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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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I rischi durante le escursioni
Escursione in mountain bike
Ultimo aggiornamento: 27/04/2010

Le escursioni comportano rischi dei quali occorre tenere conto, nella malaugurata ipotesi che questi divenissero realtà.
Vi è tutta una lista di pericoli più o meno gravi e più o meno frequenti ai quali è esposto l’escursionista.

Spossamento.
E’ i genere da addebitarsi alle non perfette condizioni fisiche dell’escursionista che, incautamente, non ha preso sufficienti informazioni sulla difficoltà del percorso. Può anche verificarsi che un prolungamento fuori programma del percorso dovuto a eventi più o meno prevedibili (esempio: impraticabilità di un guado). Il rimedio è in genere solo preventivo: se vi è qualcuno che guida l’escursione deve prendere informazioni sul percorso, stimarne le difficoltà (lunghezza del tracciato, dislivelli, guadi etc.) senza mai minimizzare l’impegno richiesto. Deve inoltre essere a conoscenza delle eventuali vie alternative in caso di emergenza e stimare l’idoneità degli escursionisti per affrontare i nuovi percorsi. In un’escursione impegnativa occorre portare con se cibi energetici e bevande reintegratrici, utili a superare e prevenire momenti di crisi.

Bolle ai piedi
E’ l’inconveniente più frequente. Durante un’escursione i piedi sopportano, oltre al peso del corpo, anche quello di uno zaino e sui piedi scarica lo sforzo muscolare esercitato ad ogni passo. Occorre utilizzare scarpe robuste collaudate, evitare quindi di usare calzature appena acquistate in quanto ancora troppo rigide. Qualora si incorresse in questo inconveniente occorre intervenire tempestivamente con l’applicazione di cerotti appositi. Se si cammina con i piedi doloranti per troppo tempo questi si gonfiano e può capitare, dopo una sosta, di non riuscire ad infilarli nuovamente negli scarponi.

Cadute
Un insieme di motivi ne sono all’origine: rocce rese scivolose dall’acqua, ostacoli nascosti sul terreno, carico sulle spalle squilibrato, inesperienza, stanchezza e conseguente calo di attenzione. dalle statistiche emerge un dato: gli incidenti avvengono quasi sempre al rientro, quando stanchezza e disattenzione si combinano pericolosamente. Alcuni accorgimenti consentono di ridurre il rischio di cadute. Utilizzo di calzature idonee dotate di suola scolpita (non esitate a risuolare o sostituirle qualora questa risulti consumata). Lo zaino deve avere un carico perfettamente equilibrato, dotato di dorso imbottito, cintura che cinga le anche anch’essa imbottita, spallacci regolabili, cinghie di richiamo del carico (il tutto regolato in modo da aderire perfettamente al busto). Essere vigili e attenti in ogni momento, evitando movimenti goffi. Se un capo di vestiario ci rende meno sciolti nei movimenti e non è indispensabile, non esitare a toglierlo. Se si rimane indietro rispetto al gruppo non lasciarsi prendere dall’ansia o dalla fretta. Se la stanchezza sembra toglierci le forze occorre fermarsi, bere e rinfrescarsi. Basteranno pochi minuti per recuperare le forze e riprendere la marcia in sicurezza.

Vertigini
Può trattarsi di un reale problema di salute o di avvenimenti sporadici. In entrambe le circostanze sarà compito della guida segnalare preventivamente ai candidati la presenza di tratti esposti a tale rischio. Così come sarà cura dell’escursionista che ha il problema delle vertigini informarne la guida. E’ comunque buona norma portare sempre con se una corda di lunghezza sufficiente per garantire un appiglio sicuro in tali circostanze.

Intemperie
Pioggia, freddo e vento raramente potranno impedire la marcia. Un escursionista esperto che si ritrovi i tali circostanze e non dispone di un riparo sicuro, solitamente allunga il passo e procede spedito verso la meta, consapevole del fatto che da un’andatura sostenuta sviluppa calore corporeo.
Il vero problema è che gli agenti atmosferici aversi possono facilitare il verificarsi di piccoli incidenti (cadute, storte etc.). Pertanto è necessaria grande concentrazione ed attenzione. Anche l’abbigliamento può essere d’aiuto, ma và detto che i capi impermeabili con migliore tenuta all’acqua spesso impacciano il passo o comunque impediscono la traspirazione. Particolarmente efficaci, anche se assai costosi, sono i capi impermeabili traspiranti realizzati in tessuti microporosi. Un accorgimento che può preservare da infreddature è quello di poter disporre, al rientro dall’escursione, di un cambio di indumenti asciutti.

Fulmini
Pericolo tremendo ma fortunatamente sporadico. In montagna è purtroppo assai più elevata la possibilità di essere colpiti da un fulmine che non in altri contesti. Per evitare di essere colti da un temporale occorre saperne riconoscere immediatamente i segni: abbassamento della pressione atmosferica, anomalo aumento della temperatura, comparsa improvvisa di vento forte formarsi di nuvole stratificate in forma di cumulonembi. In presenza di tali eventi occorre individuare immediatamente una zona sicura avendo cura di evitare le creste più alte e le cenge e prediligendo le zone meno scoscese ai piedi delle pareti più ripide, ad almeno 10 mt. d’altezza dalla base di queste. Occorre poi assumere posizioni che limitino al minimo la superficie di contatto al suolo ed evitare la posizione orizzontale. L’ideale è accovacciarsi abbracciando le ginocchia e chinando il capo. Se si possiede una corda di nylon è buona norma sedervisi sopra per isolare il corpo dal terreno.