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Allevamento della fauna selvatica
Pernice sarda
Ultimo aggiornamento: 18/10/2006

Presso i Centri fauna l'Ente Foreste gestisce al momento tre allevamenti di Pernice sarda, tre di Lepre sarda e un allevamento sperimentale di Quaglia selvatica.
Gli allevamenti hanno lo scopo di supportare le attività di ripopolamento delle province e la vendita di esemplari per la riproduzione alle aziende di allevatori privati autorizzati. In tal modo si favorisce la conservazione del patrimonio genetico delle specie sarde, messo in pericolo dalle numerose immissioni illegali, a scopo venatorio, di specie non autoctone.
Nel mese di aprile di ogni anno nei centri si stila un rapporto per analizzare il loro stato di salute.

Lepre sarda
Lepus capensis mediterraneus

L’E.F.S. gestisce tre allevamenti di Lepre sarda. Il primo fu realizzato nel Cantiere Forestale di Pantaleo, seguito poi da da quello Gutturu Mannu e di Canale Omus.
In questi ultimi anni negli allevamenti di Gutturu Mannu e di Canale Omus si sono ridotte le produzioni, in relazione alla mancanza di richieste di Lepri da parte delle province che hanno la competenza per i ripopolamenti (L.R.23/98). Per lo stesso motivo sono state interrotte le concessioni di vendita alle aziende private. In questi allevamenti l’attività è stata ridotta al mantenimento dei riproduttori, senza un ricambio generazionale. Diversa la situazione a Pantaleo, dove si sta seguendo una normale gestione al fine poter soddisfare eventuali richieste da parte delle province e avere a disposizione nuove coppie per poter poi ricostruire il reparto riproduttori degli allevamenti Gutturu Mannnu e Canale Omus.

Pernice sarda
Alectoris barbara

L’E.F.S. gestisce tre centri di allevamento della Pernice sarda distribuiti in tre diverse province: il Centro Allevamento di Bonassai-Olmedo (SS), il Centro Allevamento di Monastir (CA) il Centro Allevamento di Gollei-Oliena (NU). In allevamento i riproduttori sono tenuti in gabbia per tutto il loro ciclo riproduttivo. In questo settore le uova vengono raccolte (in primavera) e trasferite in altro reparto per essere incubate sino alla schiusa; dopo questo ciclo i perniciotti, già dal primo giorno della schiusa, vengono trasferiti nel reparto “madre artificiale” dove rimangono per due settimane circa a temperatura controllata. Il ciclo termina con il trasferimento nelle voliere dove rimangono sino al loro completo accrescimento e liberazione.
Dal 2004, escluso il Centro di Bonassai che ha potuto liberare oltre 3000 Pernici e il Centro di Monastir che ha concesso la vendita di 250 coppie di Pernici ad allevatori privati, si sono interrotte le concessioni per ripopolamento. Le motivazioni si trovano sia nella mancanza di richiesta da parte delle province di esemplari per i programmi di ripopolamento, sia per la mancanza, da parte di tutti i centri di allevamento dell’autorizzazione definitiva all’allevamento della Pernice sarda come previsto dalla L.R.23/98 e successive direttive emanate dall’Assessorato Difesa Ambiente. Ciò ha comportato un ulteriore freno ai programmi di liberazione e concessioni per le vendite.

Quaglia comune
Coturnix Coturnix

La Quaglia comune è una specie migratoria che nidifica anche in Sardegna. E’ una specie di interesse venatorio, per cui è utilizzata in numerose liberazioni soprattutto nelle aziende-agri-turistiche venatorie e nelle zone addestramento cani, talvolta con delle immissioni illegali di animali di allevamento di Quaglia giapponese, causando un pericoloso inquinamento genetico con pericolose ripercussioni sulla capacità di sopravvivenza dei soggetti selvatici, nonché con l’alterazione dei loro comportamenti riproduttivi e migratori.
Col fine di preservare la specie nel giugno 2005 nel Centro allevamento Fauna di Monastir, è inizitato l'allevamento della quaglia comune. Presenti oltre 60 esemplari selvatici sistemati in otto voliere opportunamente corredate con degli elementi naturali presenti anche nel loro habitat. In ogni voliera sono presenti sette femmine e un maschio. S
ino ad oggi non abbiamo avuto ancora produzione di uova nonostante la stimolazione ormonale e aumento del fotoperiodo, eseguito in collaborazione con la Facoltà di Veterinaria dell’ Università degli Studi di Bari. La sperimentazione continuerà sino al raggiungimento dell’obiettivo di riprodurre la Quaglia comune in cattività.

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