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Gongilo sardo
Gongilo Sardo, chalcides ocellatus, Tiligugu
Chalcides ocellatus tiligugu
Phylum: Chordata
Classe: Reptilia
Ordine: Squamata
Famiglia: Scincidae
Nome sardo: Tiligugu, tzabagugu
Origine zoogeografica: Mediterranea

Areale di Distribuzione: La specie Chalcides ocellatus è distribuita in Africa settentrionale, Grecia e Asia sud occidentale. In Sardegna, in Sicilia e Maghreb è presente la sottospecie C. oscellatus tiligugu. Nell’Isola il Gongolo sardo è diffuso su tutto il territorio, tranne forse alle quote più alte.

Identificazione: Gli adulti possono raggiungere i 30 cm di lunghezza, anche se le dimensioni sono solitamente minori, la coda rappresenta quasi la metà della lunghezza totale. Si tratta di uno scinco con il corpo allungato, lucido e con la testa corta e poco appuntita. La coda è visibilmente più fine del resto del corpo e le zampe, non sono adatte alla deambulazione ma servono unicamente a sorreggere il corpo e presentano 5 dita corte. La colorazione varia dal fulvo al marrone pallido o grigio – verde olivastro e presenta il caratteristico disegno ad ocelli bordati di scuro.chiari sul dorso e sui fianchi. Le parti inferiori sono solitamente bianco giallastre.

Habitat ed Ecologia: Vive nei luoghi soleggiati e aridi, come le zone sabbiose, la macchia in prossimità delle spiagge, nelle vigne e nei campi, nelle aree ruderali, ma anche nei giardini. Spesso si nasconde nelle fessure delle rocce o nei buchi sul terreno, ma può agevolmente scavare nella sabbia soffice o tra i grovigli della vegetazione. Si nutre di vermi, insetti e artropodi che preda sul terreno o anche sottoterra. Trascorre la latenza invernale, da novembre a marzo, nel sottosuolo o sotto grandi massi. E’ predato prevalentemente da uccelli rapaci, dalla volpe e dal biacco.

Riproduzione: La specie è ovovivipara e la femmina “partorisce” da 3 a 10 piccoli per volta, lunghi 4 cm e indipendenti.

Fattori di minaccia: Pressione antropica degli habitat

Status di conservazione: La specie non è minacciata di estinzione

Grado di protezione: Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III).

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