo stato di conservazione nonché il valore storico e scientifico dei reperti.

Il “Dolium”, di periodo tardo imperiale III – V secolo d.C., alto circa un metro e 20 è un manufatto destinato ad accogliere derrate alimentari (cereali, grano e orzo ), al momento della scoperta era quasi integro eccetto che per una parte della pancia, avventatamente asportata dalla benna del mezzo. Nella medesima area è stato ritrovato un frammento di ceramica sigillata Italica a “Vernice rossa” (fondo di un piattino) e numerosi frammenti di ceramica sigillata Africana Tipo “A” e “D”, comprese in un arco cronologico ampio che va dal I secolo d.C. al VI sec. d.C. che lasciano presupporre che il sito sia stato frequentato dal primo periodo imperiale fino all’età tardo antica.

Sempre nella seconda metà di marzo, la stazione forestale di Marrubiu, a seguito di una segnalazione, ha effettuato un sopralluogo nella località “Scala Sarrus”, nel comune di Mogoro, dove sono state rinvenute tracce recenti di scavo abusivo, effettuato da ignoti, presumibilmente alla ricerca di reperti archeologici. Nel sito è visibile la presenza di una tomba, presumibilmente di epoca romana, con alcuni spezzoni di lastre di pietra lavorata con cocci di terracotta e frammenti ossei umani. Della scoperta è stata data notizia alla Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari e Oristano, per i necessari sopralluoghi.