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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Eremo Cassinese
Rovine Eremo Cassinese
Ultimo aggiornamento: 08/02/2006

L’Ente Foreste della Sardegna ritrova a Silana (Urzulei) i ruderi di una Chiesa a croce greca e di un’antica corte che dalle verifiche documentali e stando alle affermazioni dei più anziani del paese era dedicata a Sant’Aronau.
Nel Complesso Forestale di Silana dell’Ente Foreste della Sardegna in agro di Urzulei in località “Su Murtargiu”, sulle pendici di “Bruncu Olevani”, e adiacente alla sponda sinistra di Codula di Luna, sono stati ritrovati dalle maestranze del Servizio Territoriale di Lanusei i ruderi di una Chiesa a croce greca e di un’antica corte che dalle verifiche documentali e stando alle affermazioni dei più anziani del paese era dedicata a Sant’Aronau.

Sull’origine e il significato del nome, Aronau, ci sono due possibili spiegazioni. La prima, seguendo le note del Casalis Angius del 1846, che citava due volte una chiesa dedicata San Giuseppe nell’agro di Urzulei sulla strada che conduceva a Dorgali, porterebbe far pensare che la chiesa fosse dedicata a Giuseppe, ma non il consorte di Maria, il cui culto fu introdotto in Sardegna solo nell’800, ma al Profeta Giuseppe Aronne d’Egitto, in quanto il culto dei profeti era molto diffuso in Sardegna fino al Concilio di Trento del XVI secolo che ridimensionò questa usanza.
La seconda, e più verosimile, ipotizza che Sant’Aronau fosse, in realtà San Pantaleone. In sardo medioevale San Pantaleone poteva infatti suonare Sant’Anteronau da cui può essere discesa la semplificazione eufonica Sant’Aronau; infatti la P iniziale nel medioevo poteva cadere se equivaleva ad una F o ad una B, e la L si trasformava in R (per esempio Santu Francau nel medioevo era San Pancrazio, Ortulu era Portulu). Sant’Aronau in quanto San Pantaleone potrebbe essere uno stato parte di uno di quei beni che furono ceduti dal Giudice cagliaritano Torchitorio I all’ordine latino dei benedettini cassinesi di Monte Cassino, dopo che gli ordini monastici orientali, stiliti o basiliani, furono cacciati dalla Sardegna in seguito allo Scisma del 1054 promosso dal primate di Costantinopoli Michele Gerulario.

Insieme alla Chiesa sono stati rinvenuti anche i ruderi di una la corte, probabilemente un cenobio orientale basiliano o più probabilmente stilita al quale poteva anche essere annesso un villaggi, o corte, dove una popolazione, di condizione servile, lavorava per il monastero ed era dedita prevalentemente alla conduzione degli armenti. Il cenobio in genere veniva collocato in prossimità di un’importante via di comunicazione o di una fonte dove i frati esercitavano la loro azione pastorale intercettando i viandanti ai quali chiedevano l’elemosina. La chiesa si trovava infatti in prossimità di un’importante via di comunicazione, l’antica strada consolare romana “orientalis”;è anche da ricordare l’importanza che rivestiva quell’area per i religiosi che provenivano da altre regioni della Sardegna o dal continente, che sbarcavano dal mare, dopo aver navigato in periodo estivo (preferito in quei tempi), nell’approdo conosciuto di Cala Luna e, che si addentravano verso l’interno seguendo il sicuro tracciato dell’alveo del Rio Codula di Luna fino alla salita per la Chiesa di Sant’Aronau segnalata sulla sponda sinistra del Rio dall’inconfondibile profilo di Bruncu Olevani e da qui potevano poi prendere una qualsiasi direzione.