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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Su Ercone, Orgosolo
La grande dolina chiamata Su Suercone (Su Sellone, dai pastori di Orgòsolo e di Urzulei, o anche Su Sercone) si trova nel comune di Orgòsolo, ad O del polje di Campu Donanìgoro. Il ciglio della depressione imbutiforme è a 884 m slm e il fondo a 685. Il diametro all’imboccatura è di circa 400 m, pari al doppio della profondità, che è di 200 m, e la dolina copre una superficie di 18,09 ha. Il fondo è in posizione leggermente eccentrica verso NO, a motivo dell’asimmetria delle pareti. La parete settentrionale strapiomba fino a circa 700 m, seguendo poi un pendio meno ripido per l’accumulo di detrito, prevalentemente costituito da friabilissima terra rossa, residuo della dissoluzione del calcare. Il versante meridionale, dopo un primo tratto di parete scoscesa, è meno inclinato. La discesa al fondo può avvenire da una cengia che segue l’immersione degli strati verso NE oppure sfruttando una scala naturale di roccia lungo la parete N, più bassa. A 700 m slm nella terra rossa si apre un inghiottitoio sub-verticale sviluppantesi in direzione O fino a raggiungere una profondità di circa 30 m, dove con le acque meteoriche scompaiono anche notevoli quantità di terriccio e pietrisco. Nel 1970 si notò la caduta di un enorme masso, poi ritrovato l’anno appresso sul fondo dell’inghiottitoio. Molto probabilmente questo comunica con un vasto sistema carsico sottostante, forse connesso all’imponente complesso di Su Bentu (ASSORGIA et al., 1974). Le pareti ripide indicano l’origine dallo sprofondamento del tetto di una cavità carsica sotterranea, come avviene, appunto, per le doline dette “di crollo”. Il carattere di eccezionalità di questa emergenza risiede, oltre che nelle dimensioni, anche nell’esemplarietà didascalica della sua forma. Nella morfologia carsica del Supramonte, Su Suercone è una delle poche doline impostate nei calcari giuresi e che possa essere annoverata fra quelle imbutiformi, con rapporto diametro/profondità di 40/20. La sua genesi è da attribuirsi al processo di formazione di cavità carsiche a prevalente sviluppo verticale, denominate ”fusoidi”, che, come si è detto per Su Sterru di Baunei, si innestano lungo le fratture e le altre discontinuità del calcare. Lo sviluppo del fusoide inizia in profondità da un volume di roccia fratturata, denominato ”fuso embrionale”, dove si attiva una veloce circolazione dell’acqua in senso verticale, tale da determinare un richiamo idrico dalle fessure carsiche circostanti, con conseguente erosione. La cavità si amplia prevalentemente verso l’alto fino ad intersecare altri vani carsici o la superficie esterna. Altro motivo d’interesse è l’ambiente circostante, ricco di forme carsiche sotterranee e superficiali. La vegetazione arbustiva ed erbacea è degna di nota e quella arborea comprende un’interessante stazione di tassi all’interno della dolina, rilevati dal botanico L. DESOLE, negli anni Sessanta, secondo il quale sono alti dai 18 ai 20 m e hanno diametri del tronco anche di un metro. L’altopiano è di grande interesse naturalistico, tanto che nel 1984 ne fu proposta l’istituzione in Riserva naturale guidata (Riserva del Supramonte), estesa ai comuni di Orgòsolo, Oliena, Dorgali e Urzulei. Il Supramonte di Orgòsolo e Urzulei è costituito da rocce calcaree e calcareo-dolomitiche appartenenti alla potente serie sedimentaria carbonatica mesozoica, discordante sul peneplano ercinico paleozoico, formato da micascisti, filladi, lenti di calcare cristallino e rocce granitiche. Il passaggio tra il basamento cristallino ed i termini basali della trasgressione giurese è evidenziato da un deposito, potente qualche decina di metri, di conglomerati quarzosi ed arenarie micacee, a cemento rossastro (ferretto) nella facies basale e a cemento biancastro ed argilloso in quella sommitale. Localmente il deposito terrigeno è sovrastato da un orizzonte lignitifero. La serie carbonatica, potente circa 800 m e formatasi tra il Giurese medio e il Cretaceo, è la stessa già descritta per la costa di Baunei - Dorgali. Essa continua verso l’alto, in apparente concordanza, con marne e calcari marnosi giallastri, ben stratificati e con frequenti noduli piritosi (Valangiano sup.). Seguono i calcari biostromali, bianco-giallastri, fossiliferi ad Ostree e Brachiopodi, con stratificazione poco evidente e potenti 50-100 m, ricoperti da calcari grigiastri, nodulosi e ben stratificati, potenti una cinquantina di metri. La parte sommitale della serie cretacica è chiusa da circa 80 metri di sottili bancate di calcari marnosi e marne grigio chiaro (CHARRIER, 1968). L’area mostra i segni della tettonica “a zolle” con effetti di carattere epidermico, che ebbe sviluppo durante il Cretaceo provocando la formazione di pieghe con asse orientato secondo due andamenti principali: N - S ed E - O (ASSORGIA e GANDOLFI, 1975). Secondo DIENI e MASSARI (1970), tale tettonica divenne più complessa nel Terziario a seguito di nuovi movimenti differenziali del basamento. Sull’altopiano si trovano numerosi endemismi floristici e faunistici di interesse internazionale. La foresta di lecci di Sas Baddes costituisce costituisce un’area ben conservata per la sua posizione remota.