E’ difficile descrivere un’alba
I colori e le emozioni si muovono e si metamorfizzano in modo così repentino da non riuscire a trovare le giuste parole.
L’alba ai piedi del Monte Limbara poi è un vortice di colori, di sensazioni e di profumi.
Sono i colori della vegetazione brulla che si confonde con il bianco granito che si tinge impercettibilmente di rosa inseguendo il sole e sono i profumi del cisto, del mirto o del timo selvatico.
L’alba è un attimo, un momento breve da inseguire con il pensiero. Con quel sole rosso vivo che nasce timido ed imponente dietro l’Isola di Tavolara rischiarando i primi bagnanti mattutini e le navi in arrivo dal Continente.
Ma l’alba è anche musica, ai piedi del Limbara. Lo scorso anno, per la prima volta, i graniti e la macchia mediterranea hanno assistito alla funzione quasi mistica del concerto mattutino. Tra suoni di archi, di trombe e di vento centinaia e centinaia di persone hanno partecipato in religioso silenzio al rito eterno del sole e della luna. (*)
E’ il pubblico di Time in jazz quello delle sei del mattino. Quello di chi non va a dormire e quello di coloro che pur di esserci dormono in macchina con i sacchi a pelo e si svegliano carezzati dall’acqua fresca e limpida delle fonti di S’Eritti o di Sa Dispensa nel demanio forestale del Monte Limbara Sud. L’impressione è quella di una grande famiglia che fa gruppo intorno all’emozione della musica e della natura tra plaid colorati, macchine fotografiche e nuvole appena arrossate che tagliano la vista.
Pubblico di nottambuli in cerca di emozioni da condividere, di chiese sperdute tra i cardi e le greggi, di sensazioni infinite condivise durante i concerti serali in Piazza del Popolo a Berchidda, da dove la montagna ci osserva protettiva e pensosa.
Quando il puntuale maestrale spazza le ultime nubi dall’afa ferragostana la montagna sembra invitarci ed attenderci e noi non decliniamo l’offerta perché la lei è la nostra madre e perchè l’alba dei suoni è di buon auspicio.
Lo scorso anno per la prima volta un Requiem scritto per Ilaria Alpi ha tagliato l’aria sferzante e diviso l’insolita scena teatrale con il Miserere di Santu Lussurgiu e con la trance di Arvo Pärt.
Questo anno sette batterie ed un pianoforte in solitudine renderanno omaggio al caro amico Roberto ‘Billy’ Sechi e manderanno nell’aria tersa messaggi di affetto, di pace e di fratellanza.
Quando il sole nasce, dietro le montagne o dal mare, noi non siamo altro che l’infinita parte del suono e del silenzio dell’universo.
L’alba ed il Monte Limbara ci attendono anche questo anno con ansia e noi non possiamo mancare…
Paolo Fresu
Parigi, 12 luglio 2006
(*) Ringrazio l’Ente Foreste della Sardegna per il cordiale supporto logistico ed operativo
Consulta le pagine:Time in Jazz: concerto all'alba a Monte Limbara Link correlatiPaolo Fresu - sito ufficialeAssociazione Time In JazzSemida, un museo nellla forestaLe foreste demaniali del Monte Limbara - itinerari