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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Tresnuraghes
Panorama del territorio dal cantiere di Tresnuraghes
Ultimo aggiornamento: 23/05/2014

La superficie del cantiere si presenta di forma irregolare, con vasti pianori che si alternano a piccole valli e canaloni, percorsa da diversi rii a carattere temporaneo e torrentizio che sottendono limitati bacini idrografici.
Inquadramento geografico e amministrativo
Provincia: Oristano
Comune: Tresnuraghes
Superficie: 544 ha
Complesso Forestale di afferenza: Montiferru - Planargia

Descrizione generale
Il cantiere di Tresnuraghes è complessivamente di ha 556,63 di cui ha 516 circa di proprietà comunale mentre la restante parte, costituita da diversi piccoli appezzamenti, è proprietà privata. La superficie si presenta di forma irregolare, con vasti pianori che si alternano a piccole valli e canaloni, percorsa da diversi rii a carattere temporaneo e torrentizio che sottendono limitati bacini idrografici. Le quote più elevate si riscontrano nelle zone di Cuccuros Ruggios e Fangarazzo, dove si rilevano altezze variabili tra i 157 e 169 metri s.l.m, mentre nelle altre zone la quota è variabile fra i 100 ed i 140 metri, ed i fondi valle non scendono mai al di sotto dei 30 m s.l.m.

Inquadramento geologico e pedologico
Il substrato geologico è costituito prevalentemente da rocce effusive acide e intermedie del Cenozoico. I suoli che si originano lungo i versanti sono poco evoluti, da superficiali a poco profondi a seconda della posizione morfologica occupata, con tessiture fini a tratti accompagnate da eccesso di scheletro, tendenzialmente limitate da ristagno idrico legati ad un cattivo drenaggio. Il profilo si presenta più evoluto nelle aree ricoperte dalla macchia alta. Sono terreni non adatti ad un uso agricolo, e dunque ben si prestano ad interventi di rimboschimento, per i quali la rocciosità affiorante (2-3 %) e la pietrosità superficiale (> 70%) rappresentano un limite relativo. Le arre poste in sommità dell’altopiano invece sono caratterizzate da substrato basaltico su cui si sono sviluppati suoli moderatamente profondi, fertili, con tessiture da franco-limose a franco-argillose accompagnate da presenza di scheletro. Nelle aree a margine dell’altopiano aumenta la rocciosità affiorante e vi è uno strato di sabbie di trasporto eolico sovrapposto ai suoli sopra descritti. Lungo il versante prospiciente al mare lo strato di sabbie eoliche diventa sempre più consistente. Tutte le aree di versante, pur non presentando pendenze eccessive (10-20%), presentano segni di erosione, specie laddove la copertura vegetale a macchia si presenta più rada o quasi inesistente. Più in particolare, su substrato sabbioso (anche nelle aree marginali dell’altopiano) sono evidenti i segni di erosione eolica a cui vanno aggiunte (lungo i versanti) evidenze di erosione idrica incanalata. Quest’ultima è abbastanza diffusa anche nei suoli sviluppati sugli alt ri substrati, laddove la morfologia sia di versante.

Inquadramento climatico
Il clima è di tipo mediterraneo, con inverno mite e piovoso ed estate calda e siccitosa.

Inquadramento fitoclimatico
Dal punto di vista fitoclimatico, secondo la classificazione di Arrigoni (1968) l’intera area è da riferire all’orizzonte delle foreste miste di sclerofille sempreverdi, caratterizzata da elementi termofili e xerofili del cingolo a Quercus ilex.
Per avere un raffronto tra le classificazioni di Arrigoni e quella di Pavari, si può dire che, in base ai parametri termici e pluviometrici a disposizione, il settore oggetto d’intervento rientra a pieno titolo nel Lauretum sottozona calda, zona alla quale appartiene gran parte del territorio in esame.

Inquadramento vegetazionale
L’attuale paesaggio vegetale risulta determinato, nelle aree di versante, da una formazione a macchia di origine secondaria a cisto, lentisco, corbezzolo, mirto di 50-100 cm di altezza (risultato di una continua e profonda interferenza con incendi ripetuti e sovrappascolo) che ricopre totalmente il suolo. Dopo il passaggio del fuoco lo sviluppo dinamico della vegetazione ha portato all’attuale assetto che, con l’intervento umano ed abbreviando i tempi dell’evoluzione naturale, può essere modificato per arrivare alla costruzione di popolamenti arborei efficienti, sia artificiali che naturali. Nelle aree sommatali dell’altopiano la gran parte dei terreni pianeggianti è stata negli anni precedenti utilizzati a seminativo e/o pascolo, pertanto la vegetazione naturale, costituita da macchia bassa a prevalenza di lentisco, è presente solo in alcune aree. Le cause storiche quali il disboscamento di rapina, gli incendi che periodicamente percorrono il territorio, in concomitanza con lo sfruttamento a pascolo secondo criteri di utilizzazione irrazionale, hanno portato alla rarefazione della copertura arborea ed alla successiva integrale scomparsa del bosco, per questo il territorio ha ridotte possibilità, anche sotto l’aspetto delle capacità di ripresa della vegetazione spontanea. Tali cause hanno dato il via e rendono ancora drammaticamente attuale il problema del dissesto idrogeologico che si manifesta, in misura notevole ed apprezzabile visivamente, sotto forma di erosione localizzata, ruscellamento, continuo rimaneggiamento del terreno e, naturalmente, lisciviazione dei Sali solubili. La ricostituzione del bosco e della copertura arborea nelle aree dove è scomparsa è l’obbiettivo perseguito dall’attività del cantiere, da realizzarsi tramite la recinzione, le lavorazioni del terreno ed il rimboschimento con specie forestali ecologicamente idonee.

Come si raggiunge
Al perimetro si accede percorrendo per circa 6 km la strada che da Tresnuraghes porta a San Marco.

Documenti correlati
Mappa del cantiere