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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Montarbu
 
info
La parte più antica delle foresta, circa 1668 ha, era un bene ex-ademprivile che fu venduto nel 1926, dalla Cassa di Credito Agrario di Cagliari per la somma di £ 955.150 all'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali. Con la costituzione della Regione Autonoma della Sardegna la Foresta Demaniale di Montarbu divenne patrimonio Regionale. Successivamente, nel 1965 il comune di Seui alienò all'A.F.D.R.S. altri 1098 ha contigui al complesso originario.
Fino agli anni '40 il vecchio Demanio si era costituito per la maggior parte, da soprassuoli di leccio con grande predominanza di fustaia, la cui utilizzazione avveniva in mancanzad di una norma prestabilita, sulla base di semplici considerazioni economiche legate in particolare alla grande richiesta di combustibile del periodo bellico e pre-bellico. Tutto il materiale ricavato dai tagli, dopo la carbonizzazione in foresta, veniva trasferito via ferrovia ai porti di Arbatax e Cagliari per il trasporto nel resto d'Italia, in Francia e Spagna.
Dopo il 1965, sui circa 1000 ettari di terreni comunali acquistati dall'A.F.D.R.S., vennero avviati i lavori di rimboschimento, finanziati coi fondi del “Piano di Rinascita”.
La foresta demaniale si estende dai 550 m s.l.m. circa in località Rio Flumendosa, ai 1324 m s.l.m. in località Monte Margiani Pupusa.
Ai sensi della L.R. 31/89, il 70% circa della superficie della foresta di Montarbu è inclusa nella proposta di Parco naturale del Gennargentu in quanto area di interesse ambientale internazionale per complessità geologica, geomorfologia, vegetazionali faunistica. Caratterizzata da maestosi processi di erosione e carsismo con ooridi, nevai, cascate, spiagge, cale. Formazioni vegetali della foresta mediterranea: boschi naturali di leccio e roverella con elementi relitti della flora terziaria (agrifoglio, tasso, acero trilobo).Climax degli arbusti e della steppa mediterranea. Endemismi, specie rare: Cirsium microcephalum, Prunus prostrata, Armeria morisii, Armeria sardoa, Genista corsica, ecc. Ricchezza di elementi faunistici quali: aquila reale, aquila del Bonelli, falco pellegrino, poiana, sparviero, astore, nibbio, grifone, avvoltoio monaco e degli agnelli, muflone, gatto selvatico, ghiro, ecc. Presente la foca Monachus monachus. Bellissima la grotta del Bue Marino. Insediamenti archeologici. Risorse idriche importanti (bacini del Flumendosa, del Cedrino, del Tirso).
La parte nord del territorio della foresta ricade nel S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario I.T.B. 001103).

Dal punto di vista morfologico la foresta di Montarbu può essere distinta in tre zone: un grande corpo centrale calcareo e due distinte porzioni di territorio (a nord e a sud) su substrato formato da scisti cristallini.
Il corpo centrale è costituito da un vasto altopiano, leggermente inclinato in direzione sud, contornato a nord, est e sud da imponenti falesie; nella parte occidentale, invece, il limite è molto più sfumato e irregolare e il confine della foresta coincide in gran parte con il Riu Canali. La più grande falesia è quella posta sul lato settentrionale, che culmina nella cima del Pizzu Margiani Pubusa (1324 m s.l.m.) massima altitudine del territorio. Le falesie si sono formate in relazione alla maggiore erodibilità del substrato scistoso rispetto a quello calcareo, dal momento che gli scisti paleozoici sono posti al di sotto dei banchi di sedimenti calcarei mesozoici. La loro maggiore erodibilità determina mancanza di sostegno al piede delle pareti calcaree, causando crolli “per erosione al piede” di interi blocchi calcarei e facendo, così, via via arretrare la falesia, in un processo continuo di ringiovanimento, che ne impedisce lo smantellamento ad opera degli agenti atmosferici (Tacchi, Tonneri, Mesas). Il processo è molto avanzato nella formazione di caratteristici torrioni isolati – Testimoni – come Perda 'e Liana. Dal rilievo Monte Tonneri, costituito dal Pizzu Margiani Pubusa e dalla cima Montarbu, il tavolato carsico si sviluppa verso sud caratterizzato da profonde incisioni del Riu Ermolinus e del Riu Anus, che scendono pressoché paralleli in direzione sud-est. Oltre che da questi due torrenti principali il tavolato carsico risulta inciso da altri torrenti minori, che hanno determinato la formazione di numerosi rilievi isolati.
La parte settentrionale della foresta è costituita da un lungo versante che scende direttamente dalla fascia basale della falesia del Tonneri (Fundu 'e Tonneri), fino agli ampi meandri incastrati del fiume Flumendosa (600 m s.l.m.) che scorre da est verso ovest, e che determina la formazione di scarpate e talvolta di rupi.
La foresta si allunga nella parte nord-orientale comprendendo le valli formate dai torrenti Riu Bau de Cinisu e il Riu Baccu de Piras. I due torrenti si allontanano, con la stessa direzione, ma verso contrario, da una zona centrale costituita dal giogo denominato S'Arcu è Su Pirastru Trottu.
La parte meridionale della foresta che ha esposizione prevalente verso S-E, è molto articolata, per la presenza di numerose profonde incisioni torrentizie. I torrenti minori confluiscono nel Riu Maccutta e nel Riu Geddai, che per lungo tratto costituiscono il confine meridionale. Quest'ultimi poi confluiscono tra loro a formare il Riu S. Girolamo in una zona appena esterna alla foresta. Il Riu S. Girolamo è un affluente del Riu Ulassai che, a sua volta, confluisce più a sud nel Flumendosa. Tutta la foresta di Montarbu, perciò, è compresa nel suo bacino idrografico.
Numerose sono le sorgenti che sgorgano in grande abbondanza nell'area dei calcari, principalmente in prossimità delle superfici di contatto dei calcari con gli scisti. Tra le più importanti ricordiamo le sorgenti: Funtana d'Oro, Strumpu Seidi, S'Orroli, Pirarba, Is Medduris, Nuletta, Middai, Funtana Dorada, Canali, Funtana Preti Lai, Cerasia, Sa Mela, S'Iligi Lada, Genna 'e Acca, Anulù, san Pietro. Nel periodo autunno-primaverile è attiva una cascatella in località Middai.


Il clima del territorio è del tipo bistagionale, perché presenta una stagione estiva caldo-arida con deficit idrico ed una stagione autunno-invernale moderatamente umida nella quale si concentrano le precipitazioni che vengono in parte frenate dalla presenza del massiccio del Tonneri sul versante ovest, nord e nord-ovest.
Le temperature più basse vengono raggiunte senza dubbio nel mese di Gennaio, che risulta essere anche il mese mediamente più freddo, mentre il mese più caldo risulta essere Agosto.
Le precipitazioni a carattere nevoso si verificano soprattutto durante il periodo invernale, raramente in primavera, e l'intensità e la loro durata sono incostanti di anno in anno.

Nella zona più settentrionale del territorio che scende verso il Flumendosa rimangono soltanto relitti di un soprassuolo boschivo, mentre prevalgono gli arbusti e le specie tipiche della macchia mediterranea; la parte più bassa, presso il fiume, è occupata da vegetazione riparia;
Lungo il versante che scende verso nord dal Monte Tonneri, invece si nota una combinazione di leccio e carpino nero che, favorito dall'esposizione a nord e dall'ombreggiatura della falesia stessa e sostenuto dal particolare microclima, sta assumendo maggiore influenza nella consociazione; inoltre, una piccola gola della falesia è occupata da un caratteristico boschetto di tassi.
Lungo il Riu Ermolinus il bosco è chiuso e denso, caratterizzato dalla presenza di varie piante, oltre al leccio, sono significativi alcuni magnifici esemplari di tasso e agrifoglio, oltre a frassini, carpini e ontani, aceri e salici (e anche qualche pianta di faggio, castagno e pioppo di introduzione artificiale). Nella zona sono presenti anche alcuni esemplari monumentali di leccio, il più grande e famoso "monumento vegetale" di leccio, si trova, però, all'esterno della foresta lungo il confine occidentale costituito dal Riu Su Canali; nella fascia orientale sono stati effettuati impianti di pino in zone degradate.
La Foresta di Montarbu ha rilevante valenza naturalistico-ambientale, le sue caratteristiche morfologiche, la presenza del bosco e il regime protezionistico vigente da tanto tempo, hanno impedito la scomparsa di molte specie sia animali che vegetali, le quali rivestono grande importanza dal punto naturalistico, storico e scientifico. Inoltre nel 1980 l'intera superficie della foresta è diventata oasi di protezione faunistica.
Tra le specie animali che hanno una certa importanza possiamo ricordare: il muflone il quale è facilmente osservabile e, non di rado è possibile incontrare in numerosi branchi, l'aquila reale e il gatto selvatico.
In passato questo territorio è stato un ottimo habitat di nidificazione di altre interessanti specie di rapaci, tra questi possiamo ricordare l'avvoltoio monaco (Aegypius monacus), questo avvoltoio unica specie nidificante sugli alberi, oggi risulta purtroppo estinto.
Anche dal punto di vista floristico questa foresta presenta una ricchezza di specie, molte delle quali sono endemismi che hanno un grande rilievo, scientifico e naturalistico.
Gli endemismi nella Foresta di Montarbu si trovano concentrati per lo più nelle falesie, nelle garighe calcaree e nelle parti cacuminali, dove troviamo la Barbarea rupicola Moris.
Un carattere molto importante della flora presente in questo territorio, che si è evoluta in isolamento, è quella dei paleoendemismi, specie di antica formazione, in genere molto isolate e spesso a rischio di estinzione.
Queste specie che si trovano in alcune aree circoscritte, non presentano affinità genetiche con specie simili di altri territori, esse sono il risultato di una differenziazione iniziata molto tempo fa. Tra queste possiamo ricordare: Centaurea filiformis Viv., Arenaria balearica L., Potentilla caulescens Nebr., ecc.
La Foresta di Montarbu perciò che riguarda i territori floristici appartiene al sottosettore dei monti calcarei della Sardegna centro-orientale, distretto dei tacchi.
Questo territorio è costituito da altopiani che hanno una ricchezza di specie esclusive di poche aree, alcune di queste sono: Helianthemum morisianum Bertol., Cymbalaria muelleri Moris., Stachys corsica Pers., ecc.
Altro sottosettore presente in questa foresta è quello delle montagne silicee, questo è stato riscontrato sulle cime più elevate, sopra il limite superiore della vegetazione arborea dove l'azione del vento è evidente.
La flora silicicola in questo caso è caratterizzata da specie endemiche che potremmo definire esclusive quali: Carlina macrocephala Moris, Thymus herba-barona Loisel., ecc.
Molto importante è anche il fatto che nell'area del Tonneri risulta rigogliosa la rinnovazione naturale del carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.).
Questa pianta caducifoglia, nel passato era molto utilizzata dai pastori per l'alimentazione del bestiame, ultimamente essa ha occupato le aree più fresche della foresta e, in alcuni casi è riuscita a sovrastare il leccio.