L’Ente Foreste, che amministra a vario titolo
222.400 ettari di territorio (pari a circa il 10% della superficie regionale) in cui sono ricomprese aree demaniali (37%), aree gestite in concessione (40%) ed in occupazione (23%) ai sensi del
Regio Decreto 3267 del 1923, ha dato avvio all’attività di pianificazione in parte delle foreste demaniali attivando il primo importante passo verso la costituzione di un quadro di generale pianificazione e programmazione forestale.
L’importanza della Pianificazione Forestale La pianificazione forestale è il cardine su cui è possibile valutare e garantire l’effettiva sostenibilità della gestione, attivare stabili
processi di filiera ed ottenere la
certificazione ecologica della gestione.
Il Piano Forestale Ambientale Regionale (P.F.A.R. 2007) ha disegnato la struttura della pianificazione forestale impostandola su tre differenti livelli gerarchici:
- il
livello regionale (che definisce gli obiettivi strategici della politica forestale, rivestendo un ruolo di indirizzo e coordinamento per i successivi livelli della pianificazione);
- il
livello territoriale su scala di distretto (PFTD) che costituisce la sede entro la quale sono effettuate le analisi di dettaglio del territorio locale e, di concerto con le comunità locali, vengono individuate le destinazioni funzionali degli ambiti forestali;
- il
livello particolareggiato su scala aziendale (PFP) che rappresenta la diretta applicazione pratica delle tecniche selvicolturali e gestionali a livello di singolo soprassuolo forestale (i.e. Complesso Forestale).
Piani Forestali Particolareggiati (PFP)Il piano di gestione forestale è un documento che, attraverso la dettagliata conoscenza dei
parametri quali-quantitativi dei boschi (e più in generale dei sistemi silvo-pastorali ad esso connessi) determina (secondo i vincoli esistenti e gli indirizzi generali della
politica forestale) le linee operative idonee per ottenere nei singoli popolamenti forestali (
boschi cedui, boschi cedui da avviare all’alto fusto, fustaie, etc.) le migliori strategie selvicolturali rispetto alla
multifunzionalità del bosco (funzione produttiva, protettiva, turistico-ricreativa, scientifico-educativa, etc.) definita per ciascuno bosco.
Le Foreste Pianificate ed i territori interessatiLa redazione dei piani sta interessando le foreste ed i territori così inquadrabili:
-
Complesso Forestale Altopiano di Buddusò (
Foreste di Terranova,
Monte Olia,
Bolostiu,
Sorilis) per una superficie di
6.272 ettari;
-
Complesso Forestale Padru (
Foreste di Monte Nieddu) per una superficie di
1.121 ettari;
-
Complesso Forestale Limbara (
Foreste Limbara Sud ) per una superficie di
3.605 ettari;
-
Complesso Forestale Goceano (
Foresta Fiorentini ,
Anela e
Monte Pisanu) per una superficie di
4.663 ettari;
-
Complesso Forestale del Supramonte (
Foresta di Montes ) per una superficie di
4.630 ettari;
Galleria fotografica
-
Complesso Forestale del Castagno (
Foresta di Uatzo e di
Alase) per una superficie di
2.573 ettari;
-
Complesso Forestale Oasi Tepilora (
Foresta di Sos Littos - Sas Tumbas ,
Usinavà e di
Crastazza-Tepilora) per una superficie di
5.743 ettari;
-
Complesso Forestale di Montarbu (
Foresta di Montarbu ) per una superficie di
2.767 ettari;
-
Complesso Forestale Monte Arci (Foresta di Santa Giusta) per una superficie di
387 ettari;
-
Complesso Forestale Monte Linas (Foresta di
Montimannu) per una superficie di
3.943 ettari;
-
Complesso Forestale Marganai (Foresta di
Marganai e di
Gutturu Pala - Pubusinu) per una superficie di
4.594 ettari;
-
Complesso Forestale Settefratelli (omonima area Forestale) per una superficie di
6.363 ettari;
-
Complesso Forestale Gutturu Mannu (
Is Cannoneris) per una superficie di
4.684 ettari;
Riferimenti normativi internazionali ed approfondimenti- La definizione di
sviluppo sostenibile nasce con il
Rapporto Brundtlandt (1987):
"lo sviluppo sostenibile è quella forma di sviluppo che riesce a soddisfare i bisogni delle attuali generazioni senza compromettere tale possibilità per le generazioni future. Questo concetto comporta un bilanciamento tra fattori ecologici,economici e sociali". Il concetto di sviluppo sostenibile é stato poi applicato anche alla gestione delle risorse forestali; si è quindi introdotto il riferimento alla
Gestione Forestale Sostenibile.
- A seguito delle conferenze di Rio e Kyoto (
Summit della Terra) e delle risoluzioni sulla protezione delle foreste europee, molti stati europei si sono impegnati a garantire il monitoraggio dello sviluppo e della gestione sostenibile delle foreste. In concreto è emerso che la garanzia della sostenibilità della gestione, così come la
conservazione della biodiversità e l’aumento del
potere carbonio-sequestrante delle foreste può essere fornita principalmente dall'attiva e razionale gestione delle foreste. Anche la
certificazione forestale al momento è esclusivamente certificazione della gestione;
- La
gestione forestale sostenibile proposta dalla conferenza di Helsinki, molto importante in quanto comporta impegni precisi anche per l’Italia, viene definita come
"la gestione corretta e l'uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e a un tasso di utilizzo che consentano di mantenere la loro biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità e una potenzialità che assicuri, ora e nel futuro, rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello nazionale e globale e non comporti danni ad altri ecosistemi".
Riferimenti normativi nazionali ed approfondimenti-
Il Decreto legislativo n. 227 del 2001 prevede la redazione e la revisione dei
piani forestali regionali che, in adempimento delle linee guida emanate dal Ministero delle politiche agricole e forestali e dal Ministero dell'ambiente, definiscono le linee di tutela, conservazione, valorizzazione e sviluppo del settore forestale nel territorio di loro competenza;
-
Le linee guida emanate con decreto del Ministero dell’Ambiente del 16 giugno 2005 pongono al centro della
programmazione forestale i tre grandi obiettivi della Tutela dell’ambiente, del rafforzamento della filiera foresta-legno, del miglioramento delle condizioni socio-economiche. A tal fine, risulta strategica
“la pianificazione forestale ai vari livelli (regionale, eventualmente sub-regionale e soprattutto aziendale) condivisa attraverso la sensibilizzazione e la compartecipazione di tutte le componenti sociali interessate al territorio stesso”.
Riferimenti normativi regionali ed approfondimenti-
La Relazione Generale sul PFAR 2007: in particolare vedansi il titolo I (capitolo 3.1 "Strategie") ed il titolo VII ("Architettura della pianificazione forestale");
- I piani di gestione saranno il risultato più concreto della
Politica Ambientale dell’Ente Foreste, approvata con delibera n.67 del 31.07.2009 ove si indica la strada della “certificazione della gestione sostenibile” in cui le azioni selvicolturali e le attività ad esse connesse sono prioritariamente indirizzate ad esaltare la
multifunzionalità della foresta.
Consulta le pagineScopri i territori forestali della SardegnaLa storia delle Foreste Demaniali della SardegnaI distretti forestali del PFARRaccolta di leggi e ordinanze del Corpo ForestaleConsulta i documentiLa documentazione relativa alla Procedura Aperta per l'affidamento del servizio di redazione dei piani forestali particolareggiati del demanio forestale amministrato dall'Ente Foreste della Sardegna (da Bandi e Gare in Albo Pretorio on-line)