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Geco comune
Geco comune
Tarentola mauritanica
Phylum: Chordata
Classe: Reptilia
Ordine: Squamata
Famiglia: Gekkonidae
Nome sardo: Tattaruledda, telacucu, ceneréntula, atiligugu

Origine zoogeografica: Mediterranea

Areale di distribuzione: T. mauritanica abita gran parte delle regioni mediterranee con esclusione di quelle più orientali. In Italia vive lungo quasi tutta la fascia costiera in corrispondenza della vegetazione delle boscaglie e delle foreste sempreverdi; in Sardegna è presente su tutto il territorio con esclusione delle località montane di più alta quota.

Identificazione: La specie può raggiungere i 15 cm di lunghezza, inclusa la lunga coda, ma in genere le dimensioni sono inferiori. Si tratta di un Geco robusto e piuttosto tozzo, con corpo e testa leggermente appiattiti. La testa è subtriangolare, di grandi dimensioni, leggermente appuntita e con occhi grandi dotati di pupilla verticale. Le dita hanno evidenti cuscinetti adesivi, costituiti da una serie longitudinale di lamelle, che si estendono su tutta la superficie e si allargano vicino alle estremità; le unghie sono presenti solamente sul terzo e quarto dito di ciascun arto. Il corpo e la coda sono ricoperti da tubercoli, disposti in serie (da 7 a 9) che danno all’animale un aspetto piuttosto spinoso. I tubercoli sono assenti dalla coda se quest’ultima è stata rigenerata. La colorazione è variabile, solitamente brunastra o grigio brunastra, con delle bande leggermente scure sulla coda, soprattutto nei giovani. La parte inferiore del corpo è biancastra.

Habitat ed Ecologia: frequenta principalmente le zone litoranee calde, anche se non disdegna l’entroterra. Si può osservare sui muri a secco, nelle vecchie abitazioni e nelle rovine, nelle legnaie e sui tetti, dove spesso trova riparo sotto le tegole. La specie è attiva principalmente la notte, sebbene osservabile talvolta anche in pieno giorno. Lo spazio vitale diurno è in genre più limitato di quello notturno. Di natura solitario, non è infrequente osservare anche fino a cinque individui nello stesso luogo. Si nutre di dermatteri, coleotteri, imenotteri, ditteri etc.. La latenza invernale dura in genere da novembre a febbraio-marzo. In giornate calde può uscire all’aperto. E’ predato in particolare dagli ofidi.

Riproduzione: Il maschio è territoriale e ingaggia lotte furiose con i rivali; l’accoppiamento può avere luogo più volte nello stesso anno, in primavera e in estate, seguito dalla deposizione di 2 o 3 uova per volta, deposte negli anfratti, sotto le cortecce, nei cumuli di legna. L’incubazione dura circa quattro mesi.

Fattori di minaccia: Incendi e riduzione degli habitat.

Status di conservazione: Specie non minacciata di estinzione.

Grado di protezione: Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III).

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