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Tarantolino
Tarantolino, foto da DigitalLibrary
Phyllodactylus europaeus
Phylum: Chordata
Classe: Reptilia
Ordine: Squamata
Famiglia: Gekkonidae
Nome sardo: Tattaruledda, telacucu, ceneréntula, atiligugu

Origine zoogeografica: Mediterranea, la presenza della specie in Sardegna risale al Miocene superiore.

Areale di distribuzione: La specie possiede un areale molto frammentato: si trova sulle Isole di Hyeres (Francia meridionale), Corsica e sulle Isole dei Cani e arcipelago della Galita (Tunisia settentrionale). In Italia è presente sulle isole della Liguria e dalla Toscana, ed in Sardegna, dove è presente in buon numero principalmente nelle regioni costiere, nelle isole minori della Maddalena e dell’Asinara.

Identificazione: Si tratta del più piccolo geco europeo, che da adulto (la femmina) non supera gli 8 cm inclusa la coda. Il dorso, a differenza delle altre specie, non presenta protuberanze e le dita sono dotate di 2 cuscinetti adesivi a forma di foglia ed un’unghia retrattile tra di essi. La testa ha forma leggermente ovale, con occhi grandi e pupilla disposta verticalmente. Il corpo è leggermente appiattito e la coda, piuttosto lunga, mostra un caratteristico rigonfiamento nella zona centrale e l’apice sottile. Il maschio mostra il dorso di colore nerastro macchiettato di grigio argento, mentre la femmina ha una colorazione grigio brunastra e spesso mostra una linea chiara che solca longitudinalmente il dorso.

Habitat ed Ecologia: Il Tarantolino predilige gli ambienti aridi e rupestri ed è frequente lungo le coste rocciose. Si rifugia sotto i massi, le fenditure delle rocce o sotto i tronchi. Le abitudini sono notturne. La dieta è costituita in prevalenza da insetti e ragni ma può cibarsi anche di vegetali succulenti.

Riproduzione: Il periodo riproduttivo è la primavera. Tra giugno e luglio le femmine depongono dalle 2 alle 4 uova; spesso lo stesso sito di deposizione può essere frequentato da più femmine, dove si possono trovare fino ad una ventina di uova. I piccoli sgusciano dopo circa 2 mesi e mezzo, tre e sono lunghi 3 cm.

Fattori di minaccia: essendo le sue stazioni di insediamento piuttosto circoscritte, gli incendi e il prelievo a scopo amatoriale possono rappresentare delle possibili minacce.

Status di conservazione: Specie rara a livello regionale, nazionale ed europeo.

Grado di protezione: Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III); Dir. CEE 43/92 All. B, D; Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.