L'introduzione del daino in Sardegna viene fatta risalire ai
fenici e, successivamente, ai
romani, come specie d'interesse venatorio.
Il daino deve
considerarsi estinto in Sardegna allo stato selvatico intorno agli anni '60. Precedentemente all’estinzione erano stati introdotti alcuni nuclei di riproduzione in varie località dell’Italia continentale; gran parte degli esemplari oggi presenti in Sardegna derivano dal nucleo importato nella
riserva reale di caccia di San Rossore.
Il daino è una
specie mediterranea che non ha grande variabilità genetica e, diversamente da quanto è avvenuto per il cervo, non ha originato alcuna sottospecie endemica. Non per questo deve essere considerata di minor valore. Infatti, data la sua grande plasticità trofica ed ecologica, il daino si adatta anche ad ambienti marginali e la sua presenza, oltre ad arricchire la biodiversità, può essere un valore aggiunto alle economie locali.
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