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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Quercino sardo
quercino
Eliomys quercinus sardus
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Rodentia
Famiglia: Myoxidae
Nome sardo: Topi de mata, topi de sonnu, sorigheàlzu
Origine zoogeografica: Paleartica, la sua presenza in Sardegna risale al Pleistocene attraverso il "ponte" sardo-corso-toscano.

Areale di distribuzione
L'areale del E. quercinus comprende gran parte del Paleartico occidentale ed è ampiamente diffuso nell'Europa continentale; nel Mediterraneo è presente solo nelle isole occidentali con numerose sottospecie con dimensioni e colorazioni differenti. L'Eliomys quercinus sardus (Barrett-Hamilton, 1901) è la sottospecie endemica del Massiccio sardo-corso e la sua distribuzione in Sardegna è ancora poco conosciuta. Tipico degli ecosistemi forestali, spesso lo si riscontra anche nelle zone di macchia del piano collinare e costiero.

Identificazione
Si tratta di un animale di piccole dimensioni, con occhi e orecchie grandi, mascherina nera facciale che parte dai baffi e arriva dietro le orecchie, passando sugli occhi. Le parti dorsali sono grigio castane, o fulvo rossicce, mentre le parti inferiori sono biancastre; le orecchie e la parte esterna delle zampe sono scure mentre i piedi sono bianchi e hanno 4 dita quelli anteriori e 5 quelli posteriori. Possiede una caratteristica lunga coda che termina con un ciuffo di peli bianchi e neri. La lunghezza testa-tronco è di 9-16 cm mentre la lunghezza della coda è di 8.5-13 cm. Alcune differenze del cranio e della mandibola distinguono questa sottospecie dalle altre specie di E. quercinus.

Habitat ed Ecologia
Il Quercino non è una specie strettamente arboricola - a differenza degli altri gliridi – e frequenta tutti gli ecosistemi forestali; si trova quindi spesso sul terreno coperto da bassa vegetazione, macchie e garighe, ambienti rocciosi e talvolta è presente anche nei frutteti, giardini e parchi. Esclusivamente notturno, durante il giorno rimane nel nido che costruisce tra i cespugli, radici degli alberi o fessure delle rocce, usando muschio, foglie e rivestendolo con materiale morbido. Nel periodo del letargo, che varia notevolmente da zona a zona, utilizza invece un nido sotterraneo e ben protetto. Nelle zone a bioclima mediterraneo il quercino può rimanere sveglio anche durante l'inverno pur rallentando la sua attività (Sarà & Casamento, 1995). È praticamente onnivoro in quanto la sua dieta è composta per lo più da vegetali, frutti, ghiande e noci, ma anche talvolta da insetti e vermi.

Riproduzione
In grado di riprodursi già dal primo anno di età, il quercino si accoppia, dopo scontri e lotte tra i maschi, in aprile; la gestazione dura circa 3 settimane ed i piccoli vengono allattati per circa 1 mese rendendosi poi indipendenti verso i 2 mesi d'età, anche se è possibile trovare
femmine in allattamento ancora in ottobre-novembre. Il nido è rotondo, ed è costruito tra i cespugli, tra i rami e le radici degli alberi, sulle rocce o riadattando il nido di piccoli uccelli. La femmina del quercino partorisce solo una volta all'anno.

Fattori di minaccia
Il quercino ha come nemici naturali diversi carnivori e rapaci, ma la drammatica diminuzione delle sue popolazioni è da attribuirsi principalmente alla perdita di habitat, al taglio ed agli incendi boschivi e alla crescente antropizzazione delle aree in cui vive.

Status di conservazione: Specie vulnerabile a livello regionale.

Grado di protezione: Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III)

Consulta i documenti
Scheda quercino sardo