Inquadramento geografico e amministrativoProvincia: Nuoro
Comune: Teti
Superficie: 800 ha
Complesso di afferenza:
BarigaduDescrizione generaleL'area del cantiere si estende su 801 ettari di cui 492 di proprietà del comune di Teti ed in concessione trentennale all’Ente Foreste della Sardegna, di 187 ha di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna e di 122 ha in occupazione temporanea ai sensi della Legge 3267 del 1923 ed in fase di restituzione ai proprietari privati.
Aspetti geopedologiciLa superficie oggetto d'intervento si presenta a morfologia estremamente irregolare. Le emergenze più elevate sono rappresentate da
"S'Enna Sa Taula" e
"Monte Logoroghe", rispettivamente di metri 865 e 812. L'orografia è comunque in preponderanza
collinare.
Dal punto di vista geologico il substrato in esame è caratterizzato dalla presenza di rocce intrusive (graniti, granodioriti, leucograniti) del
Paleozoico e relativi depositi di versante. I suoli sono profondi o mediamente profondi, con tessitura da sabbioso-franca a franco-sabbioso-argillosa. A tratti la rocciosità e la pietrosità sono elevate, la profondità scarsa e forte il pericolo di erosione.
Il territori è ricco di numero
insediamenti archeologici risalenti al paleolitico ed al neolitico come il
villaggio Nuragico Surbale visitabili grazie a una fitta rete di
sentieristica.
Aspetti climaticiIl clima è quello tipico delle zone centrali sarde, con
estati lunghe ed asciutte ed inverni miti e piovosi, ed il regime pluviometrico con precipitazioni medie che si aggirano sui 750 mm annui, è tipicamente mediterraneo, con deficit idrico estivo.
La
zona fitoclimatica di appartenenza è quella del Lauretum sottozona calda e media e l'area appartiene all'orizzonte delle foreste miste delle sclerofille sempreverdi termoxerofile.
Aspetti vegetazionaliNell'ambito del cantiere forestale di Teti possono essere individuate due differenti situazioni vegetazionali.
Gran parte del territorio, soprattutto quello che presenta esposizione Nord-Nord Est, è costituito da un
bosco ceduo di leccio misto ad elementi di sughera con sottostante componente arbustiva. Tale tipologia vegetazionale è preponderante nell'area di
"Larenzu" e in
"Borborisaghe".
Su gran parte di queste aree sono stati effettuati
interventi di ricostituzione boschiva, con lo scopo di avviare all'alto fusto le piante che formano il ceduo di leccio invecchiato attraverso una preliminare azione di decespugliamento intorno alle piante e successiva eliminazione dei polloni deperienti, malformati o soprannumerari, e all'abbattimento delle piante di leccio e di sughera che, oramai deperienti, hanno esaurito la loro regolare attività vegetativa.
Nella restante parte della superficie, con esposizione Sud-Sud Ovest, è preponderante la
quercia da sughero, seppure frammista ad elementi di leccio e al pino, messo a dimora nei primi anni '80 e ora quasi del tutto eliminato per favorire la sua graduale sostituzione con sughera, leccio ed elementi della macchia mediterranea. Tale situazione vegetazionale la si ritrova nelle aree denominate
"Arzola",
"Silighe Antoni" e
"Su Nodu e S'Eleghe".
Su queste aree già nelle passate stagioni silvane, si è proceduto ad eseguire interventi di diradamento delle conifere, potatura di allevamento e di formazione delle
giovani sughere, con il fine di determinare una maggiore regolarità di accrescimento, una maggiore altezza di decortica, a diradare il numero dei polloni per ceppaia, in definitiva ad ottenere una produzione sughericola qualitativamente superiore.
Le specie vegetali più rappresentative sono le seguenti:
Q. ilex, Q. suber, Olea oleaster, Pistacia lentiscus, Pinus Pinea, Pinus insigne, Arbutus unedo, Phillirea sp., Erica arborea, Viburnum tinus, Frax.
Documenti correlatiCarta del Cantiere Forestale