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L'allevamento lepri di Pantaleo
Lepre
Ultimo aggiornamento: 08/02/2011

L'allevamento della Lepre sarda è un'attività che all'interno della Foresta demaniale di Pantaleo si svolge con successo da quasi vent'anni. Gli ottimi risultati raggiunti sono un incentivo per integrare il lavoro fin qui svolto con un percorso didattico e turistico.
La Foresta demaniale di Pantaleo, situata all'interno dei comuni di Santadi e Nuxis, è un’area che presenta caratteri di elevata naturalità. Sono infatti presenti svariate specie rare ed endemiche. Tra gli alberi ad esempio ricordiamo il tasso, l’agrifoglio con portamento arboreo, la ginestra dell’Etna, l’acero trilobo, il sambuco, il bagolaro, ma, soprattutto, Pantaleo vanta la più estesa lecceta esistente al mondo. L'habitat favorisce dunque la presenza di numerose specie animali: il cervo sardo, il daino, l’aquila reale, l’astore, il falco pellegrino.
Fiore all'occhiello di questa ricca foresta, oasi di protezione faunistica, è l'allevamento della Lepre sarda, Lepus capensis mediterraneus.
Specie erbivora, solitaria e molto legata al territorio in cui vive, predilige le zone pianeggianti o collinari. Differentemente da altre specie non scava tane, si nasconde tra l’erba e gli arbusti ed è quindi esposta a pericoli.

Sino a venti anni fa si temeva fortemente per la sorte della Lepre sarda, considerata infatti come specie in via di estinzione, o, a detta dei più ottimisti, di un animale la cui presenza nel territorio era decisamente precaria. Oggi si può affermare con soddisfazione che la situazione è decisamente migliorata.

Il programma di allevamento e ripopolamento della Lepre sarda è iniziato a Pantaleo nel 1988. Si iniziò con delle coppie in parchetto, per proseguire poi con con la cattura di altri esemplari. Dal 1990, con due coppie, si iniziarono le prove di allevamento a terra e quindi le prime nascite.
Il buon successo raggiunto spinse a sperimentare altre formule di allevamento come, per esempio, moduli formati da 2 femmine ed un maschio e da 4 femmine ed un maschio. I felici risultati raggiunti hanno portato alla collaborazione con le Università isolane e con importanti esperti del settore e furono condotti dei monitoraggi sanitari frequenti e coordinati.

La sperimentazione ha analizzato in chiave evolutiva intere generazioni, portando alla costruzione di un notiziario in grado di catalogare e far conoscere la specie in tutte le sue variabili. I risultati ottenuti hanno rivisto, ridefinito e confermato la scelta di ripopolare l’isola con l’allevamento nei cantieri.

Anche oggi l'allevamento si è confermato per il grado raggiunto in qualità ed in quantità (mediamente 150 - 200 individui). L’importanza della presenza di un nucleo di osservazione, l’eredità di un passato ricco di attenzioni nel settore, i meccanismi ormai collaudati nella gestione modulare di un patrimonio esistente, la presenza di figure esperte e responsabili, sono tutti elementi che proiettano in avanti il progetto. I successi raggiunti inoltre stanno dando l'incentivo per integrare il lavoro fin qui svolto con un percorso didattico e turistico.

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