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Pino d'Aleppo
Pino d'Aleppo, foto da Digital Library
Pinus halepensisMiller
Divisione: Gymnospermae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Pinaceae
Nome sardo: Oppino, Pinu, Oppino burdu
Corologia: Il Pino d’Aleppo è originario di tutto l’areale costiero mediterraneo e del Mar Nero. In Sardegna si trova allo stato spontaneo nell’Isola di San Pietro e nel Sulcis. Tipo corologico: Steno-Medit.

Descrizione: Pianta sempreverde a portamento irregolare con chioma lassa ed espansa alta 10-15 metri. Fusto diritto e tortuoso, spesso inclinato. Corteccia grigio-chiara, rossiccia nelle fessure. Foglie persistenti, aghiformi, leggermente pungenti, in numero di due per brachiblasto. Gli aghi sono di colore verde-chiaro lunghi 3-8 cm. Albero monoico con struttura riproduttiva femminile costituita da piccoli coni, rosso-porporino, che evolvono in pigne ovato-coniche con peduncolo ritorto, flessibile, i maschili coniformi con breve peduncolo. Semi ovoidali di 5-6 mm, compressi lateralmente, ala membranacea di 15-20 mm.

Fenologia: Fioritura in Marzo-aprile; i semi giungono a maturazione nell’autunno del secondo anno. Le pigne rimangono per molto tempo attaccate ai rami anche dopo aver perso i semi.

Habitat: Specie eliofila e xerofila, si adatta a diversi tipi di substrato. È sensibile alle gelate e ai climi rigidi. Predilige luoghi caldi e asciutti.

Forma biologica: Mesofanerofita

Usi e curiosità: Pianta a crescita piuttosto rapida, si riproduce per seme. E’ una specie utilizzata per rimboschimenti di aree difficili o come essenza da resina da cui si estrae una sostanza, la trementina, utilizzata nell’industria. Generalmente il Pino d’Aleppo forma associazioni con specie scherofilliche. Il legno tenace, pesante e duraturo, viene utilizzato prevalentemente nell’edilizia o nella falegnameria rustica. In passato la corteccia era ricercata dai pescatori per tingere le reti di rosso.

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