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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Torre della IV Regia | Cagliari

Torre della IV Regia
La torre della Quarta Regia, o di “Sa Scafa” è ubicata su un’area prevalentemente pianeggiante di circa 700 mq, parzialmente recintata (sul lato mare e sul lato della strada sterrata) e disomogeneamente coperta da vegetazione spontanea.

Il manufatto, attualmente in discreto stato di conservazione, è composto da due corpi di fabbrica distinti, di edificazione probabilmente non coeva: un volume cilindrico, costituito dalla torre di avvistamento e articolato su due livelli, con un diametro di 4,60 metri e un’altezza di 9,60 metri al culmine dell’abbaino; un volume a base pentagonale articolato su un unico livello, che si innesta sul lato in cui sorgeva l’originario ingresso alla torre e ha una superficie lorda di circa 50 metri quadri. I due volumi non presentano particolari problemi di natura strutturale, fatta eccezione per alcune considerevoli lesioni che si sviluppano in corrispondenza di alcune aperture e del punto di congiunzione fra i due corpi di fabbrica e per alcune fessurazioni presenti nel corpo della torre che giacciono su piani orizzontali corrispondenti alle due cerchiature metalliche.

La torre della Quarta Regia è sorta su di un preesistente insediamento, ascrivibile, probabilmente, all’epoca aragonese, quando iniziò ad essere richiesto a coloro che praticavano la pesca all’interno della laguna di Cagliari o di Santa Gilla, il conferimento alle casse regie della quarta parte del pescato, così come recita il "Compartiment de Cerdeña" del 1358 dove si afferma che “ai confini del territorio di Cagliari il re possiede uno stagno di pesci dal quale ricava la quarta parte del pescato”. Successivamente, in epoca spagnola, quasi tutte le peschiere furono strutturate in modo tale che coloro che praticavano la pesca corrispondessero alla Corona di Spagna un canone o altra forma di affitto detta “arrendu” (dallo spagnolo arrendar), corrispondente, anche in questo caso, alla quarta parte del pescato. Questa sorta di balzello o gabella in natura venne richiesta fino al 1956, in piena era repubblicana, allorquando venne soppresso con legge regionale. Da qui l’attuale nome della Torre.

Il manufatto ha anche l’altra denominazione de Sa Scafa, relativa, quindi, al sito in cui sorge. L’area era nota infatti come “la scafa” già nella seconda metà del XVI secolo, poiché, pare che, per attraversare il canale uscente dalla laguna, vi fosse un servizio con imbarcazioni denominate “scafi”.

Nel 1721 si suggerì di abbandonarla poiché veniva ritenuta superflua in quanto risultava sotto il tiro e la vista delle artiglierie di Cagliari. Non fu più citata nei documenti e, infatti, nel 1782 la torre era affittata a privati per 8 scudi all’anno.
Solo in occasione dell’attacco francese del 1793, la zona fu difesa da una compagnia di pescatori, agli ordini di Vincenzo Sulis, asserragliati in una piccola batteria rasante.
Una violenta mareggiata nel novembre del 1898 ne danneggiò gravemente la struttura che venne successivamente ricostruita quasi completamente con notevoli rimaneggiamenti. In seguito all’abolizione del tributo nel 1954, l’edificio fu utilizzato dai pescatori locali come luogo di aggregazione sociale.

Nel dopoguerra fu adibita a locanda, luogo di abituale ritrovo dei pescatori, dove potevano gustarsi delle pietanze a base di pesce e di frutti di mare. In tempi più recenti è stata oggetto di diversi interventi di ristrutturazione e manutenzione (la realizzazione di solai in cemento armato, la veranda annessa frontalmente all’originario ingresso, il ripristino delle lacune con intonaco cementizio etc.) che ne hanno profondamente snaturato i caratteri originari. La torre della Quarta Regia è stata utilizzata dai concessionari fino alla scadenza del contratto di comodato e oggi si trova inutilizzata e necessita di continua manutenzione. Anche l’area di pertinenza, chiusa da una recinzione, che non ne preclude però l’accesso, necessita di interventi di riqualificazione.