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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Crastazza-Tepilora
Foresta Demaniale Tepilora, Bitti - Uno scorcio di punta Tepilora vista da rio Saragone, un affluente del rio Posada
Ultimo aggiornamento: 23/05/2014

Il complesso forestale di Crastazza-Tepilora ricade a pieno titolo all'interno del Parco Naturale Regionale dell'Oasi di Tepilora finalizzato alla conservazione e tutela delle risorse naturali e alla creazione di occasioni di sviluppo sostenibile.
Inquadramento geografico e amministrativo
Provincia: Nuoro
Comune: Bitti
Superficie: ha 2525
Complesso: Oasi Tepilora
Capo cantiere: Pietro Guiso, tel. 0784 414587

Descrizione generale
Il Complesso Forestale comprende due corpi separati "Crastazza" e "Tepilora" censiti in agro del comune di Bitti e ricade in un’area montana di notevole interesse ambientale e paesaggistico. Dal punto di vista altimetrico si varia da m. 68 s.l.m.(Rio Posada) a m.979 s.l.m.di "Nodu Pedra Orteddu". L’unità territoriale di Crastazza è la più estesa con una superficie di 2179.30.83 ettari.
Su questi terreni a partire dal 1980 furono finanziati dalla Cassa per il Mezzogiorno progetti di forestazione che la Sarfor S.p.A portò a compimento nel 1986.
L’ intervento interessò il rimboschimento di quelle aree dove il fuoco ed il pascolamento eccessivo avevano fortemente degradato il terreno e la vegetazione residua (costituita essenzialmente da cisto). Per l’impianto vennero utilizzate essenzialmente conifere (P. Pinaster, P.Radiata, P.Laricio, etc.). L’ intero perimetro fu dotato di infrastrutture quali viabilità di servizio, recinzioni, fasce parafuoco perimetrali, fabbricati e un piccolo invaso per difesa antincendio. Furono escluse dal rimboschimento tutte quelle aree dove la vegetazione spontanea costituita da leccio, corbezzolo, fillirea, erica e ginepro si presentavano in condizioni di discreto vigore, nonché le tare rocciose costituite dagli affioramenti del batolite.
Tepilora con i suoi 346 ettari circa forma un corpo separato, i cui limiti sono dati ad Est.dal Rio Posada,a Sud dal Rio Scala e Silvone, mentre a Ovest e a Nord dai confini dell’A.F.D.R.S. di "Sos Littos e Sas Tumbas" e da alcuni privati.
Anche in questo caso si tratta di una zona caratterizzata da una serie di colline di origine granitica di cui la punta di Tepilora (m.528 s.l.m.) domina i pianori e le vallette più o meno incise dai corsi d’acqua a carattere stagionale che defluiscono nel rio Posada(m.68 s.l.m.).
Dal punto di vista vincolistico le FFDD di Crastazza e Tepilora sono soggette a:
- Vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. 3267/23
- Vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 490/99
- Riserva Naturale "Tepilora" istituita ai sensi della L.R. 31/89
Data l’importanza dell’area dal punto di vista ambientale e paesaggistico il 20 ottobre 2005 a Bitti, con il Consiglio Comunale riunito in seduta straordinaria aperta, è stato stipulato un apposito Protocollo d’Intesa tra l’Assessore Regionale della Difesa dell’Ambiente, il Presidente della Provincia di Nuoro, il Sindaco del Comune di Bitti e il Presidente dell’Ente Foreste della Sardegna, nel quale si concorda l’istituzione del Parco Naturale Regionale dell’Oasi di Tepilora finalizzato alla conservazione e tutela delle risorse naturali e alla creazione di occasioni di sviluppo sostenibile con ricadute economiche positive su tutto il territorio circostante. Il Parco dell’Oasi di Tepilora ha un’estensione di circa 5.000 ettari nel territorio montano del Comune e comprende le foreste demaniali di Sos Littos e Crastazza. Il Parco, vasto 4700 ettari, sta attorno al monte Tepilora, punta solitaria che guarda verso il lago di Posada. Dal 1989 Tepilora è riserva naturale. Il profilo di roccia, dalla caratteristica forma triangolare, svetta in un'area impervia e selvaggia che confina con le zone rimboschite di Littos e Crastazza. Sono terre quasi tutte di proprietà della Regione, gestite dall'Ente foreste. I privati ne hanno in mano solo piccoli scampoli. L'Ente Foreste gestisce attualmente 4200 ettari. La proprietà privata equivale a 430 ettari di cui 230 ricadono nella riserva naturale di Tepilora e sono vincolati da tempo. Gli altri 200 sono oggetto di una trattativa tra il proprietario e l'Ente foreste che punta alla loro acquisizione. L’Ente Foreste entra perciò a pieno titolo nell'istituzione del Parco.

Aspetti geopedologici
Il massiccio granitico dell’altopiano caratterizza geomorfologicamente buona parte del territorio del Comune di Bitti. Il substrato litologico, risalente all’orogenesi alpina, ha una struttura geologica dominata quantitativamente da materiali intrusivi fortemente acidi, di estrema durezza, di difficile alterabilità, dove l’azione degli agenti atmosferici si rende manifesta solo nei tempi lunghi. L’alta percentuale dei materiali sabbiosi (70/75%) determina le caratteristiche granulometriche, le argille e i materiali limosi costituiscono, in parti pressoché uguali, la restante parte percentuale.
Le caratteristiche pedologiche sono strettamente legate alla natura della roccia madre, ai parametri climatici e alla vegetazione, sinergicamente interagenti. Mentre la natura geologica e i valori climatici rimangono relativamente invariabili, la vegetazione esistente ha di continuo subito l’azione antropica in relazione alle esigenze dell’ attività economica. Caratterizzato in passato da un soprassuolo boschivo di Q. Ilex di cui, attualmente, si riscontrano tracce è scomparso a causa degli incendi ricorrenti nella zona e al taglio irrazionalmente condotto, presenta una situazione pedologica ascrivibile alla famiglia dei suoli bruni in stato di più o meno profonda involuzione. Sono presenti i Rankers bruni, Suoli bruni, con profilo (A), C ; A,C; A,(B),C.
I termini a profilo (A), C e A, C sono rappresentati laddove è scomparsa la foresta e costituiscono pertanto stadi di conseguente degradazione. Il profilo ABC è abbastanza rappresentato soprattutto dove il soprassuolo è recentemente scomparso o si trova in via di involuzione. I limiti funzionali di questi terreni sono espressi dalla bassa disponibilità di humus, dalla semplicità del profilo e dalla poca profondità; elementi che si ripercuotono negativamente sulla funzione regimante delle precipitazioni, con predisposizione al ruscellamento soprattutto laddove è accentuata la pendenza e sul regolare sviluppo del ciclo della sostanza organica. L’intervento in parte già attuato mira ad instaurare un equilibrato rapporto tra suolo e vegetazione, bloccando i fattori che ne determinano l’attuale fase di degradazione (incendi, pascolo) e la riattivazione del soprassuolo tramite il recupero delle ceppaie vitali e la piantagione diretta.

Aspetti climatici e fitoclimatici
La descrizione climatica delle zone d’intervento è diversa per le due zone considerate a causa soprattutto della differente altimetria, verranno quindi esaminate singolarmente.

Crastazza
La descrizione climatica di questa zona viene rapportata attraverso l’analisi delle precipitazioni e delle temperature nei loro parametri più significativi presi dall'’osservatorio di Alà Dei Sardi. I dati sono alquanto attendibili perché presi in un osservatorio dell’altopiano e quindi molto simili alla stazione di Bitti. I fenomeni climatici saranno analizzati esaminando le precipitazioni e i dati termici nei loro valori annuali e stagionali. I dati termici e pluviometrici vengono comparati fra loro attraverso il diagramma di Wolth e Leith al fine di rendere con immediatezza le principali caratteristiche climatiche della stazione. Le precipitazioni medie annue riferite a 42 anni di osservazione sono di mm. 1.079. Le precipitazioni medie stagionali sono: Inv. 415, Prim. 276, Est. 54, Aut. 334; i giorni piovosi 79 (fonte – P.V. Arrigoni-Fitoclimatologia della Sardegna ). Si nota subito un massimo di precipitazione invernale e un minimo durante il periodo estivo. Tramite i coefficienti pluviometrici relativi stagionali, si determina un regime pluviometrico Inverno-Autunno-Primavera-Estate (IAPE) che peraltro è il più comune per l’Isola. Si è voluto calcolare anche l’indice di Fournier, il cui valore (25.8) esprime una notevole capacità erosiva del clima, contribuendo notevolmente alla degradazione pedologica, accentuata nel caso della stazione forestale di Bitti dalla precedente scarsa protezione offerta dalla vegetazione, dalla pendenza e dal terreno derivante da un substrato granitico, piuttosto sciolto.

Il carattere termico della stazione emerge dai dati seguenti :
- Media max annuale 18,2 °C
- Media min annuale 7.7 °C
- Media annuale 12.9 °C
- Media max mese più caldo (luglio) 29.7 °C
- Media min mese più freddo (gennaio) 1.6 °C
- Media del mese più caldo 22.8 °C
- Media del mese più freddo 3.9 °C
- Media dei minimi annui 4.6 °C
- Media dei massimi annui 36.3 °C
- Escursione termica annua 18.9 °C

Questi valori, in particolare la media annua (12.9 °C) la media del mese più freddo (3.9 °C) e la media dei minimi annuali (- 4.6 °C), integrati dai valori pluviometrici relativi alle precipitazione annua (1.079 mm.) ed estiva (54 mm.) inquadrano la stazione in esame nella zona del Lauretum-Sottozona fredda della classificazione fitoclimatica del Pavari.

L’esame del climatogramma di Wolth e Leith mette in evidenza un periodo di siccità fisiologicamente rilevante di gg. 72-80 circa che, pur non assumendo aspetti patologici sulla vegetazione, provoca un forte rallentamento dell’attività vegetativa con una conseguente minore produzione di biomassa dell’ecosistema.

Tepilora
Il clima di questa zona è caratterizzato dalle alte temperature primaverili-estive e dalla irregolarità delle precipitazioni per cui, considerando anche le caratteristiche edafiche, le condizioni non sono ideali per un rapido recupero e reinserimento della copertura arborea. Anche nell’area di Tepilora non è presente una stazione termopluviometrica, per cui, al fine dell’inquadramento fitoclimatico, si è fatto riferimento alle vicina stazione termopluviometrica di Torpè. Le precipitazioni sono variabili da un anno all’altro per cui ad annate piovose si alternano annate estremamente siccitose con periodi secchi che si protraggono per oltre cinque-sei mesi. Dal punto di vista fitoclimatico la zona può essere ascritta alla zona del Lauretum sottozona calda e media.

Aspetti vegetazionali
Allo stato attuale, nelle varie aree interessate dal PS/24,la vegetazione è costituita da una pineta disetanea, impiantata su lavorazione andante con una densità di circa 1.800 piante per ettaro che copre una superficie di circa 739 ettari, mentre nelle zone in pendenza l’impianto è stato fatto su lavorazione localizzata a gradoni,con impianto in doppia fila con una densità per ettaro di 1500 piante su una superficie di 685 ettari circa. Tra le specie impiegate quelle che più di altre,sia per la scelta dei siti d’impianto,che per le caratteristiche proprie della specie,hanno raggiunto i maggiori accrescimenti sono il Pinus Pinaster e P.Insigne. Nelle altre zone dove esisteva una discreta copertura vegetale,su una superficie di circa 600 ettari,l’assenza del pascolo e degli incendi ha permesso la crescita e l’affermarsi del bosco naturale,con il Leccio e il Ginepro predominanti nelle zone alte, mentre in quelle più basse è presente la Sughera. Diversa è la situazione nell’area di Tepilora, dove non si è attuato nessun tipo d’intervento ed esistono ancora superfici fortemente degradate alternate ad altre risparmiate dal morso del bestiame e dagli incendi con buona presenza di macchia mediterranea ricca di Sughera e Leccio. Alle fase d’impianto e dopo le prime cure colturali effettuate dalla ex Sarfor nel perimetro di Crastazza,occorre ora far seguire un organico piano d’interventi per mettere l’intero sistema nelle migliori condizioni vegetative, assicurando la perpetuità dei soprassuoli ed ottimizzando la produzione legnosa.

Aspetti faunistici
La F.D. di Crastazza e Tepilora dal punto di vista faunistico annovera specie tipiche della macchia mediterranea come il Cinghiale, la Lepre sarda, la Volpe, il Gatto selvatico. Negli ultimi anni sono stati avvistati alcuni esemplari di Daino e di Muflone provenienti dalla vicina foresta di Sos Littos- Sas Tumbas. L’E.F.S. ha cominciato da qualche anno ad effettuare, con buoni risultati, il ripopolamento della Pernice sarda, predisponendo le necessarie voliere di pre-ambientamento.

Come si raggiunge:
L'area è agevolmente accessibile attraverso la viabilità principale statale e provinciale. Alla F.D. Crastazza-Sos Littos si accede attraverso tre distinte strade, in sintesi dalla strada Comunale Buddusò-Piras; da Bitti strada comunale Bitti-Sos Littos; Strada Provinciale Torpè-Alà dei Sardi.

Documenti correlati
Carta della foresta demaniale

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Parco Naturale Regionale dell'Oasi di Tepilora (in via di istituzione)

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