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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Rifugio La Marmora
Nel 1821 il generale Alberto Ferrero Della Marmora viene dispensato dal prestare ulteriore servizio e nel 1824 riceve l'ordine di recarsi in Sardegna in confino per simpatie liberali. Qui scrive le opere più famose tra i resoconti di viaggio dell'ottocento: il ''Voyage en Sardaigne'' e l' ''Itinéraire de l'île de Sardaigne'', pubblicati rispettivamente nel 1826 e nel 1860.

Le sue opere ebbero grande diffusione all'estero, focalizzando l'attenzione su una terra fino ad allora avvolta nel buio, dandole valore e attirando altri sguardi curiosi. La "Carta dell'isola di Sardegna" in scala 1:250.000 di Alberto La Marmora, segna la fine della cartografia empirica perché basata su una precisa triangolazione: ha così inizio la cartografia geodetica della Sardegna.

Con l'opera di La Marmora si chiude un capitolo della storia cartografica della Sardegna, caratterizzato da una interpretazione soggettiva e spesso letteraria dello spazio, e si apre il periodo di una produzione di carte sempre più precise. Verso la fine degli anni ’70 del XIX secolo si costituì in Sardegna un movimento spontaneo con lo scopo di realizzare un monumento alla memoria del Lamarmora deceduto nel 1863. La posa della prima pietra di sienite, proveniente dall’area di Su Xuxiu avvenne il 22 Luglio 1900 e parteciparono alla cerimonia le autorità civili e religiose del paese di Desulo, diversi membri della Commissione e del Club alpino Sardo.
Attualmente rimangono solo i resti della casa rifugio. Su proposta del professor Lovisato l'Istituto Geografico Militare nei fogli editi nel 1901 rinominerà la Punta Crapias, punto più alto dell’isola, in Punta Lamarmora.