Importanti per il boscoI piccoli mammiferi favoriscono la dispersione di semi e spore di piante, briofite (muschi) nonché funghi e licheni; hanno quindi
un ruolo chiave nel funzionamento e nella rinnovazione degli
ecosistemi forestali.
Per questo, l’Ente Foreste ha recentemente finanziato uno studio sulle comunità di piccoli mammiferi associate ad habitat forestali sardi (
qui il report in PDF) in collaborazione con l'
Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del CNR di Roma.
Questo studio ha evidenziato la dominanza quasi assoluta del topo selvatico (
Apodemus sylvaticus) in tutti gli habitat forestali analizzati, probabilmente anche a causa della mancanza di altre specie con caratteristiche idonee.
Inoltre, le popolazioni di topo selvatico sembrano influenzate positivamente dai rifugi presenti nelle
vecchie ceppaie morte (ricche di cavità) e dalla tipologia di copertura del suolo, come discusso anche nel lavoro pubblicato sulla rivista scientifica
Revue d’Ecologie (Terre et Vie) (
visualizza l'articolo scientifico in lingua inglese in pdf).
Predatori e minacce Questi piccoli mammiferi hanno infatti bisogno di rifugi per sopravvivere ai predatori. Ed a proposito di predatori, Ente Foreste e CNR hanno scoperto con gli studi citati che
nei boschi sardi i cinghiali influenzano negativamente le popolazioni di topo selvatico, come recentemente discusso anche sulla rivista Mammalia (
qui il riferimento). Il cinghiale può infatti distruggere le tane alla ricerca delle ghiande accumulate e mangiare le nidiate presenti.
Dunque,
l'azione negativa dei cinghiali su biodiversità, funzionalità e rinnovazione del bosco si esplica anche attraverso l’interferenza con le popolazioni di topo selvatico e la riduzione delle sue benefiche funzioni ecologiche: un ulteriore dato che farà riflettere sulla
necessità di monitorare gli effetti del cinghiale sugli ecosistemi naturali e sull'utilità di adeguate
misure di controllo.