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Le conclusioni della Conferenza di Copenaghen sul clima
Gerrei, panorama
Ultimo aggiornamento: 21/12/2009

Nel corso dell'attesa conferenza sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change) alla quale hanno partecipato 193 delegazioni dei paesi del mondo si è cercato un accordo internazionale sui cambiamenti climatici. Riconosciuto, tra l'altro, il ruolo cruciale delle Foreste sul clima mondiale.
Le premesse sulla Conferenza
La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici ( U.N.F.C.C.C. ) è in sostanza un trattato internazionale sull'ambiente, prodotto dalla Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite UNCED e spesso definito come Summit della Terra; si tenne per la prima volta a Rio de Janeiro nel 1992.

L'appuntamento 2009 ha visto riuniti a Copenhagen in Danimarca i rappresentanti di 193 governi provenienti da tutto il mondo per discutere di riscaldamento globale ed emissione di gas serra, nella speranza di siglare un accordo che superasse il Protocollo di Kyoto, adottato dalla Convenzione nel 1997 nonostante la mancata adesione degli Stati Uniti sotto la presidenza Bush e ratificato solo nel 2005 da parte della Russia. Il trattato mira alla riduzione delle emissioni dei gas serra, indicata come principale soluzione dell problema del riscaldamento globale. Il Trattato di Kyoto aveva previsto la diminuzione delle emissioni inquinanti, ma solo per i paesi industrializzati, di fatto esonerando i paesi in via di sviluppo.
La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici è arrivata a Copenhagen con un maggiore grado di coinvolgimento per paesi come Cina ed India, U.S.A. e Brasile.

Conclusioni della Conferenza
Stanti le importanti premesse, le conclusioni racchiuse nel documento finale possono essere riassunte nei seguenti punti:
- Consapevolezza che la salvaguardia del clima rappresenta una delle principali sfide dei nostri tempi;
- Accordo sul principio che siano necessari significativi tagli alle emissioni di gas serra come ampiamente e lungamente sostenuto dalla comunità scientifica: in pratica, raggiungere quanto prima (2012) il picco di tali emissioni per poter così iniziare una fase di costante riduzione delle stesse;
- Concordia sul fatto che l'approccio ai problemi climatici debba essere collettivo ed avere portata planetaria, vedendo i paesi più sviluppati supportare economicamente e tecnologicamente i paesi in via di sviluppo;
- Priorità e supporto finanziario allo sviluppo di tecnologie a basse emissioni, specie nei paesi poveri;
- Impegno a limitare l'aumento delle temperature entro la soglia di 1,5°C anche attraverso revisioni dell'accordo da prevedere per il 2016.

Il Giudizio sul risultato di Copenaghen
Non è facile giudicare se l'accordo raggiunto nell'ultima notte della conferenza rappresenti un progresso oppure uno stallo, nonostante l'intervento dei principali protagonisti della politica planetaria (tra i quali il presidente statunitense Barack Obama) e considerando le tante voci critiche dei manifestanti, degli scienziati delusi e dei paesi in via di sviluppo scontenti.

Nelle parole di alcuni protagonisti il giudizio degli esiti della conferenza:
- per il segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon i leader mondiali hanno affrontato un momento di svolta nella storia, affrontando i negoziati più complessi ed ambiziosi per la comunità internazionale e le conclusioni raggiunte dal negoziato rappresentano un essenziale principio, che andrà trasformato in un trattato vincolante già nel prossimo anno a Berlino.
- per Yvo de Boer, segretario esecutivo del ( U.N.F.C.C.C. ) i punti deboli del modello di conferenza mondiale sul clima messo a punto dall'O.N.U. sono state evidenziati nel processo decisionale che ha portato all'accordo di Copenaghen: i leader degli Stati Uniti, Cina, Brasile, India e Sud Africa si sono accordati nella notte del venerdì 18 dicembre per scrivere la bozza finale dell'accordo, innescando un processo decisionale che ha relegato i restanti paesi al mero ruolo di spettatori, una modalità questa non prevista e da cambiare (da non permettere) per i prossimi appuntamenti.
- per il ministro degli esteri cinese, Yang Jiechi, la conferenza sul clima a portato a positivi progressi tra cui il mantenimento del principio delle responsabilità "comuni ma differenziate" sul cambiamento del clima (ovvero, parafrasando: "tutti contribuiscono colpevolmente ai cambiamenti climatici, ma non tutti nella stessa misura") già riconosciuto a Kyoto.
- per le varie ONG e per la maggioranza degli scienziati, invece, prevale una generale delusione insieme al conforto per la prorompente emersione dei problemi e delle soluzioni "verdi" nell'approccio al problema del Clima: quel che resta, dopo due anni di preparativi per gli incontri di Copenaghen, è un testo di poca sostanza e vaghi principi; la platea mondiale si aspettava ben più di un accordo che mantenga sotto i 2 gradi Celsius l'innalzamento della temperatura atmosferica.

Il ruolo delle Foreste
Uno dei punti principali del trattato è il riconoscimento del ruolo cruciale delle Foreste sul clima mondiale: ridurre deforestazione e degrado del patrimonio forestale su scala planetaria rappresenteranno in futuro un obiettivo che sarà maggiormente supportato, anche attraverso appositi programmi di finanziamento.

Consulta il documento
Il testo dell'accordo [file .pdf - in lingua inglese]

Consulta le pagine
Il sito ufficiale della conferenza
Il punto di vista degli scienziati e delle ONG sull'accordo di Copenaghen
Il protocollo di Kyoto
Foreste e cambiamenti climatici
La conferenza di Bali del 2007