#Emergenza2018 QuattroAnniDopo: Parte Seconda
21/11/2022
Come già illustrato nella prima parte della rubrica, nelle giornate del 10 e dell’11 ottobre 2018 la Sardegna fu colpita da un evento meteorologico molto violento e intenso, come già previsto dal bollettino emanato il 9 ottobre dal Cfd della Protezione Civile che aveva preallertato – tra codice rosso per rischio idrogeologico e codice arancione per rischio idraulico - un totale di 147 comuni della Sardegna orientale e meridionale.
La perturbazione partita dalla Calabria nei primi giorni di ottobre, per poi passare più volte dalla Sicilia, attraversò la Sardegna nei giorni 10 e 11 e proseguire verso il Nord Italia, dove scaricò la sua potenza tra ultimi giorni del mese e i primi di novembre, in particolare in Emilia-Romagna, Liguria, Toscana. La stessa perturbazione arrivò anche il Nord-Est del paese, dove non solo piogge ma anche forti raffiche di vento raggiunsero Lombardia, Veneto e Province Autonome di Trento e Bolzano, prendendo il nome di tempesta Vaia.
Una volta in Sardegna, nella notte tra il 9 e 10 ottobre la perturbazione colpì prima di tutto Ogliastra, Bassa Ogliastra e Sarrabus, per poi alimentarsi ulteriormente arrivando anche nelle zone di Capoterra e del Basso Campidano, dove ci fu l’interruzione della Strada Statale 195, isolando di fatto tutti i Comuni della zona. Nella serata del 10 ottobre si raggiunse l’apice delle precipitazioni e si verificarono gli episodi più preoccupanti, in particolare nel Sarrabus, dove era a rischio esondazione il Flumini Uri vicino a San Vito, e nella zona di Assemini, dove purtroppo si dovette registrare il decesso di una persona.
Queste fasi dell’emergenza furono gestite dal Centro di Coordinamento Soccorsi convocato dalla Prefettura, dove si riunì tutta la catena di comando, compreso il Direttore Generale della Protezione Civile, mentre il Direttore del servizio coordinamento emergenze monitorò la situazione dalla SORI.
La situazione l’11 ottobre apparve quindi critica, tanto che, quello stesso giorno, la Giunta Regionale dichiarò lo stato di emergenza regionale (vedi la Deliberazione della Giunta Regionale 50/1 del 11 ottobre 2018), demandando alla DGPC la redazione di un’apposita relazione tecnico-illustrativa per verificare se sussistevano le condizioni per una eventuale richiesta di stato di emergenza nazionale.
Con la conta dei danni poi, considerando anche gli eventi concomitanti verificatisi nelle altre zone della penisola, il Consiglio dei Ministri dichiarò lo stato di emergenza nazionale l’8 novembre 2018, mettendo a disposizione, in attesa della valutazione dell'effettivo impatto degli eventi, i fondi attinti dal Fondo per le Emergenze Nazionali (art. 44, comma 1 del D.Lgs n.1 del 2 gennaio 2018 "Codice della Protezione Civile") pari a 53.500.000,00 euro per i primi interventi urgenti di cui 3.500.000 euro destinati alla Sardegna. L’Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n.558, definì poi i riferimenti e le attività da porre in essere per fronteggiare l’emergenza, con varie modalità di attuazione, anche derogatorie.
Nella relazione tecnico-illustrativa redatta dalla DGPC e inviata al Dipartimento Nazionale, dopo la stima dei danni e una raccolta di informazioni sul territorio relativa agli interventi effettuati e delle squadre e mezzi messi in campo in emergenza, la stima fu pari a 153.801.457,79 euro sul patrimonio pubblico e a 12.557.177,45 euro sul patrimonio privato.
Ad una attenta analisi, si può affermare che la distribuzione dei danni sia di fatto sovrapponibile alle carte del rischio idro e di pericolosità idraulica del PAI: la maggior parte degli interventi, infatti, si concentrano proprio dove le carte fornite dal Distretto Idrografico censivano delle zone a rischio (a ridosso dei centri) o di pericolosità (anche aree spopolate).
È opportuno sottolineare che, rispetto ad altre emergenze, il lavoro più impegnativo non riguardò le attività di soccorso alla popolazione, ma quello di ripristino dei danni e riduzione del rischio residuo. Per questo ha sicuramente agevolato, non solo per la Sardegna ma per tutto il Paese, la possibilità di utilizzare a pochi mesi dall’evento, uno strumento importante come il Piano Proteggi Italia. Ad oggi, le cifre stanziate per gli interventi in Sardegna provengono, oltre che da questo Piano (nello specifico azioni 2,3 e 4) e dal predetto Fondo per le Emergenze Nazionali (DCM 8 novembre 2018 - DCM 21 febbraio 2019), anche dal contributo del Fondo di Solidarietà dell'Unione Europea, e ammontano in totale a 119.821.029,04 euro .
Leggi subito le altre puntate della rubrica
Parte Prima - L'allerta, le primissime fasi dell'emergenza, le conseguenze
Parte Terza - Lo stato dell'arte degli interventi (aggiornamento agosto 2022)