"Intorno a lui il paesaggio, sublime di tristezza, taceva sotto il crepuscolo argenteo. Era un luogo desolato: prati melanconici sovrastavano alle chine coperte di folte macchie di lentischio, di ginepro, di cisto selvatico, il cui verdissimo ondulare veniva qua e là rotto da rocce grige e nere che nell'incerto crepuscolo davano l'idea di mostri pietrificati"[tratto da
La via del male di Grazia Deledda]
Corologia: Canarie e regioni costiere del Mediterraneo, esclusa la Turchia. Forma boschi estesi in Cirenaica e Marocco. Tipo corologico: Euri-Mediterraneo
Descrizione: Il nome latino del Cedro licio può indurre in errore, infatti,
phonicea non rimanda alla regione Fenicia ma al greco "φοινικεος" che significa
rosso porporino, come il colore delle sue bacche.
Pianta arbustiva o albero
alto fino a 12 metri. Chioma espansa ed irregolare, tronco in genere ramificato fino al suolo. La corteccia dei rami adulti si stacca in strisce molto sottili e spiralate. Foglie squamiformi, appressate ai rami, verdi o glaucescenti, ovalo-romboidali, con una linea resinifera centrale. Le foglie delle plantule sono aciculari e pungenti. Pianta dioica, infiorescenze in amenti terminali sui giovani rami; quelle maschili di 3-5 mm.,erette con squame cartilaginee, le femminili con squame carnose, posizionate all'apice dei ramuli. Il galbulo rosso porporino contiene da 3 a 9 semi. Impollinazione anemofila.
Fenologia: Fioritura da febbraio a maggio a seconda delle zone. I frutti maturano nell'anno successivo e permangono sulla pianta diversi anni.
Habitat: Pianta frugale e importante nella macchia mediterranea, fortemente eliofila e xerofila, indifferente al substrato. Si ritrova nei litorali talvolta misto a
Juniperus oxycedrus macrocarpa (il Ginepro rosso).
In Sardegna, su substrati calcarei, si ritrova fino ai 900 metri sui versanti esposti a mezzogiorno.
Forma Biologica: Arbusto o albero sempreverde. Micro o mesofanerofita.
Usi e curiosità: Specie molto sensibile agli incendi,
ha un accrescimento lento ma è molto longeva raggiungendo talvolta dimensioni notevoli come nel Monte Albo, ad Oliena, Dorgali e Baunei. Il legno duro e compatto è apprezzato in ebanisteria, per la fabbricazione di matite e anche come combustibile. Era utilizzato un tempo per lavori d’intarsio. Le
galbule (ovvero i frutti o coni, detti indifferentemente galbule o
coccole oppure anche - impropriamente - bacche) si utilizzavano per la fabbricazione di saponi.
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