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Terfezia arenaria
Terfezia arenaria
Etimologia: arenàrius = delle sabbie.

Sinonimi: Terfezia leonis, Terfezia ispanica, Tuber arenarium.
Nome volgare: tartufo delle sabbie.

Nome sardo: tuvara de arena.

Carpoforo: di forma subglobosa o globosa, talvolta piriforme, con superficie irregolare, bitorzoluta. Dimensioni da 3 a 7 cm circa; alla base ricoperto da un intreccio miceliare terminante in una grossa "rizomorfa". Peridio liscio, di colore bianco da giovane, poi rosato fino a bruno-nerastro a maturità; superficie sempre screpolata.

Gleba: bianca negli esemplari giovani, percorsa da venature che separano nettamente la parte fertile, distinguibile nel fungo maturo dal colore rosato poi vinoso; odore leggero, sapore grato.

Habitat: su terreno alluvionale, sabbioso; in simbiosi con arbusti del genere Helianthemum; periodo di crescita: primavera.

Spore: aschi arrotondati, ellittici, con otto spore; queste sono di colore ocraceo, di forma globosa, verrucose; 18-20 X 24-28 micron.

Commestibilità: commestibile.

Osservazioni: la tipica "tuvara de arena", ricercatissima nell' Oristanese (Oristano, Terralba, Marrubiu, S. Vero Milis ecc.). Cresce nella sabbia, fra le dune, ma sempre in stretto rapporto micorrizico con piante del citato genere Helianthemum: H. guttatum, H. guttatum var. plantagineum.