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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Strategicità dei servizi di valore ambientale svolti dalle foreste
di S'arcu su lampu - is Cannoneris - foto Digital Library
Ultimo aggiornamento: 17/04/2014

Il "valore aggiunto" rappresentato dai servizi ambientali svolti dalle foreste è generalmente sottostimato, soprattutto se si pensa ai reali benefici ambientali che esse producono.
Le foreste svolgono da sempre fondamentali servizi ambientali che oggi rappresentano, sempre più, nuovi strumenti e opportunità da prendere in considerazione per un'adeguata e moderna remunerazione dei "costi di produzione" e dei mancati redditi dei gestori forestali.

Nuovi strumenti economici
Una buona gestione forestale richiede dunque il riconoscimento dell'importanza strategica e del valore (anche economico) dei servizi ambientali svolti dal bosco per la società. Quantificarli consente di valutare quale un investimento, e non solo un costo, la tutela e valorizzazione delle foreste.
Partendo dal presupposto che anche la selvicoltura risponde alle leggi dell'economia, si sta consolidando sempre di più (ad esempio nell'ambito del progetto di ricerca Newforex finanziato dalla UE) l'idea che possano esistere esternalità ambientali positive connesse alle attività selvicolturali, e che queste possano essere valorizzate e quantificate in modo da creare un circolo economico virtuoso e quindi utile per l'ambiente.
Semplificando: può crearsi un mercato in cui i servizi ambientali (l'attività forestale in primis) possano avere un valore quantificabile e quindi monetizzabile.

I servizi ambientali hanno un valore
I benefici indotti sull'ambiente, sul clima, sulla qualità dell'aria e sul paesaggio troverebbero, in quest'ottica economica, una giusta remunerazione. Anche il costo sostenuto per la cura e la protezione dei boschi, dunque, potrebbe oggettivamente essere riconosciuto come un vero e proprio investimento fatto dall'intera società per il proprio futuro.

I servizi resi dalle foreste alla società
Tra gli aspetti principali, sinora considerati "intangibili" e mai opportunamente valorizzati:
- la protezione dell'assetto idrogeologico del territorio (qualità delle acque, minore erosione del suolo);
- il maggiore valore paesaggistico della risorsa ambientale (qualità di vita, benefici sulla vocazione turistica);
- la qualità dell'aria ed altri fattori socio-ambientali legati alla salute pubblica;
- gli aspetti climatici (mitigazione delle temperature globali e locali e dei cambiamenti climatici);
- la fissazione della CO2 ed il ruolo (anche economico) nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica;
- la tutela della biodiversità.

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panoramica del centro visite e dell'area arboretoBarigadu, Panorama sul canale boscato attività nel boscoSerra sa Traia, complesso forestale Gutturu MannuMonte Piattericartucceddu, vista sul cantiere forestalePunta Sapienza vista da Punta sa Cresia (Domus de Maria)


Un esempio: foreste e cambiamenti climatici
Una buona gestione forestale è fondamentale per far fronte al cambiamento climatico: l'aumento della temperatura media del pianeta (Global Warming) è ormai un problema da fronteggiare, un costo che la società deve e dovrà sostenere per gli effetti devastanti di eventi meteorologici estremi sempre più frequenti. Investire quindi in una gestione forestale più efficace, è quindi doppiamente remunerativo: le foreste (grazie alla produzione legnosa) trattengono ed assorbono il biossido di carbonio, ricoprendo un ruolo determinante nel mitigare i mutamenti del clima; il legno prodotto inoltre è un fattore produttivo importante in molte attività industriali.
Alberi e foreste aiutano ad attenuare queste alterazioni climatiche, sottraendo dall’atmosfera anidride carbonica e trasformandola attraverso la fotosintesi in carbonio, che poi “immagazzinano” sotto forma di legno e vegetazione (questo prezioso processo è chiamato sequestro del carbonio).

Altro esempio: i costi dei danni da incendi
Purtroppo l’emergenza incendi si ripropone con virulenza ogni anno sia a livello nazionale che mondiale, rappresentando un gravissimo problema ambientale ed economico oltre che di protezione civile.
Dal punto di vista climatico, il peggiore effetto collaterale è il rilascio in atmosfera di ingenti quantità di anidride carbonica (ovvero il carbonio precedentemente "sequestrato" dagli alberi).
La quantificazione di questo danno economico è uno degli aspetti essenziali per produrre una contabilità ambientale quantificando gli effetti distruttivi di questa piaga.
Un manuale per la valutazione dei danni da incendi boschivi è stato recentemente prodotto dal Corpo Forestale dello Stato.

Il mercato del carbonio: prospettive economiche per le attività agroforestali
Fra le strategie del Protocollo di Kyoto vi è quella di considerare le foreste quali mitigatori delle emissioni di anidride carbonica: negli anni, ciò ha fortemente incrementato l'interesse per i crediti di carbonio da attività forestali su scala globale e la nascita di mercati del carbonio: si tratta di strumenti di politica economica per ridurre le emissioni di gas serra, utilizzati congiuntamente ad altre politiche (tassazione delle emissioni o carbon tax, regolamenti pro-tecnologie a bassa produzione di gas serra, etc.) e consistono nella compravendita di permessi di emissione ("crediti" di carbonio) che possono essere distribuiti da un soggetto terzo o generati da progetti di "sequestro" o abbattimento della CO2 (quindi dalla gestione forestale). Anche in questo senso, dunque, le foreste hanno un "valore economico".
Un esempio italiano di asta di quote di CO2 (mercato locale del carbonio) è quello del progetto CARBOMARK portato avanti dalle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, che ha già dato luogo, in questi mesi, alle prime aste di crediti di carbonio provenienti dalla gestione forestale certificata (prezzo a base d'asta: 30€ per Tonnellata di CO2, IVA esclusa, per una quantità complessiva di 317 T di CO2 prodotte nel solo comune di Mel, nel Bellunese). In una esperienza simile, pochi mesi fa, allo stesso prezzo sono state vendute altre 300 T provenienti da poco meno di 3000 ettari di boschi certificati PEFC: in pratica, quindi, ogni ettaro di bosco produce, periodicamente, 1€ di credito di CO2 vendibile sul mercato.
La sola gestione forestale dell'Ente Foreste della Sardegna (oltre 222.000 ettari) dunque, vale potenzialmente almeno 220.000€ annui in questo mercato.

Galleria fotografica
Punta Monte Lerno - PattadaBosco di Alà dei sardi - foto Domenico Ruiu in Digital LibrarylegnamePanorama di Monte Cresia e Sette FratelliPanorama di Piana Longa verso le falesie di Punta CristalloSupramonte-Punta su Cusidore m.1348 slmlavori forestali: motoseghisti dell'Agenzia in azione


Conclusioni: i servizi ambientali hanno un valore
Le foreste sono dunque autentiche fabbriche di beni e servizi (il bosco "mensa e farmacia sempre di turno"). In un recente articolo scientifico vengono illustrati, fra l'altro, alcuni innovativi meccanismi definiti PES (Payment for Environmental Services ovvero Pagamento per Servizi Ambientali) che modellano transazioni economiche il cui oggetto principale di scambio sono proprio i servizi ambientali ben definiti (ad es: l'utilizzo del suolo, la qualità dell'acqua e dell'aria). La strada per il completo riconoscimento (specie a livello legislativo) del valore economico dei beni ambientali, però, è ancora lunga; certamente una quantificazione omnicomprensiva dovrà tener conto:
- dei benefici indotti sui beni primari (aria ed acqua in primis)
- del valore aggiunto in termini di risorsa paesaggistica, biodiversità, salute pubblica ed altri benefici intangibili;
- dei risparmi dovuti alla protezione da dissesto idrogeologico e dagli effetti del Global Warming;
- del valore prodotto in termini di credito di quote di CO2 nel mercato del carbonio.

Consulta le pagine e gli articoli correlati
Articolo della F.A.O. sul ruolo delle foreste contro i cambiamenti climatici
La Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali (n.35 - febbraio 2002)
Il sito del programma forex, finanziato dal VII programma quadro di ricerca della Commissione Europea
Un articolo sul tema dei P.E.S. tratto dal Journal of Biogeosciences and Forestry e pubblicato dalla Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (SISEF)
Un interessante manuale sul mercato del Carbonio