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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Da Nuoro, sintesi delle "Giornate di Studio sulla Gestione Forestale"
Immagine del Seminario nuoro 5 marzo 2015
Ultimo aggiornamento: 07/03/2015

Dopo la prima giornata, accolta con grande interesse da una platea di circa 200 addetti ai lavori che hanno riempito la sala dell'Auditorium "G.Lilliu" a Nuoro, si pubblicano le sintesi degli interventi, raccolte mentre erano in corso le due sessioni della seconda ed ultima giornata di studi.
Un resoconto delle due Giornate di Studio sul ruolo del settore pubblico nella gestione del patrimonio forestale in Sardegna, in Italia ed Europa: esperienze a confronto.
Le principali informazioni sull'attività seminariale.

tavola rotonda, terza ed ultima sessione, pomeriggio del 6 marzo

Sintesi della III ed ultima sessione
- h 15:30 inizia la terza sessione - Tavola Rotonda su proposte di riordino delle competenze e della struttura organizzativa del settore forestale pubblico in Sardegna
-- Ass.re Donatella Spano: "dobbiamo colmare il deficit legislativo regionale: manca una legge forestale regionale". Numerosi soggetti (Ente Foreste, Protezione Civile, CFVA, DG Ambiente, DG Agricoltura, Enti Locali e Protezione Civile) concorrono alla gestione/tutela del settore forestale, esiste l'esigenza di un miglior coordinamento e definizione di ruoli. Occorre una razionalizzazione anche nell'utilizzo delle risorse umane. Qualità nella fruizione dei beni ambientali ed adeguatezza rispetto alle esigenze della fruizione turistica sostenibile, innovazione nelle politiche forestali e tutela del Territorio, innovazione tecnologica nelle strutture regionali.
Brevi cenni ai contenuti del disegno di legge per il settore forestale (titoli). Conservazione del bosco irrinunciabile risorsa. Strumenti: Sistema Informativo Regionale dell'Ambiente (SIRA), sostegno all'economia del bosco. Progetto di un Polo Forestale ove avranno un ruolo numerosi attori: Ente Foreste, CFVA, Protezione Civile, Università ed altri soggetti...
-- Prof. Maurizio Mulas, Dip.NET Università Sassari e Scienze Forestali di Nuoro: nuovi compiti e nuovo ruolo per l'Università, in particolare per la facoltà di scienze forestali di Nuoro.
-- Prof. Roberto Scotti, docente facoltà Scienze Forestali di Nuoro:La caratterizzazione dei sistemi complessi, tipica della realtà forestale, ha dei forti limiti rispetto all'esigenza di predeterminare, con la pianificazione, le azioni sul territorio nel medio periodo. La gestione forestale in questo senso è paradigmatica sulle difficoltà di conciliare teoria e pratica nelle scienze forestali.
-- dott. Gavino Diana, comandante regionale del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale (CFVA): Il Corpo Forestale regionale non ha inciso, negli ultimi dieci anni, nella gestione forestale, occupandosi di Vigilanza Ambientale attraverso le proprie basi operative (stazioni forestali, basi navali, basi elicotteri etc...) e nel futuro dovrà interagire con gli altri attori definiti dall'Assessore Spano nello scenario della futura legge forestale regionale. In alcuni casi si continuerà ad occupare di compiti nuovi od esterni rispetto al settore forestale (protezione dei beni archeologici e nell'agro-alimentare) e nel contesto della nuova legge forestale occorrerà una rinnovazione della struttura del Corpo. Si prevede a Nuoro la creazione di una nuova scuola forestale. Sarà importante imparare a comunicare bene le tante cose fatte quotidianamente nel settore forestale.
-- dott.ssa Paola Zinzula, Direttore Generale, Assessorato Difesa Ambiente: il solo strumento attualmente disponibile per l'Assessorato è il P.F.A.R. al quale si è recentemente (e sperimentalmente) aggiunta la pianificazione di distretto. L'attuazione del piano forestale consente di realizzare diversi programmi su varie fonti di finanziamento, fra i quali il Programma delle pinete litoranee. La tutela della risorsa forestale comprende anche lotta fito-sanitaria. Commercializzazione e regolamentazione dei materiali di propagazione forestale. La materia "Foreste" è fortemente connessa alla "tutela della Biodiversità" così come la gestione forestale è strettamente legata alla gestione delle aree SIC e ZPS (tra gli habitat tutelati vi sono anche eco-sistemi forestali): la Sardegna si colloca tra le regioni in Europa dotate di un censimento puntuale delle aree tutelate (in parte, habitat agricoli-forestali). Le foreste offrono servizi ambientali di vario tipo.
-- dott. Graziano Nudda, Direttore Generale Protezione Civile: l'Ente Foreste è una delle tre "colonne operative" del sistema della protezione civile, con personale altamente qualificato capace di portare sul campo una notevole massa di uomini e mezzi in qualunque tipo di emergenza. Senza questi 2500 uomini (operai e tecnici qualificati) la Protezione Civile non potrebbe attualmente funzionare con la qualità degli interventi che serve, anche con riferimento al manuale operativo di recente approvazione;
-- dott. Antonio Casula, Direttore Generale f.f. Ente Foreste: l'attuale, contingente situazione del bilancio Ente Foreste (93% di spese obbligatorie, riconducibili al personale) rende necessario il perseguimento di migliori risultati nel campo della progettazione europea (per captare finanziamenti indispensabili alle attività di progettazione dell'Ente) così come una maggiore azione per valorizzare gli oltre 400 fabbricati forestali (metà dei quali potrebbe essere destinato ad attività turistiche-ricreative). Anche la valorizzazione delle filiere produttive dei prodotti del bosco, unitamente alla revisione delle modalità operative (ricorso alle cooperative forestali in alcuni casi specifici) possono considerarsi tra le priorità dell'Ente Foreste all'attualità.

Assessore Spano in platea durante la seconda sessione

Sintesi della II sessione
- h 9:45 inizia la seconda sessione: si parlerà delle buone pratiche nelle foreste pubbliche e dell'evoluzione dei sistemi gestionali. Modera il prof. Davide Pettenella (Università di Padova)
- h 9:55 Presentazione Eustafor sulla gestione del patrimonio pubblico secondo criteri economici;
- h. 10:10 inizia la presentazione di Antonella Massaiu (Office National des Forets - ONF - Corsica) che parla della gestione forestale pubblica in Corsica, finalizzata alla ricostituzione del demanio forestale...e dell'evoluzione della gestione pubblica sostenibile e multi-funzionale. 125 gli addetti che lavorano presso la direzione generale dell'ONF. Le foreste pubbliche sono pari a 151.000 ettari, di cui 100.000 "comunali". Notevole la produzione legnosa in Corsica. Difficoltà ad ottimizzare lo sfruttamento, determinato dalla mancanza di rete viaria e della orografia dell'Isola. Gran parte della legna utilizzata in Sardegna arriva dalla Corsica. In Corsica chi si occupa di gestione forestale non fa anche antincendio (esclusiva competenza del corpo dei pompieri) ma si dedica soprattutto alla prevenzione, direttamente nelle aree boschive.
- h. 10:34 inizia la presentazione di Josef Schmiedhofer (direttore Azienda Provinciale Foreste e Demanio della Provincia Autonoma di Bolzano). L'azienda punta sul miglioramento delle utilizzazioni dei prodotti del bosco, su ammodernamento ed automatizzazione delle segherie, sulla scuola forestale di Latemar (che eroga corsi per 1400 persone ogni anno). L'azienda ha un utile considerevole, circa 600.000€ all'anno, interamente reinvestiti. Approfondimento sul mercato del Legno e sul calo del prezzo registrato dal 1995 al 2014 a fronte dell'aumento dei costi di lavoro. Uno dei problemi principali è la ristrutturazione dell'Amministrazione per eliminare i costi della burocrazia.
platea 6 marzo
- h. 10:50 inizia la presentazione di Giustino Mezzalira (Ricerca e Gestione agro-forestale in azienda pubblica Veneto Agricoltura). Evoluzione dei sistemi gestionali, utilizzo biomasse, esempi virtuosi dal Veneto. Il senso e l'importanza delle Foreste Demaniali oggi. Percorso di unificazione degli Enti Regionali che in 10 anni ha portato in Veneto ad integrare la gestione forestale con la gestione dei beni regionali, della fauna, delle attività di ricerca nel settore agricolo e dei vivai forestali e della formazione tecnica-forestale/agraria sostenuta dalla regione. 415.000 ha di superficie forestale, (non una grande copertura forestale, nella media italiana) di cui solo un terzo di proprietà pubblica. Il 3% della foresta veneta (9 foreste demaniali) è gestita dal settore pubblico, pur in presenza di continue contrazioni degli stanziamenti nel bilancio regionale. Un secolo di foreste demaniali: da miniera di legno a presidio contro il dissesto idrogeologico, a scrigno della biodiversità (in coesistenza con le altre funzioni produttive del bosco) e carbon sink. Certificazione Forestale e Consorzio per la valorizzazione del legno veneto (es. foresta del Cansiglio). Le aree Wilderness con grande attenzione per la rete sentieristica. Le foreste demaniali saranno nei prossimi anni oggetto di sperimentazione dei consorzi forestali (cooperazione pubblico-privato).
- h. 11:15 inizia la presentazione di M.Cristina d'Orlando (Servizio Programmazione e Pianificazione Forestale - Regione Friuli V.G.). Gestione multi-funzionale attiva e sostenibile per attivare l'economia dei territori montani. La buona viabilità è strategica nelle foreste del Friuli. 10 funzionari e 21 operai che si occupano di manutenzione di beni e rete Sentieristica, misurazioni e monitoraggi, mentre la tendenza è di affidare a terzi (settore privato) qualsiasi altra attività forestale, anche legata all'utilizzo e valorizzazione degli assortimenti legnosi attraverso società miste pubblico-privato. Commercializzazione attraverso una "borsa del legno". Il prelievo forestale in Friuli è in crescita dal 2010 al 2014 rispetto agli anni precedenti. Le quantità prelevate sono gestite e rendicontate in modo trasparente, a beneficio delle popolazioni coinvolte.
- h. 11:33 prima della pausa caffè, il prof. Pettenella trae le conclusioni sulle esperienze presentate sin qui: molte delle iniziative esaminate (filiera del legno, certificazione forestale, rete sentieristica e valorizzazione di altre funzioni e servizi resi dal bosco) dovrebbero meglio tener conto delle esigenze di comunicazione (anche nel senso proprio del marketing del prodotto) e di integrazione pubblico-privato per conseguire le economie di scala che sono il vero e proprio punto debole delle politiche esclusivamente presidiate dal settore pubblico.
- h. 11:58 La sessione riprende con la presentazione di Elisabetta Gravano (Settore Forestazione Regione Toscana) che espone vantaggi e svantaggi nella gestione delle Foreste Modello nel centro Italia. Approfondimenti sulle iniziative portate avanti: miglioramento della sicurezza del lavoro nei cantieri, certificazione della filiera del legno, diffusione della consapevolezza sul patrimonio ambientale. Sul fronte del settore pubblico la Regione Toscana finanzia i progetti di forestazione con meno di 5 milioni di € annui (512 operai a tempo indeterminato che si occupano di tutte le attività). Ove la gestione pubblica non riesce a coprire il fabbisogno si ricorre al settore privato in un contesto di piani di gestione e scambio di beni e servizi tra pubblico e privato;
- h. 12:28 inizia la presentazione di Franco Licini (Settore forestale, Regione Piemonte). Viene citato il caso dell'industria Ferrero quale esempio di valorizzazione di un prodotto della montagna (la nocciola) grazie ad una filiera bosco-industria alimentare ben gestita. 916.000 ha di territorio forestale in Piemonte di cui solo 1% demanio, un ulteriore 28% dei comuni, il resto privato. In Piemonte il governo a ceduo sta tornando ad essere una delle modalitá di sfruttamento sostenibile del bosco, e si sta procedendo alla progressiva riconversione a ceduo di alcune superfici. La gestione delle 94 aree demaniali in Piemonte avviene tramite soli 20 operai, ai quali vanno sommate le 40 unità che gestiscono il settore vivaistico, altamente meccanizzato. Lato Regione, il modello gestionale sta cambiando, con una significativa riduzione dei fondi stanziati (molto importante resta il canale di finanziamento UE) e del personale operaio (attualmente poche centinaia di unità a tempo indeterminato, che non intervengono nella campagna antincendio, per la quale la regione provvede separatamente con 2 ulteriori milioni di € tra corpo AIB e reparto elicotteri). Riorganizzazione imminente prevederà un settore forestale (pianificazione e programmazione) ed una agenzia forestale con competenze tecnico-scientifiche ed operatività nel territorio (opere di sistemazione, sentieristica, vivaistica) e si mira ad una riduzione delle spese di circa il 30%. Anche la regione Piemonte dunque punta ad una riforma del settore forestale, con sguardo attento alla privatizzazione ed esternalizzazione secondo le linee guida europee.
- h. 12:55 inizia la presentazione di Francisco Javier Ezquerra (Junta de Castilla y Leon) che presenta il modello gestionale spagnolo basato sulle foreste modello. Il settore forestale nella regione Castilla y Leon occupava nel 2014 circa 14.000 addetti, di cui una sola parte esigua nel settore pubblico, principalmente tecnici laureati che si occupano di pianificazione e controllo, e la maggior parte impiegata nel settore privato collegato alla filiera del legno, dove la presenza di strategie pubbliche ha creato una economia importante. Tra le priorità di questa regione europea vi é l'antincendio boschivo (anche in questo caso gestita soprattutto ricorrendo al settore privato, mentre il pubblico tiene le redini della gestione). Interessante che i boschi più soggetti ad incendi siano proprio quelli dove la filiera del legno non ha ancora una economia importante. Pur nella eterogeneità dei modelli gestionali nelle varie regioni anche in Spagna sta emergendo come la coesistenza pubblico-privato rappresenti il migliore sistema di governance: il pubblico non delega il controllo, la pianificazione e la proprietà del demanio forestale, ma concede e consente al settore privato lo sfruttamento eco-sostenibile, efficiente e produttivo (in termini anche occupazionali) nelle filiere virtuose e regolamentate dalla legislazione ambientale.

presentazione ERSAF Lombardia

Sintesi della giornata del 5 marzo
Nella prima sessione, pomeriggio del 5 marzo, sono state registrate oltre 220 presenze tra operatori del settore, studenti di Scienze Forestali, altri portatori di interesse. L'analisi delle scelte gestionali dei vari patrimoni forestali nelle regioni italiane ha fatto emergere tre possibili modelli:
- un modello connotato dalla pressoché totale assenza d intervento pubblico (ben rappresentato dall'esperienza della Regine Liguria);
- un modello caratterizzato dalla imponente presenza del settore pubblico (anche in termini di costi per il bilancio regionale) con migliaia di operai assegnati a varie tipologie di soggetti pubblici (enti, agenzie etc...) che si presenta quasi come una costante nelle regioni meridionali (Calabria, Sicilia ed altre regioni a sud di Roma);
- un modello "ibrido" - che appare più equilibrato e produttivo - ben rappresentato dal caso ERSAF nella regione Lombardia.
Se da un lato - infatti - non è conveniente, secondo quanto emerso dalle presentazioni, una totale deroga della gestione dei beni ambientali agli operatori economici, d'altro canto le esperienze del sud Italia mostrano un impatto ormai insostenibile del settore pubblico - se improduttivo e poco efficiente - sui bilanci regionali. La necessità di conseguire economie di scala, conciliando filiere corte, sfruttamento eco-sostenibile della "risorsa bosco" e contemporaneamente protezione e valorizzazione del bene ambientale e della biodiversità della montagna, suggerisce quindi di convergere verso un modello di cooperazione pubblico-privato ("ibrido" dunque) pur sotto la supervisione di un organo di controllo che detta regole e garantisca il rispetto dei vincoli e la tutela sul bene ambientale. A supporto di questa tesi, si possono considerare i casi del nord Italia, che dopo una fase (scorso decennio) di quasi totale abbandono del presidio statale si sta tentando di recuperare il controllo del settore pubblico sugli aspetti strategici (regolamentazione e pianificazione, innovazione, presidio tecnico della filiera produttiva e del settore ricreativo, anche con uno sguardo attento al valore strategico della Rete Sentieristica Regionale)