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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Calendula
Calendula arvensis L.
Famiglia: Compositae
Nome sardo: Erba pudia, sittsìa messia
“I favoriti dei grandi principi schiudono i loro bei petali
come la calendula sotto l'occhio del sole,
e in loro stessi il loro orgoglio giace sepolto,
poiché, a un cipiglio, essi nella loro gloria muoiono."
Dal sonetto xxv di William Shakespeare.

Corologia: Originaria dell'area Euri-Mediterranea.

Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 10-30 cm, con fusto eretto-ascendente, ramoso, pubescente con foglie basali lanceolate ricoperte da fine peluria, con odore sgradevole.
Le foglie superiori sono alterne, sessili, più o meno pelosette, oblunghe o spatolate, lunghe fino a 8 cm; sono integre o con radi denti ai margini, brevemente acuminate all'apice. Fiori tubulari, i periferici ligulati, disposti in capolini terminali, larghi 1-2 cm, reclinati dopo la fioritura. Brattee dell’involucro di colore verde pallido, molto raramente aranciate, rossastre o purpuree alla loro sommità. I fiori periferici sono ligulati e femminili, di un vivace colore giallo-oro, quelli centrali sono tubulosi e concolori. In ciascun capolino i frutti di tre forme diverse: gli esterni sono a falcetto, allungati, irti di spine, i mediani possiedono ali laterali, gli interni sono corti e ricurvi ad anello e simili a bruchi.

Fenologia: Febbraio-luglio (agosto), con una seconda fioritura autunno-invernale (da settembre in poi).

Habitat ed ecologia: Distribuita nella regione mediterranea, in Italia è molto comune nel Centro-Sud e nelle Isole; al nord è presente in zone climaticamente favorevoli (laghi), mentre è assente nella Pianura Padana. Predilige prati incolti, oliveti, vigneti e bordi stradali da 0 a 600 m.

Forma biologica: Terofita scaposa.

Usi e curiosità: Grazie ai suoi principi attivi, la pianta di calendula è antiflogistica; antispasmodica; diaforetica; antisettica; astringente; omeopatica; stimolante;lassativa. Le foglie delle calendule sono consumate con altre erbe in insalata; gli acheni in sottaceto; i petali essiccati servono a preparare un aceto aromatico. In tintoria i capolini vengono utilizzati per tingere tessuti (prevalentemente lana e seta) di giallo con sfumature verdi.