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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Lavanda selvatica
Lavanda
Lavandula stoechas L.
Famiglia: Labiatae
Nome sardo: Spicula areste, archemissa, abioi
“Il vecchio contadino solitario e taciturno aveva passato metà della sua vita a piantare migliaia e migliaia di querce, faggi e betulle, facendo nascere una grande foresta, dove prima c’erano solo aride montagne e lavanda selvatica”.
L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono

Corologia: L'areale della Lavandula stoechas in senso lato è tipicamente stenomediterraneo. E' diffusa dalla Penisola Iberica alla Francia meridionale, all'Africa del Nord. La specie non è presente in Libia ed Egitto, in Jugoslavia ed Albania, mentre ricompare in Grecia, arcipelago egeo, Anatolia, Medio Oriente. In Italia è presente in Liguria, Penisola (solo sulle coste occidentali dall'Apuania alla Calabria), Sicilia, Sardegna, Corsica ed isole minori, manca nelle regioni del versante adriatico. Tipo corologico: steno-mediterraneo

Descrizione: Pianta suffrutice, alta 30-60 cm., densamente ramosa, con forte odore aromatico. La radice è legnosa, serpeggiante, fibrosa. Il fusto rigido e ramoso è legnoso inferiormente, con rami tetragoni. La corteccia di colore bruno-rossastra, con screpolature. Le foglie dentate sono opposte oblungo-lineari, intere con margine increspato rivolto verso il basso, appaiono di un tenue colore verde-grigiastro tomentoso sulle due pagine. I fiori sono piccoli di un bruno porporino, riuniti in spighe terminali ovoidi lunghe 20-35 mm, coronate da grandi brattee sterili,di solito di colore violetto; hanno un piccolo calice gamosepalo, di colore blu scuro, terminante in 4 denti triangolari più uno che forma un’appendice pelosa. I frutti sono degli acheni brunastri leggermente iridescenti.

Fenologia: La fioritura, influenzata dalle condizioni climatiche, avviene da gennaio fino al mese di giugno; fruttifica in giugno-luglio

Habitat: La lavanda è una pianta tipica della vegetazione mediterranea; predilige un clima mite ed occupa in genere le macchie e le garighe dalle zone marine sino ai 600 metri sul livello del mare, confondendosi con il cisto, il mirto e il lentisco. E’ particolarmente frequente nelle aree percorse ciclicamente dal fuoco mentre scompare quando la vegetazione diventa evoluta. Si adatta egregiamente ai terreni silicei (acidi), trachite, graniti, scisti, basalti.

Forma biologica: Suffrutice o piccolo arbusto sempreverde.

Usi e curiosità: La conoscenza e l'uso erboristico di questa specie è conosciuto fin dall'antichità, essendo citata nel De Materia Medica di Dioscoride (65 d.C.). Il nome della lavanda deriva dal latino "lavare"; questa pianta fu estensivamente usata dai Greci e dai Romani, per il suo profumo e come aromatizzante nei loro “bagni”. "Buréddha" è il nome in vernacolo della lavanda, usato in Gallura, deriva dal latino "(com) bùrere" ovvero bruciare, poiché la pianta veniva utilizzata per bruciare le setole del maiale da ingrasso alla sua uccisione. In alcune zone della Sardegna, la lavanda, pestata fresca in olio d'oliva veniva utilizzata come cicatrizzante e anche contro il morso degli insetti. La lavanda è molto utilizzata a livello industriale per la profumazione di saponi e di altri prodotti cosmetici. In alcuni paesi, rametti di lavanda selvatica venivano associati alla palma ed all'ulivo nella benedizione della Domenica delle Palme (a Portoscuso, dove si credeva che la Madonna avesse steso i panni di Gesù su tali piante). A Dorgali la pianta la notte di S. Giovanni Battista, veniva posta negli ovili, come una "leia", per proteggere dal malocchio gli animali. Le preparazioni di lavanda, usate con cautela, sono utili per attenuare i crampi intestinali, gli attacchi d’asma, i mal di testa, come calmanti degli stati d’ansia, come cicatrizzanti. Pianta mellifera, si presta ad essere inserita nei giardini mediterranei assieme ad altre essenze della macchia e delle garighe. Tutte le specie di lavanda comuni in Europa, nonché gli ibridi coltivati, possono produrre mieli uniflorali. Le caratteristiche di questi mieli sono diverse a seconda dell'origine. Il miele di L. stoechas è l'unico miele di lavanda che si possa ottenere in Italia in quantità cospicue. Viene prodotto soprattutto in Sardegna e, occasionalmente, in altre zone tirreniche (isola d'Elba).