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Un premio Nobel "ambientalista"
Calystegia-soldanella
Ultimo aggiornamento: 17/01/2008

Il Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc) ed il politico ambientalista Al Gore sono i vincitori del premio Nobel per la pace 2007. Un premio che idealmente va a tutti coloro che, con le proprie risorse e le proprie energie, si impegnano quotidianamente a tutela dell'ambiente.
Un premio alle politiche ambientaliste
"Per i loro sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall'uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti climatici".
Con queste parole il Comitato per il Nobel di Oslo ha assegnato al politico americano Al Gore e al Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc) il premio Nobel per la pace 2007.

Le mutazioni del clima rappresentano una minaccia per la sicurezza globale. Un impegno forte e deciso a tutela dell'ambiente è sinonimo dunque di azione a tutela delle "condizioni di vita di gran parte dell'umanità". Conseguenze dirette dei cambiamenti climatici sono infatti la riduzione delle disponibilità di produzioni agricole e di risorse idriche, decrescita dello sviluppo socio-economico, carenze nelle infrastrutture. Tutti elementi che, la Storia insegna, sono all'origine di migrazioni in grande scala, di corsa all'accaparramento delle risorse naturali e dello scatenarsi di conflitti violenti.

Come sottolineato dal Comitato per il Nobel: "E' necessario che si adottino misure urgenti prima che il cambiamento climatico sfugga dal controllo dell'uomo".

Il Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc)
L'Intergovernmental panel on climate change, Ipcc, nasce nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, la World Meteorological Organization (Wmo) e l'United Nations Environment Programme (Unep), con l'obiettivo di studiare il riscaldamento globale. Oggi, e il Nobel ne è evidente testimonianza, il comitato è considerato la massima autorità scientifica sull'effetto-serra e il suo impatto ambientale. I rapporti periodici diffusi dall'Ipcc sono alla base di accordi mondiali quali la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) e il protocollo di Kyoto che la attua.

Attualmente l'Ipcc è presieduto dall'indiano Rajendra Pachauri e all'interno lavorano circa 3 mila scienziati tra oceanografi, studiosi dell'atmosfera, glaciologi, economisti. Il lavoro è organizzato secondo tre gruppi: il primo incaricato di valutare gli aspetti scientifici dei fenomeni; il secondo le conseguenze del cambiamento climatico e le possibilità di adattamento; il terzo analizza le soluzioni per limitare le emissioni di gas serra.

Queste le parole con cui il comitato Nobel ha assegnato il premio:
«L'Ipcc ha creato un sempre più ampio consenso informato sulla connessione che esiste tra le attività umane e il riscaldamento climatico. Migliaia di scienziati di oltre cento Paesi hanno collaborato per accertare la certezza del riscaldamento in corso».

La Sardegna nella lotta ai cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici sono un problema globale e come tale è richiesto l'impegno di tutti per riuscire a contrastare questa minaccia in maniera efficace.
Se da un lato è indispensabile l'esistenza di strutture forti e consolidate come l'Ipcc o il lavoro di politici influenti come Al Gore, è altrettanto necessario uno sforzo che partendo dal "basso" possa portare a delle soluzioni innovative.

Con questo intento l'Ente Foreste affronta i problemi derivanti dalle mutazioni climatiche. Come sottolineato nel seminario "Lotta ai cambiamenti climatici", organizzato nel febbraio 2007, una più moderna gestione del patrimonio forestale può essere una risposta alle minacce ambientali del terzo millennio. Migliorare gli aspetti legati alle politiche energetiche e di manutenzione del territorio è non solo un modo per creare maggiori occasioni per la competitività, ma anche una fondamentale azione contre le vulnerabilità create dalle variazioni del clima e dunque un mezzo per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità ambientale.

Nelle motivazioni si legge che motivi dell'assegnazione del Nobel sono gli "...sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall'uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti".
Azioni che, a livello locale, l'Ente Foreste si impegna quotidianamente a realizzare.

Consulta le pagine
Il sito del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc)
Il seminario organizzato dall'Ente Foreste: "Lotta ai cambiamenti climatici"
La sezione del sito dedicata ai cambiamenti climatici