Logo Regione Autonoma della Sardegna
FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
sardegnaforeste  ›  foreste e parchi  ›  strutture territoriali  ›  complessi forestali  ›  unità gestionali di base  ›  cantieri forestali  ›  putifigari
Putifigari
Putifigari, Rio Sette Ortas
Ultimo aggiornamento: 23/05/2014

Il Perimetro fu aperto nel 1974 dall'Ispettorato Forestale di Sassari, con un primo impianto di 60 ettari, su un terreno fortemente degradato dagli incendi e dal disboscamento selvaggio; oggi può contare un'estensione di circa 700 ettari di bosco misto, con prevalenza di latifoglie nei diversi corpi territoriali, ricadenti nei comuni di Putifigari e Uri.
Inquadramento geografico e amministrativo
Provincia: Sassari
Comuni: Putifigari, Uri
Superficie: 943,4 ha così ripartito:
- 373,2 concessione del Comune di Putifigari per 30 anni, dal 2004
- 197,9 ha concessione del Comune di Uri per 30 anni, dal 2004
- 372,3 ha occupazione temporanea, in comune di Putifigari

Complesso forestale di afferenza: Monte Minerva

Tel: 320 4331258

La storia
Il perimetro forestale di Sos Coroneddos ricade nel Comune di Putifigari, piccolo paese di 700 abitanti circa.
Il paese nacque nel 1365 quando il feudo venne donato a Don Pedro Boyl da Re Pietro d’Aragona ma solo dopo il 1700, grazie all’opera del marchese Boyl il paese inizio ad incrementarsi anche come numero di abitanti. Questi, proveniente dal Regno dei Savoia, riceveva in dono il feudo di 3000 ettari di boschi, salti e campagne, prevalentemente foresta fitta ed impenetrabile, nella zona che oggi comprende i confini del comune di Putifigari. Tutto il territorio era raggiungibile con difficoltà per la mancanza di strade e sentieri e per la fitta vegetazione; scarsamente popolato, era spesso terra di scorribande di grassatori, sicari, banditi e latitanti che numerosi all’epoca circolavano in quelle zone ed, in particolare nel periodo estivo, solevano riunirsi ed incontrarsi nelle vicinanze di una fonte, in un fitto bosco, per le provviste d’acqua, in una località denominata appunto Sos Bandidos .
Il marchese, non trovando personale per lavorare la terra e pastori per i primi insediamenti di allevamento ovino e caprino, iniziò ad incontrare i banditi instaurando con loro un ottimo rapporto sino a diventare loro amico. Decise di fare delle sue terre una zona franca, all’interno della quale i banditi godevano una protezione particolare ottenendo il condono delle pene giudiziarie. Vincendo la loro diffidenza, li assoldò per lavorare sempre più numerosi, così che trovarono in quel posto una sistemazione definitiva e, con i primi insediamenti e nuclei abitativi, diedero origine al villaggio che prese il nome Puti-figari (posto di sicari).
Nel 1830, su richiesta del marchese, furono piantati nel territorio del paese 150.000 querce da sughero e sembra che, in tutta l’isola, questo fosse il primo esperimento di coltura e commercio del sughero.

Descrizione generale
Il perimetro dell'Unità Gestionale di Putifigari presenta diversi corpi territoriali, ricadenti nei comuni di Putifigari e Uri.
Il centro della UGB ricade nel cantiere storico di Putifigari (Sos Coroneddos) che risale all’anno 1974 quando, per conto dell’Ispettorato Forestale di Sassari, ci fu un primo impianto di 60 ettari su un terreno fortemente degradato dagli incendi e dal diboscamento selvaggio. Oggi può contare un'estensione di circa 700 ettari di bosco misto, con prevalenza di latifoglie.
Si estende all’interno di una profonda valle denominata S’adde e Sa Figu o la Valle Incantata: in quella valle il tempo si è fermato e lungo le rive del fiume Sette Ortas, che l’attraversa, è ancora possibile ammirare roverelle centenarie ed olivastri quasi millenari, in ottimo stato vegetativo e di notevole dimensioni, indubbiamente di grande interesse naturalistico ed ambientale.

Flora, Fauna e particolarità
Il fiume Sette Ortas è originato da una sorgente d’acqua calda che nasce in territorio di Villanova Monteleone e lo alimenta tutto l’anno, con la particolarità che, nel periodo estivo, è più abbondante e scorre impetuoso sino a sfociare nel bacino del Cuga.
Lo stesso, ricco di anguille sino a qualche tempo addietro, oggi conta carpe, persico trota e gamberetti di fiume.
Il terreno è prettamente a vocazione forestale e le sughere, i lecci e le roverelle hanno il sopravvento rispetto alle altre specie.
Il sottobosco è costituito dalla fitta macchia mediterranea, ricchissima di fauna e flora: sono presenti cinghiali in gran numero, volpi, martore, donnole, lepri, conigli, pernici, colombacci, tortore, anatre etc., funghi in particolare della specie boletus, cantarellus cibarius, clitocybe geotropa, pleurotus ostreatus, diverse qualità di russula, il coprinus comatus oltre all’amanita caesarea e tanti altri.
In tanti anni ai lavori forestali sono seguiti anche quelli strutturali con la realizzazione di venti chilometri circa di strade, piste forestali e sentieri; e ancora, la progettazione e la costruzione di fabbricati ad uso ricovero del personale lavorante, delle attrezzature e degli automezzi e punti di sosta per visitatori a piedi ed a cavallo nelle zone di maggior pregio. Sono stati costruiti due vasconi per gli approvvigionamenti idrici, due ponti per dare la continuità stradale anche agli automezzi del servizio AIB e ripristinate due antiche capanne di pastori.
In particolare in località Pagliaresu è stata realizzata una torretta per avvistamento incendi, diventata punto d’avvistamento regionale a 360°, con panorama mozzafiato su magnifico Golfo di Alghero.
Sono presenti, nelle immediate vicinanze ed all’interno del perimetro, un nuraghe di grande dimensione, una Domus de Jana con più ambienti ed un sito di vecchie capanne di carbonai . In alcuni punti sono presenti altri insediamenti più antichi.

Documenti correlati
Carta del Perimetro Forestale